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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 13163 del 27 maggio 2013
«Nessun obbligo sussiste per il giudice, dopo il passaggio della causa in decisione, di rimetterla sul ruolo onde permettere una nuova produzione, nè lo stesso è tenuto ad esaminare eventuali sollecitazioni al riguardo dell'interessato, non essendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13202 del 20 giugno 2005
«In tema di rimessione della causa al collegio da parte del giudice istruttore, l'eventuale violazione degli artt. 187, 188 e 189 c.p.c. in tanto rileva in quanto si ripercuota sulla decisione della controversia e, quindi, si risolva in un vizio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8038 del 8 agosto 1990
«Sia nel giudizio di primo grado sia in quello di secondo grado la precisazione delle conclusioni costituisce l'ultima occasione utile per proporre nuove eccezioni, dato che essa ha la precipua funzione di determinare in modo definitivo il tema...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14104 del 28 maggio 2008
«Affinché una domanda proposta con l'atto introduttivo del giudizio possa ritenersi abbandonata non è sufficiente che essa non risulti riproposta al momento della precisazione delle conclusioni, ma è necessario che dalla valutazione complessiva...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5215 del 7 marzo 2007
«Una volta che la causa sia stata trattenuta in decisione, la rimessione sul ruolo istruttorio non può far rivivere una domanda alla quale la parte abbia, espressamente o implicitamente, rinunciato. Pertanto, l'inclusione della domanda rinunciata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5447 del 20 agosto 1983
«Il principio di concentrazione, inteso, fra l'altro, ad impedire il frazionamento del giudizio, comporta, per tale sua funzione, che allorquando la causa venga rimessa al collegio, per la decisione di una questione preliminare o pregiudiziale,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 948 del 11 febbraio 1980
«In base agli artt. 189, primo comma, e 187, secondo e terzo comma, applicabili anche nel procedimento di appello in forza del rinvio operato dall'art. 359 c.p.c., il collegio è investito dell'intera controversia anche quando la rimessione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6293 del 10 marzo 2008
«L'omessa assicurazione alle parti del potere di depositare le comparse conclusionali ai sensi dell'art. 190 c.p.c., conseguente al deposito della sentenza prima della scadenza del relativo termine, deve ritenersi in ogni caso motivo di nullità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2633 del 4 marzo 1993
«La mancata comunicazione a controparte di una memoria ex art. 190, terzo comma, c.p.c. — la quale ha la semplice funzione di illustrare le conclusioni già proposte davanti al giudice istruttore, senza la possibilità di ampliare l'oggetto della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6239 del 13 marzo 2009
«Quando la decisione sia assunta dal tribunale in composizione monocratica o dal giudice di pace, difetta un momento deliberativo che assuma autonoma rilevanza, come nel caso della deliberazione collegiale disciplinata dall'art. 276 c.p.c.; ne...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16755 del 4 luglio 2013
«Gli arbitri autorizzati a pronunciare secondo equità sono svincolati, nella formazione del loro convincimento, dalla rigorosa osservanza delle regole del diritto oggettivo, avendo facoltà di utilizzare criteri, principi e valutazioni di prudenza e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9544 del 30 aprile 2014
«In tema di lodo arbitrale, l'attestazione che la deliberazione è stata adottata in conferenza personale di tutti gli arbitri e che, in ipotesi di omessa sottoscrizione da parte di arbitro dissenziente, questi non abbia voluto sottoscriverlo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28218 del 18 dicembre 2013
«In tema di arbitrato, l'obbligo di esposizione sommaria dei motivi della decisione imposto agli arbitri dall'art. 823, n. 5, cod. proc. civ., il cui mancato adempimento integra la possibilità di impugnare il lodo ai sensi dell'art. 829, primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18607 del 3 settembre 2014
«In tema di arbitrato, la proroga del termine per la pronuncia del lodo arbitrale, a norma dell'art. 820, secondo comma, cod. proc. civ. - nel testo vigente anteriormente alla modifica apportata dal d.lgs. 2 febbraio 2006, n. 40 - non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17908 del 13 agosto 2014
«È inammissibile l'appello avverso la decisione del tribunale declinatoria della propria competenza a favore degli arbitri rituali, poiché l'attività di questi ultimi ha natura giurisdizionale e sostitutiva della funzione del giudice ordinario,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6050 del 12 marzo 2010
