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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7059 del 23 maggio 2001
«È affetta da nullità insanabile, rilevabile d'ufficio anche in sede di legittimità, la sentenza collegiale che rechi la sottoscrizione del solo presidente, del quale deve presumersi il difetto della qualità di estensore, ove risulti che altro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3677 del 14 marzo 2001
«È nulla per vizio di sottoscrizione la sentenza che definisce un procedimento di primo grado dinanzi al giudice unico qualora quest'ultimo, designato con decreto presidenziale a sostituire il titolare del procedimento, abbia tenuto alcune udienze...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15424 del 4 dicembre 2000
«La sottoscrizione della sentenza da parte del giudice — e, nel caso del giudice collegiale, del presidente e dell'estensore, secondo quanto disposto dall'art. 132, ultimo comma, c.p.c. — costituisce un requisito essenziale della giuridica...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10095 del 19 novembre 1996
«È affetto da nullità assoluta, rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, il provvedimento collegiale che, pur avendo carattere sostanziale di sentenza, sia stato emesso nella forma del decreto (nella specie, ordinanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3232 del 6 aprile 1996
«La domanda giudiziale diretta alla ripartizione tra gli aventi diritto della pensione di reversibilità spettante all'ex coniuge deceduto deve essere decisa con un provvedimento che rivesta la forma della sentenza, secondo quanto testualmente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4564 del 22 aprile 1995
«La nullità insanabile della sentenza collegiale derivante dall'omessa sottoscrizione della stessa da parte di uno dei magistrati tenuti a sottoscriverla ai sensi dell'art. 132 c.p.c. (come modificato dall'art. 6 della L. 8 agosto 1977, n. 532)...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9661 del 22 settembre 1993
«Nel caso di provvedimento inesistente per difetto di sottoscrizione del giudice o perché sottoscritto da giudice che non faceva parte del Collegio, mentre non è consentito, dopo il deposito in cancelleria, procedere alla integrazione o correzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 538 del 8 giugno 1998
«In ipotesi di ius superveniens dopo la deliberazione della sentenza ma prima della sua pubblicazione, solo l'originario collegio deliberante, riconvocato dal suo presidente, può provvedere ad una nuova deliberazione che tenga conto della normativa...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 17834 del 22 luglio 2013
«La nullità derivante da vizio di costituzione del giudice (nella specie, per avere il giudice istruttore del procedimento di insinuazione tardiva al passivo assunto il provvedimento di sospensione del giudizio, in luogo del collegio), ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4410 del 23 febbraio 2011
«Il giudice di pace, che eserciti le funzioni giurisdizionali dopo la scadenza del mandato e nelle more della riconferma, prima della immissione in possesso per l'espletamento del successivo incarico, pone in essere un'attività giurisdizionale in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10163 del 26 giugno 2003
«La sentenza della Corte costituzionale, dichiarativa della incostituzionalità (in sé o in relazione a talune sue componenti) di un organo giurisdizionale, non comporta l'inefficacia della fase processuale svoltasi innanzi a tale organo (e del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6964 del 22 maggio 2001
«Non costituisce motivo di nullità del procedimento e della sentenza la trattazione della causa da parte di un giudice diverso da quello individuato secondo le tabelle, determinata da esigenze di organizzazione interna al medesimo ufficio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 18669 del 26 aprile 2013
«Il rigetto della richiesta di "patteggiamento" in applicazione di una norma processuale ed in assenza di valutazioni sul merito dell'imputazione, non comporta l'incompatibilità del giudice ad esaminare una nuova richiesta di "patteggiamento"....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 148 del 22 febbraio 1996
«In tema di misure di prevenzione, non esiste incompatibilità fra le funzioni di giudice delegato alla procedura di amministrazione dei beni sequestrati, ai sensi dell'art. 2 sexies L. 31 maggio 1965, n. 575, e l'esercizio delle funzioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3025 del 24 luglio 1993
«La funzione svolta dal magistrato di sorveglianza a norma dell'art. 51 ter ord. pen. è cautelativa e non decisoria, risolvendosi in una provvisoria sospensione della misura alternativa; il relativo provvedimento non si pone, dunque, come un grado...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5090 del 14 gennaio 1997
