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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2654 del 9 febbraio 2005
«Ne consegue che, se l'equivalente monetario attuale del danno (da inadempimento o da illecito) non è sufficiente a tenere indenne il creditore da tutte le conseguenze pregiudizievoli del fatto dannoso a causa del ritardo col quale la somma gli è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 490 del 20 gennaio 1999
«Nella obbligazione risarcitoria da fatto illecito, che costituisce tipico debito di valore, in cui il danaro non costituisce oggetto della prestazione, ma solo metro di commisurazione del valore perduto dal creditore, gli interessi, non già...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2314 del 19 giugno 1976
«I primi, invero, quale pregiudizio derivante al creditore dal ritardato conseguimento dell'equivalente monetario del danno, costituiscono una componente del danno stesso, collegata al medesimo fatto generatore, e, quindi, vengono coperti dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5561 del 19 marzo 2004
«Il principio secondo cui il requisito della sufficiente indicazione della cosa data in pegno ben può ritenersi soddisfatto, nel caso di pegno di titoli di credito al portatore, dalla semplice menzione della natura del titolo e dell'ammontare del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7529 del 15 maggio 2003
«Il risarcimento in forma specifica, secondo il principio generale fissato dall'art. 2058 c.c., applicabile anche anche alle obbligazioni contrattuali, costituisce rimedio alternativo al risarcimento per equivalente pecuniario, sicché il creditore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10488 del 22 ottobre 1998
«Altra e distinta forma di responsabilità è, per converso, quella degli amministratori verso i creditori sociali prevista dal successivo art. 2394 c.c. come conseguenza dell'inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell'integrità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 977 del 4 febbraio 1999
«Fuori dell'ipotesi di interessi su somma dovuta a titolo di risarcimento del danno, i quali devono essere riconosciuti anche d'ufficio, in quanto, mirando a scongiurare il pregiudizio che deriva al creditore dal ritardato conseguimento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6538 del 18 marzo 2010
«La costituzione di parte civile del curatore fallimentare nel procedimento penale per bancarotta fraudolenta a carico del fallito (nella specie, a carico degli amministratori della società fallita) non determina l'estinzione del giudizio civile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6291 del 25 giugno 1998
«A seguito della instaurazione di una procedura di espropriazione presso terzi da parte del creditore di un soggetto successivamente dichiarato fallito (ed a sua volta riconosciuto, dal giudice dell'esecuzione, legittimo creditore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22655 del 31 ottobre 2011
«Il rilascio della quietanza non richiede forme particolari, sicché essa può essere contenuta anche nella fattura che il creditore invii al proprio debitore e risultare da qualsiasi non equivoca attestazione dell'adempimento dell'obbligazione, come...»