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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11493 del 21 giugno 2004
«A norma dell'art. 2909 c.c.. il giudicato fa stato tra le parti, i loro eredi ed aventi causa, nei limiti oggettivi costituiti dai suoi elementi costitutivi, ovvero il titolo della stessa azione ( causa petendi ), e il bene della vita che ne forma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5550 del 7 giugno 1999
«Ciò, peraltro, non esclude che, in applicazione della disciplina della fruttificazione, competa al proprietario subentrante un corrispettivo per il godimento del bene protratto dopo il trasferimento della proprietà del bene a causa del protrarsi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18149 del 20 dicembre 2002
«L'azione diretta alla coattiva esecuzione in forma specifica dell'obbligo di stipulare una vendita, ai sensi dell'art. 2932 c.c., non ha natura reale, ma personale, siccome diretta a far valere un diritto di obbligazione nascente da un contratto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 690 del 16 gennaio 2006
«Nell'ipotesi in cui la sentenza emessa ai sensi dell'art. 2932 c.c. imponga all'acquirente di versare il prezzo della compravendita, l'obbligo diviene attuale al momento del passaggio in giudicato della sentenza che trasferisce il bene o allo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10827 del 6 agosto 2001
«Con riguardo al rapporto che si costituisce per effetto della sentenza di accoglimento della domanda di esecuzione specifica dell'obbligo a concludere una compravendita, il pagamento del prezzo, cui è subordinato il trasferimento della proprietà,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26755 del 14 dicembre 2006
«...venga dedotta come titolo di una pretesa risarcitoria, non vale a precludere alla vittima un immediato esercizio dell'azione risarcitoria e, quindi, non è suscettibile di configurarsi come causa impeditiva del decorso della relativa prescrizione.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4191 del 19 dicembre 1975
«Ne consegue che l'espressa previsione dell'interdizione per infermità di mente come causa di sospensione impedisce l'estensione della medesima disciplina alla mera incapacità naturale. È manifestamente infondata la questione di legittimità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 530 del 18 gennaio 2002
«Dal disposto del terzo comma dell'art. 2947 c.c. emerge, per l'ipotesi in cui il fatto causativo del credito costituisce anche reato, il regime giuridico secondo cui si applica il termine prescrizionale più lungo: quello della prescrizione penale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5113 del 3 aprile 2003
«Il diritto azionato dal creditore sociale insoddisfatta nei confronti del socio dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese, ai sensi dell'art. 2456, secondo comma, c.c., conservando la propria causa (estranea al rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11727 del 1 agosto 2003
«Nelle controversie concernenti la dichiarazione giudiziale della paternità o maternità naturale, i soggetti attivamente e passivamente legittimati non possono conferire ad altri il potere di stare in giudizio in loro nome e conto, in quanto la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2646 del 30 maggio 1989
«Il riconoscimento della paternità naturale, contenuto in un testamento, ancorché inidoneo a costituire lo status di figlio naturale, per inefficacia derivante dalla circostanza che il testatore sia ancora in vita (art. 256 c.c.), esprime...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6550 del 9 giugno 1995
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità, l'art. 269 c.c. secondo cui la sola dichiarazione della madre e la sola esistenza di rapporti tra questa ed il presunto padre all'epoca del concepimento non costituiscono prova della paternità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 264 del 8 gennaio 2013
«In tema di successioni "mortis causa", è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, per contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost., dell'art. 480, secondo comma, c.c., interpretato nel senso che il termine decennale di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11906 del 16 maggio 2013
«In tema di successioni "mortis causa", allorché l'adempimento dell'onere apposto ad una disposizione testamentaria, consistente nell'obbligo per l'erede di prestare assistenza e cura ad un terzo vita natural durante, sia reso impossibile dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17491 del 12 ottobre 2012
«Il diritto all'uso dell'area pertinente ad un fabbricato per parcheggio dell'auto è di natura reale (art. 18 della legge 6 agosto 1967, n. 765, e art. 26 della legge 28 febbraio 1985, n. 47), e, pertanto, si prescrive - per il combinato disposto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1748 del 24 gennaio 2013
