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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33451 del 29 luglio 2014
«Nel procedimento di prevenzione il ricorso per cassazione è ammesso soltanto per violazione di legge, secondo il disposto dell'art. 4 legge 27 dicembre 1956, n. 1423, richiamato dall'art. 3 ter, secondo comma, legge 31 maggio 1965, n. 575; ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46334 del 3 dicembre 2003
«Poiché ai sensi dell'art. 581 c.p.p. la dichiarazione di impugnazione ed i motivi a sostegno della stessa debbono coesistere nello stesso atto, non è ammissibile la proposizione della sola questione di illegittimità costituzionale con il ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39413 del 29 novembre 2006
«Una volta proposto ricorso per cassazione per mancanza o manifesta illogicità della motivazione della sentenza ai sensi dell'art. 606, comma primo, lett. e), c.p.p. nella sua versione antecedente alle modifiche introdotte con l'art. 8 L. 20...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1428 del 7 febbraio 1996
«L'accertamento della causale del delitto, quando si tratti di elementi probatori di natura soltanto indiziaria, deve essere puntualmente perseguito, in quanto l'identificazione della causale assume, nei processi di carattere indiziario, specifica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5270 del 6 maggio 1998
«In tema di attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese da collaboranti, l'interesse a collaborare — che può animare il collaborante, in considerazione della possibilità di beneficiare delle misure previste dalle leggi speciali sui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8606 del 24 settembre 1997
«La deposizione della parte lesa può essere assunta, anche da sola, come prova, purché venga sottoposta ad indagine positiva circa la sua attendibilità. Ed invero, alle dichiarazioni indizianti della persona offesa non si applicano le regole di cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27862 del 7 luglio 2009
«La massima di esperienza si differenzia dalla mera congettura perché è formulata sulla scorta dell'"id quod plerumque accidit" come risultato di una verifica empirica dell'elemento preso in considerazione. (Nella specie la Corte ha ritenuto che le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5533 del 4 maggio 1996
«L'accertata inattendibilità di un contesto ritrattatorio non vale di per sé ad attribuire alle originarie accuse di un coimputato valore probatorio a prescindere dalle regole valutative imposte dalla natura del mezzo ed in particolare dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7561 del 3 agosto 1993
«Ai fini della prova, una dichiarazione resa da un coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso, che può essere diretta non solo ad indirizzare un'accusa globale nei confronti del concorrente nel reato (cosiddetta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16939 del 7 maggio 2012
«Ai fini della valutazione della chiamata in correità, le dichiarazioni "de relato" rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso a norma dell'art. 12 c.p.p. e non confermate dal soggetto indicato come...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14980 del 25 giugno 2009
«Nel caso in cui un avviso di accertamento relativo ad imposte sui redditi sia notificato ad una società in accomandita semplice che abbia cessato l'attività senza fase di liquidazione, e quindi senza nomina di un liquidatore, la legittimazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10861 del 10 luglio 2003
«L'art. 56 della legge fallimentare prevede, quale unica condizione alla compensabilità dei debiti verso il fallito-creditore, l'anteriorità rispetto al fallimento del fatto genetico della situazione giuridica estintiva delle obbligazioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8042 del 22 maggio 2003
«L'art. 56 legge fallimentare prevede, quale unico limite imprescindibile per la compensabilità dei debiti verso il fallito-creditore, l'anteriorità al fallimento del fatto genetico della situazione giuridica estintiva delle obbligazioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3336 del 19 febbraio 2016
«In tema di anticipazione su ricevute bancarie regolata in conto corrente, qualora le operazioni siano compiute anteriormente all'ammissione del correntista alla procedura di amministrazione controllata, occorre accertare, nel caso in cui il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5962 del 5 marzo 2008
«È manifestamente infondato il dubbio di costituzionalità dell'art. 2, comma 2, D.L. 14 marzo 2005, n. 35, in materia di nuova disciplina delle revocatorie fallimentari, laddove, prevedendo che le disposizioni del comma 1, lettere a) e b), si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12925 del 29 settembre 2000
