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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 11213 del 16 maggio 2007
«L'erede legittimo che non abbia partecipato al giudizio, promosso dagli altri eredi legittimi, diretto a far dichiarare la decadenza del (diverso soggetto) chiamato con testamento dal diritto di accettare l'eredità, qualora convenga in via...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2326 del 21 marzo 1990
«[...] Detto principio è applicabile anche con riferimento ai figli naturali nati anteriormente all'1 luglio 1939, considerando che il loro diritto di chiedere la dichiarazione dello status — escluso dall'art. 123 att. c.c., fino alla dichiarazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3546 del 23 febbraio 2004
«Il termine per richiedere la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede, a norma dell'art. 516 c.c., è un termine di decadenza — e come tale di natura perentoria — della durata di tre mesi, che inizia a decorrere dal momento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2394 del 10 agosto 1974
«I creditori, prima di esercitare l'azione di impugnazione della rinunzia all'eredità da parte del debitore, cui all'art. 524 c.c. non sono tenuti ad interpellare i successivi chiamati ed accettanti l'eredità, per sapere se intendano pagare i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 459 del 26 gennaio 1990
«Il potere attribuito ex art. 551 c.c. ad un legittimario onorato di un legato in sostituzione di legittima di conseguire la quota dei beni ereditari nella misura stabilita dalla legge attraverso l'esercizio dell'azione di riduzione, anziché di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 905 del 23 febbraio 1978
«L'accettazione dell'istituzione di erede universale non estingue o preclude nell'accettante legittimario il diritto avente a oggetto la quota di riserva né il suo esercizio, a meno che l'accettazione della chiamata più ampia abbia assunto, per le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12496 del 29 maggio 2007
«Il legittimario totalmente pretermesso dall'eredità, che impugna per simulazione un atto compiuto dal de cuius a tutela del proprio diritto alla reintegrazione della quota di legittima, agisce in qualità di terzo e non in veste di erede,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 467 del 24 gennaio 1986
«Gli artt. 580 e 594 (nuovo testo) c.c., in forza dei quali ai figli naturali non riconoscibili, siano essi minorenni o maggiorenni, spetta un assegno vitalizio di natura successoria sull'eredità del padre naturale (rispettivamente, in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4022 del 21 febbraio 2007
«Infatti, l'imposizione dell'onere all'erede legittimo è stabilita dal diritto positivo, all'art. 629 c.c., che, nel prevedere che le disposizioni a favore dell'anima «si considerano come un onere a carico dell'erede o del legatario, e si applica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17382 del 30 agosto 2004
«La gratuità dell'ufficio dell'esecutore testamentario nominato dal testatore, espressamente stabilita dall'art. 711 c.c. nonostante la probabile onerosità dell'attività, si giustifica con la possibilità per il soggetto che ne è investito di non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1528 del 21 febbraio 1985
«Ai fini della determinazione dei frutti che uno dei condividenti deve corrispondere in relazione alla detenzione di un immobile oggetto di divisione giudiziale occorre far riferimento ai frutti civili, i quali si identificano nel corrispettivo del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2335 del 1 marzo 1995
«Pertanto, detti immobili debbono essere preferibilmente compresi per intero nella porzione di uno degli aventi diritto alla quota maggiore, secondo il criterio di massima indicato
dall'art. 720 c.c., il quale non impedisce peraltro l'esercizio da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6105 del 13 luglio 1987
«L'art. 720 c.c. per il quale, in caso di divisione, gli immobili indivisibili devono essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, pone non una disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4013 del 19 marzo 2003
«Nell'esercizio del potere di attribuzione dell'immobile ritenuto non comodamente divisibile, ed a maggior ragione quando le quote siano eguali e non soccorra quindi l'unico criterio indicato dalla legge (di preferire, cioè il condividente «avente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9744 del 23 aprile 2010
«I diritti di prelazione e di riscatto previsti dall'art. 732 cod. civ in favore del coerede postulano che l'alienazione compiuta da un altro coerede riguardi la quota ereditaria (o parte di essa) intesa come porzione ideale dell"'universum ius...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15482 del 6 dicembre 2001