«In tema di incompatibilità determinata da atti compiuti nel procedimento (art. 34 c.p.p.) deve affermarsi che nessun giudice può in alcun caso concorrere nella decisione di un qualsiasi grado o fase del processo se in precedenza abbia concorso a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12744 del 19 marzo 2003
«Il principio dell'incompatibilità tra le funzioni di Gip e quelle di GUP sancito dall'art. 34, comma 2, c.p.p. — a seguito dei successivi interventi legislativi che hanno aggiunto i commi 2 ter e 2 quater, rispettivamente ad opera dell'art. l L....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14316 del 8 giugno 2002
«La causa di incompatibilità prevista dall'art. 34, comma 2, bis c.p.p., nei confronti del giudice il quale, nel medesimo procedimento, abbia esercitato funzioni di giudice per le indagini preliminari, non è configurabile quando — successivamente...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2270 del 9 aprile 1984
«La facoltà del giudice delegato, a norma dell'art. 25 n. 2 della legge fallimentare, di adottare provvedimenti urgenti per la conservazione del patrimonio implica il potere di emettere decreti di acquisizione alla procedura concorsuale di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2004 del 29 gennaio 2008
«In tema di provvedimento con cui il giudice delegato, nell'esercizio della competenza esclusiva al riguardo attribuitagli dalla legge (art. 25 n. 7 legge fall., nel testo vigente anteriormente al D.L.vo n. 5 del 2006), liquida i compensi per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4722 del 28 maggio 1997
«A norma degli artt. 25 e 31 L. fall., l'unico requisito prescritto per il provvedimento col quale il giudice delegato autorizza il curatore a stare in giudizio, integrandone la capacità processuale, è la forma scritta; pertanto, nessun altro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21224 del 14 ottobre 2011
«Il decreto del tribunale fallimentare che si è pronunciato sulla legittimità del provvedimento del giudice delegato di trasferimento e di rilascio immediato di un immobile, detenuto da terzi in base a contratto di sublocazione, stipulato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 650 del 17 gennaio 2003
«In tema di procedura fallimentare, è inammissibile il reclamo ai sensi dell'art. 26 legge fall. contro il decreto con il quale il giudice delegato ammette un credito al passivo, in quanto tale provvedimento ha natura meramente preparatoria ed è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23513 del 19 novembre 2010
«Nelle procedure fallimentari aperte anteriormente alla riforma di cui al d.l.vo n. 5 del 2006 e tuttora regolate, ai sensi dell'art. 150 del predetto decreto, dalla disciplina previgente, il terzo che rivendichi la proprietà di un bene immobile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3903 del 18 febbraio 2009
«In tema di liquidazione dell'attivo nel concordato preventivo con cessione dei beni, all'ordinanza di vendita all'incanto emessa dal giudice delegato sono applicabili le disposizioni in tema di offerta di aumento di sesto previste dall'art. 584...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19737 del 17 luglio 2008
«Il provvedimento di aggiudicazione di un bene immobile del giudice delegato ha natura decisoria e non meramente amministrativa, in quanto ad esso conseguono posizioni giuridiche soggettive prima inesistenti in favore dell'aggiudicatario, il quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18533 del 14 settembre 2004
«Con riguardo alla vendita di immobili nel fallimento, il provvedimento di aggiudicazione del giudice delegato è soggetto a reclamo al tribunale ai sensi dell'art. 26 legge fall. e, pertanto, avverso lo stesso non è ammissibile il ricorso per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15483 del 11 agosto 2004
«La suddivisione del procedimento di liquidazione delle attività fallimentari in fasi autonome strumentalmente propedeutiche a distinti provvedimenti successivi e la immediata impugnabilità dei singoli provvedimenti con i mezzi specifici e nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2018 del 4 febbraio 2004
«I provvedimenti del giudice delegato emessi in sede di liquidazione dei beni del fallimento sono assoggettabili ai rimedi endofallimentari (reclamo ex art. 26 legge fall.), analogamente a quanto avviene nell'espropriazione forzata individuale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8111 del 14 giugno 2000
«Nel fallimento, anche il debito cosiddetto «di massa» che sia controverso per non essere stato contratto direttamente dagli organi del fallimento deve essere verificato attraverso il procedimento previsto dagli artt. 93 ss. e 101 L. fall., come...»