«In tema di azione revocatoria fallimentare, ove essa abbia ad oggetto l'estinzione di un credito assistito da garanzia reale o da privilegio, la presunzione di pregiudizio alla massa dei creditori assume un'intensità minore, potendo il convenuto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14552 del 30 maggio 2008
«Non è affetta da nullità per indeterminatezza dell'oggetto o della causa petendi ai sensi del combinato disposto degli artt. 163, terzo comma, nn. 3 e 4, e 164, quarto comma, c.p.c. (nel testo novellato dalla legge n. 353 del 1990 ), la citazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20101 del 17 ottobre 2005
«Qualora, tramite un'operazione di giroconto, la somma erogata in via di anticipazione da una banca su un conto corrente di corrispondenza, a fronte della rimessa di effetti salvo buon fine da parte del cliente, venga riaccreditata su altro conto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5346 del 8 marzo 2007
«Le esenzioni dalla revocatoria fallimentare previste dal terzo comma dell'art. 67 legge fall., come modificato dall'art. 2, comma 1, D.L. 14 marzo 2005, n. 35 (conv., con modif., nella legge 14 maggio 2005, n. 80), non si applicano, ai sensi del...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 13542 del 1 luglio 2015
«In tema d'IVA, va rimessa in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea la questione interpretativa se l'art. 4, paragrafo 3, del Trattato UE e gli artt. 2 e 22 della direttiva UE n. 77/388, in materia di armonizzazione delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5805 del 26 ottobre 1988
«È inammissibile, per difetto di specificità dell'impugnazione, il ricorso per cassazione proposto contro il decreto del tribunale che ammette l'imprenditore alla procedura di amministrazione controllata, se, basato il ricorso su un motivo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4913 del 1 aprile 2003
«In caso di sottoposizione di società a liquidazione coatta amministrativa, l'accertamento o il soddisfacimento di crediti, anteriori o posteriori alla instaurazione della relativa procedura, è sottratto al giudice ordinario, per difetto temporaneo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5816 del 23 novembre 1985
«Con riguardo alla domanda proposta nei confronti di un'impresa messa in liquidazione coatta amministrativa, per ottenere l'accertamento ed il soddisfacimento di crediti, anteriori o posteriori all'instaurazione di detta procedura, inclusi quelli...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5818 del 23 novembre 1985
«Il temporaneo difetto di giurisdizione del giudice ordinario, con riguardo a domande proposte nei confronti dell'impresa messa in liquidazione coatta amministrativa per far valere pretese creditorie, incluse quelle derivanti da un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 592 del 9 gennaio 2014
«In tema di bancarotta, la prescrizione inizia a decorrere dalla data della declaratoria di fallimento o dello stato di insolvenza e non dal momento della consumazione delle singole condotte poste in essere in precedenza.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17384 del 6 maggio 2005
«In tema di bancarotta fraudolenta, la sottrazione dei beni si perfeziona nel momento del loro distacco dal patrimonio della società con la conseguenza che il pagamento integrale dei crediti ammessi al passivo costituisce un posterius che non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1706 del 16 gennaio 2014
«In tema di concorso in bancarotta fraudolenta documentale, il dolo dell'"extraneus" nel reato proprio dell'amministratore consiste nella volontarietà della propria condotta di sostegno a quella dell'"intraneus", con la consapevolezza che essa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41333 del 18 dicembre 2006
«Al fine della configurabilità del concorso dell'extraneus nel delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione (art. 216 L. fall.) è necessario che sussista la consapevolezza del percettore della somma — versata dall'imprenditore, successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38149 del 21 novembre 2006
«Non sussiste il delitto di bancarotta per distrazione (art. 216, comma terzo, L. fall.), ma quello di bancarotta preferenziale (art. 223 L. fall.), nel caso in cui il presidente del consiglio di amministrazione e l'amministratore delegato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5317 del 4 febbraio 2015
«a bancarotta fraudolenta per dissipazione richiede, per la sua configurabilità, sotto il profilo oggettivo, l'incoerenza assoluta, nella prospettiva delle esigenze dell'impresa, delle operazioni poste in essere e, sotto il profilo soggettivo, la...»