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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6495 del 7 dicembre 1981
«Nell'ipotesi di comunione del muro divisorio fra un cortile comune ed un'area inedificata di proprietà esclusiva di uno dei comproprietari del muro, il fatto che, in prosieguo di tempo, quest'ultimo comproprietario abbia addossata al muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3819 del 12 giugno 1981
«Salva l'opposizione, per motivi di sicurezza o di estetica, degli altri partecipanti alla comunione, al condomino è consentito di aprire nel muro comune, sia esso maestro oppure no, luci sulla strada o sul cortile; tuttavia, qualora il muro comune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4523 del 16 aprile 1993
«Ai fini dell'accertamento dell'aggravamento dell'esercizio della servitù in dipendenza della trasformazione operata sul fondo dominante, questa va considerata non in sé stessa, come risultato di un'attività consentita o non consentita nel normale...»
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Cassazione civile, sentenza n. 56 del 10 gennaio 1976
«La norma di cui al terzo comma dell'art. 907 c.c. secondo cui, quando si è acquistato il diritto di aprire jure proprietatis o jure servitutis vedute dirette sul fondo vicino, le costruzioni erette su quest'ultimo debbono rispettare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12033 del 31 maggio 2011
«L'obbligo di costruire a non meno di tre metri dalle vedute dirette aperte nella costruzione esistente sul fondo vicino, di cui all'art. 907 c.c., ha natura assoluta e va osservato anche quando l'erigenda costruzione non sia tale da impedire di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1598 del 9 febbraio 1993
«Ai fini dell'art. 907 c.c., il quale fa divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalla veduta del vicino, il concetto di fabbricare non riguarda esclusivamente i fabbricati in calce o mattoni e cemento, cioè le opere che abbiano le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3331 del 29 maggio 1982
«Nella controversia fra proprietari confinanti in ordine all'utilizzazione di acque non pubbliche, mediante pozzi trivellati nei rispettivi fondi a distanza legale ed attingenti alla medesima falda, il giudice del merito, pure in difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2487 del 4 marzo 2000
«La costruzione di un edificio da parte dei soci di una società in nome collettivo su di un terreno di proprietà di quest'ultima comporta, ai sensi dell'art. 934 c.c., l'acquisizione della proprietà dell'intero edificio da parte dell'ente (sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1018 del 10 febbraio 1984
«L'art. 936 ultimo comma c.c., il quale prevede che il proprietario del suolo su cui un terzo abbia realizzato un'opera non può più chiederne la rimozione dopo il decorso di sei mesi dalla notizia del fatto, trova applicazione esclusivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3483 del 26 aprile 1990
«In tema di condominio degli edifici, la presunzione di comunione, di cui all'art. 1117 c.c., opera anche con riguardo a cose oggettivamente e stabilmente destinate al servizio di edifici vicini autonomi, insistenti su un'area appartenente ai...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9619 del 23 dicembre 1987
«Perché si configuri l'accessione invertita, di cui all'art. 938 c.c., è necessario: a) che nella costruzione d'un edificio il costruttore abbia sconfinato, occupando con le fabbriche, oltre al proprio terreno, una porzione del fondo attiguo; b)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4711 del 23 settembre 1985
«L'art. 938 c.c. — il quale disciplina la cosiddetta accessione invertita con disposizione che costituisce deroga alla norma generale dell'art. 934 c.c. concernente l'acquisto della proprietà per accessione — va interpretato nel senso che il «suolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9373 del 5 settembre 1991
«La buona fede che a norma dell'art. 938 c.c. (disciplinante l'istituzione dell'accessione invertita) consente al giudice di attribuire al costruttore la proprietà della porzione di suolo occupato deve consistere nella mancata percezione dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8479 del 13 giugno 2002
«A norma dell'art. 939, secondo comma, c.c., quando più cose, appartenenti a proprietari diversi, siano state unite in modo tate da costituire un unico bene e non siano separabili senza deterioramento, il proprietario della cosa principale o molto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1635 del 25 febbraio 1999
«Il proprietario che agisce per ottenere la restituzione della cosa e prospetti di averla consegnata al convenuto in funzione di un'opera o di un servizio che avrebbe dovuto essere compiuto nel suo interesse, se intende agire in quanto proprietario...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 835 del 10 marzo 1976