«Ne consegue che il regolamento di condominio può legittimamente dare del limite del decoro architettonico una definizione più rigorosa di quella accolta dall'art. 1120 c.c., estendendo il divieto di innovazioni sino ad imporre la conservazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3407 del 18 marzo 1994
«In particolare, ai fini della riparazione per la custodia cautelare subita, prevista dall'art. 314 c.p.p., sussiste l'interesse di chi sia stato colpito da un provvedimento di custodia cautelare, ma sia stato poi rimesso in libertà per causa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3784 del 7 aprile 1995
«...hanno lo scopo di consentirne il controllo da parte della difesa al momento del deposito; con la conseguenza che l'omissione della trascrizione di cui all'art. 268, secondo comma, c.p.p. non è causa di inutilizzabilità dell'intercettazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12729 del 17 ottobre 1994
«...testimonianza, etc.). Nè, d'altro canto, può essere utilmente chiamato in causa l'art. 2 n. 73 della l. 16 febbraio 1987 n. 81 (e, quindi, l'art. 76 cost.), perchè il parametro invocato concerne non l'utilizzazione della prova ma la sua...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13687 del 26 marzo 2003
«...articolo prevede come causa di inammissibilità della richiesta l'inosservanza delle forme e dei termini previsti dai commi 1 e 2, ma non ricollega alcuna sanzione processuale al mancato rispetto delle forme e dei termini stabiliti nel comma 3.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2867 del 15 aprile 1999
«La mancata trasmissione al giudice competente del verbale dell'interrogatorio di garanzia dell'imputato effettuato dal giudice incompetente non costituisce di per sè causa di nullità dell'ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4478 del 2 febbraio 2012
«Qualora il giudice delle indagini preliminari si ritenga incompatibile a tenere, a norma dell'art. 34, comma secondo bis c.p.p., l'udienza preliminare, legittimamente la rinvia, in quanto l'incompatibilità opera in relazione ad attività e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1003 del 11 giugno 1999
«Atteso che, come ripetutamente affermato dalla Corte costituzionale, l'udienza preliminare, per la sua natura essenzialmente processuale, non è pregiudicata, in termini di incompatibilità, dalla circostanza che a celebrarla sia lo stesso giudice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5293 del 6 novembre 1996
«Al fine di valutare la tempestività della dichiarazione di ricusazione nell'ipotesi in cui la causa di essa sia sorta o sia divenuta nota durante l'udienza, si deve avere riguardo all'udienza che si svolge dinanzi al giudice ricusato, e non già a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3840 del 23 dicembre 1999
«Alla luce della giurisprudenza della Corte costituzionale, deve ritenersi che non sussista alcuna valida causa di ricusazione nei confronti del giudice che abbia pronunciato o concorso a pronunciare sentenza in precedente procedimento nei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2933 del 17 ottobre 1996
«La disposizione di cui all'art. 38, secondo comma, c.p.p., secondo la quale se la causa di ricusazione è sorta o è divenuta nota durante l'udienza, la relativa dichiarazione deve essere «in ogni caso proposta prima del termine dell'udienza», va...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6910 del 1 giugno 1999
«...sicché, allorquando detto rapporto sia immediato, come nel caso in cui si lamenti ingiuria o minaccia, si deve ritenere che ai fini dell'esposizione della causa petendi sia sufficiente il mero richiamo al fatto descritto nel capo di imputazione.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14828 del 16 aprile 2010
«Le associazioni riconosciute o non, possono costituirsi parte civile qualora abbiano subito la lesione di un diritto soggettivo (o di un interesse giuridicamente rilevante secondo la Sentenza della Cass. Sezioni Unite civili...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2064 del 3 luglio 2000
«...processo civile per il quale la norma dell'art. 86 c.p.c. è dettata. Né di tale disposizione può essere consentita un'applicazione analogica nel processo penale a causa della diversa natura degli interessi che in tale processo vengono considerati.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7263 del 24 luglio 1993
«Il fatto che poi la documentazione a tal fine redatta non abbia i requisiti formali del «verbale» non è, di per sé, causa di nullità o di inutilizzabilità dell'atto, sempre che non facciano difetto i requisiti sostanziali, da individuarsi...»