«L'art. 732 c.c. riconosce ai partecipanti ad una comunione ereditaria due distinti diritti, lo ius prelationis — in base al quale, perdurando il regime di comunione, se uno dei partecipanti ad essa voglia alienare la propria quota a titolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13704 del 7 dicembre 1999
«Il diritto di retratto riconosciuto ai coeredi dalla norma di cui all'art. 732, primo comma, c.c. può attuarsi soltanto nel caso di alienazione (onerosa) della quota ereditaria, o di parte di essa, e non anche quando sia stato alienato un cespite...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5374 del 11 maggio 1993
«Poiché l'esercizio del retratto successorio comporta la sostituzione all'acquirente del coerede che lo abbia esercitato, non è consentito a costui il riscatto parziale non essendo permesso a quest'ultimo di modificare il contenuto della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6320 del 18 aprile 2003
«In tema di comunione ereditaria, le prescrizioni di cui all'art. 732 c.c. si intendono adempiute se il destinatario della [i]denuntiatio/i] abbia avuto la concreta possibilità di comprendere il tenore dell'offerta e di valutarne in tutti i suoi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 519 del 23 gennaio 1988
«Considerata la finalità della normativa dell'art. 732 c.c., di favorire il mantenimento della comunione ereditaria, la disposizione relativa alla facoltà di agire per il retratto in mancanza della prescritta notificazione ai coeredi della proposta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 527 del 23 febbraio 1973
«La donazione indiretta, concepita come mezzo per conseguire attraverso l'utilizzazione di un negozio con causa tipica, un risultato pratico da questa divergente, non è configurabile rispetto ai titoli di credito astratti, suscettibili di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1260 del 8 febbraio 1994
«In caso di rottura del fidanzamento, presupposto essenziale per l'esercizio dell'azione di restituzione dei doni - che l'art. 80 c.c. riconosce al donante in relazione a qualsiasi promessa di matrimonio, sia tra persone capaci, sia tra minori non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1090 del 18 gennaio 2007
«In tema di revocazione per ingratitudine della donazione, il termine previsto a pena di decadenza dall'art. 802 c.c. decorre dal momento in cui il donante abbia acquisito la piena e sicura consapevolezza del compimento da parte del donatario di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3014 del 17 febbraio 2004
«Il consenso alla pubblicazione della propria immagine costituisce un negozio unilaterale, avente ad oggetto non il diritto, personalissimo ed inalienabile, all'immagine, ma soltanto il suo esercizio; dal che deriva che tale consenso, sebbene possa...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 654 del 29 febbraio 1968
«Di conseguenza si offre al fondatore la possibilità di esercizio di una duplice pretesa; quella di invalidazione del provvedimento amministrativo, esercitabile dinanzi alla giurisdizione amministrativa, e quella di caducazione del negozio privato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6393 del 27 giugno 1998
«La costituzione di un nuovo partito politico da parte di taluni membri dell'originaria formazione, nella permanenza di quest'ultima, non impedita da una eventuale nuova denominazione, si configura giuridicamente come esercizio del diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9052 del 15 aprile 2010
«In tema di promessa di matrimonio, l'obbligazione che consegue "ex lege" all'esercizio del diritto di recesso non può configurarsi come illecito extra-contrattuale, costituendo il recesso espressione di una libertà fondamentale, nè come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15241 del 6 agosto 2004
«In tema di separazione personale tra coniugi, il mutamento di fede religiosa — e la conseguente partecipazione alle pratiche collettive del nuovo culto —, connettendosi all'esercizio dei diritti garantiti dall'art. 19 della Costituzione, non può,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5714 del 19 aprile 2002
«In materia di affidamento dei figli minori il giudice della separazione e del divorzio deve attenersi al criterio fondamentale — posto per la separazione, dal legislatore della riforma del diritto di famiglia, nell'art. 155 comma primo c.c. (che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 299 del 11 gennaio 2002
«In tema di "diritto di visita" dei minori (che riceve riconoscimento sia dall'art. 30, comma primo, Cost., sia dall'art. 147 c.c.), la Convenzione dell'Aja e la legge n. 64 del 1994 sono applicabili non solo nei casi in cui manchi un provvedimento...»