«L'azione negatoria, che, a norma dell'art. 949 c.c., il proprietario può esercitare per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, ovvero per far ordinare la cessazione di turbative e di molestie sulla stessa, e per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14442 del 15 giugno 2010
«L'estensione dell'usufrutto alle accessioni della cosa non è subordinata, nel caso di costruzioni o piantagioni fatte dal proprietario con il consenso dell'usufruttuario o per disposizione della pubblica autorità, alla condizione della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14936 del 5 giugno 2008
«Ai fini dell'usucapione di una servitù di passaggio, nel caso dell'esistenza di un fondo intermedio, per l'accertamento del diritto sul fondo servente, non occorre alcuna specifica prova della titolarità sul fondo intermedio, una volta che ne sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14734 del 14 novembre 2000
«L'art. 1037 c.c., il quale stabilisce che chi vuol fare passare le acque sul fondo altrui deve dimostrare che può disporre dell'acqua durante il tempo per cui chiede il passaggio, va inteso nel senso che il titolare del fondo dominante che chiede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1398 del 21 aprile 1976
«La servitù coattiva di scarico, di cui all'art. 1043 c.c., può essere domandata per liberare il proprio immobile sia dalle acque sovrabbondanti potabili o non potabili, provenienti da acquedotto o da sorgente esistente nel fondo o dallo scarico di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20997 del 30 settembre 2009
«In tema di passaggio coattivo, nel caso in cui si lamenti l'impossibilità di accedere al proprio fondo, invece che con mezzi meccanici di ridotte dimensioni (motocicletta), con mezzi meccanici di medie o comunque più grandi dimensioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2624 del 26 aprile 1984
«In tema di costituzione di servitù coattiva di passaggio ai sensi dell'art. 1052 c.c., la determinazione del tracciato deve essere compiuta in base ai criteri fissati dall'art. 1051, comma secondo, c.c., della maggiore brevità dell'accesso alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1105 del 6 marzo 1978
«Una servitù di passaggio può costituirsi anche tra due fondi, non contigui, senza che sia contestualmente costituita sul fondo interposto tra essi. Infatti, il requisito della contiguità dei fondi, in tema di servitù di passaggio, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2723 del 18 marzo 1987
«Ai fini dell'ampliamento coattivo di una servitù di passaggio ex art. 1051 c.c., non sono di per sé rilevanti in senso negativo né la lunghezza del percorso da compiere nel fondo servente, né le esigue dimensioni di questo, dovendo tali elementi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3525 del 12 luglio 1978
«Dal coordinato disposto dei primi tre commi dell'art. 1051 c.c. si ricava che i presupposti legittimanti la richiesta di ampliamento coattivo del passaggio sul fondo altrui sono: a) che il proprietario del fondo dominante non abbia una servitù...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3097 del 31 marzo 1987
«Nella disposizione dell'ultimo comma dell'art. 1051 c.c. — che esenta dall'imposizione e dall'ampliamento coattivi della servitù di passaggio le «case» con i cortili, giardini e aie ad esse attinenti — la parola «casa», priva com'è di una sua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1288 del 7 maggio 1974
«La servitù di passaggio coattivo regolata dall'art. 1052 c.c., come tutte le servitù prediali, è caratterizzata dalla necessaria inerenza ad un fondo dominante, nel senso che da questo debbono essere tratti direttamente i vantaggi in vista dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3083 del 29 marzo 1994
«L'atto di disposizione del fondo comune, consistente nella costituzione su di esso di un diritto reale di servitù, esige il consenso di tutti i partecipanti alla comunione, in difetto del quale il compimento da parte di uno solo o da alcuni di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3892 del 26 ottobre 1976
«Il proprietario di un immobile al cui servizio sia stata installata nel sottosuolo di un cortile, di cui egli è comproprietario con altri, una tubazione fognante, non può permettere a terzi, senza il consenso degli altri comproprietari del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11207 del 13 novembre 1993
«In tema di costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia, la disposizione del comma secondo dell'art. 1062 c.c., nel richiedere l'assenza di una disposizione relativa alla servitù all'atto della separazione dei fondi...»