«Le norme relative alla scelta del consulente tecnico d'ufficio hanno natura e finalità esclusivamente direttive, essendo la scelta riservata, anche per quanto riguarda la categoria professionale di appartenenza del consulente e la competenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21412 del 5 ottobre 2006
«La consulenza tecnica d'ufficio ha la funzione di fornire all'attività valutativa del giudice l'apporto di cognizioni tecniche che egli non possiede, ma non è certo destinata ad esonerare le parti dalla prova dei fatti dalle stesse dedotti e posti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2205 del 16 marzo 1996
«In relazione alla finalità propria della consulenza tecnica d'ufficio, di aiutare il giudice nella valutazione degli elementi acquisiti o nella soluzione di questioni che comportino specifiche conoscenze il suddetto mezzo di indagine non può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17399 del 1 settembre 2015
«La decisione di ricorrere o meno ad una consulenza tecnica d'ufficio costituisce un potere discrezionale del giudice, che, tuttavia, è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto dell'istanza di ammissione proveniente da una delle parti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20814 del 27 ottobre 2004
«Il principio secondo cui il provvedimento che dispone la consulenza tecnica rientra nel potere discrezionale del giudice del merito, incensurabile in sede di legittimità, va contemperato con l'altro principio secondo cui il giudice deve sempre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14979 del 20 novembre 2000
«La consulenza tecnica di ufficio è un mezzo istruttorio non una prova vera e propria è pertanto, sottratta alla disponibilità delle parti e affidata al prudente apprezzamento del giudice del merito il quale, tuttavia, non può respingere, senza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28855 del 5 dicembre 2008
«Il giudice di merito può legittimamente tenere conto, ai fini della sua decisione, delle risultanze di una consulenza tecnica acquisita in un diverso processo, anche di natura penale ed anche se celebrato tra altre parti, atteso che, se la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 71 del 4 gennaio 2002
«È nel potere discrezionale del giudice disattendere le conclusioni della consulenza tecnica d'ufficio, senza dover disporre un'ulteriore perizia, purché disponga di elementi istruttori e di cognizioni proprie, integrati da presunzioni e da nozioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 333 del 14 gennaio 1999
«Le valutazioni espresse dal C.T.U. non hanno efficacia vincolante per il giudice, che può legittimamente disattenderle attraverso una valutazione critica che sia ancorata alle risultanze processuali e risulti congruamente e logicamente motivata,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5148 del 3 marzo 2011
«Le valutazioni espresse dal consulente tecnico d'ufficio non hanno efficacia vincolante per il giudice e, tuttavia, egli può legittimamente disattenderle soltanto attraverso una valutazione critica, che sia ancorata alle risultanze processuali e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10222 del 4 maggio 2009
«Non incorre nel vizio di carenza di motivazione la sentenza che recepisca "per relationem" le conclusioni e i passi salienti di una relazione di consulenza tecnica d'ufficio di cui dichiari di condividere il merito; pertanto, per infirmare, sotto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12304 del 21 agosto 2003
«Ove la decisione di una controversia dipenda da una questione tecnica, il giudice che censuri il parere espresso del consulente d'ufficio ha l'onere di motivare adeguatamente tale censura e, in tale ambito, può motivatamente escludere la stessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10816 del 9 luglio 2003
«Il giudice, il quale disattenda il parere espresso dal consulente tecnico d'ufficio, ha l'onere di dare di ciò adeguata motivazione, autonomamente e direttamente penetrando nella questione tecnica e di questa giungendo a dare propria, diversa e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 87 del 8 gennaio 2003
«Il giudice di merito, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di accoglimento (o di rigetto), anche implicito, di una istanza di consulenza tecnica avanzata da una delle parti del processo, è tenuto unicamente ad evidenziare, in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15136 del 23 novembre 2000
«Il principio secondo cui il provvedimento che disponga, o no, la consulenza tecnica, rientrando nel potere discrezionale del giudice del merito, è incensurabile in sede di legittimità va contemperato con quello secondo il quale il giudice stesso...»