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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9285 del 20 aprile 2006
«Qualora sia invocata la tutela possessoria delle distanze legali (nella specie, delle vedute dalle costruzioni), ha natura petitoria — e, come tale, non può trovare ingresso nel relativo giudizio, ai sensi dell'art. 705 c.p.c. — l'eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3825 del 22 aprile 1994
«Per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 25 del 3 febbraio 1992, che ha dichiarato l'illegittimità, per contrasto con gli artt. 3 e 24 della Costituzione, dell'art. 705 c.p.c., nella parte in cui subordina la proposizione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11029 del 5 ottobre 1999
«Nel procedimento di separazione personale dei coniugi, il provvedimento presidenziale di fissazione di un assegno di mantenimento, emesso in via provvisoria ai sensi dell'art. 708, c.p.c., ha natura cautelare e tende ad assicurare il diritto al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38877 del 21 ottobre 2005
«In tema di prevenzione antinfortunistica, poiché le relative norme mirano a tutelare il lavoratore anche in ordine ad incidenti che possano derivare da sua negligenza, imprudenza ed imperizia, la responsabilità del datore di lavoro e, in generale,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38850 del 21 ottobre 2005
«In tema di prevenzione antinfortunistica, poiché le relative norme mirano a tutelare il lavoratore anche in ordine ad incidenti che possano derivare da sua negligenza, imprudenza ed imperizia, un comportamento anomalo del lavoratore può acquisire...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36339 del 6 ottobre 2005
«In tema di prevenzione antinfortunistica, poiché le norme mirano a tutelare il lavoratore anche in ordine ad incidenti che possano derivare da sua negligenza, imprudenza ed imperizia, la responsabilità del datore di lavoro e, in generale, del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1452 del 6 febbraio 1998
«A norma dell'art. 152 c.p., la remissione extraprocessuale di querela può essere espressa o tacita. La prima deve risultare da atto esplicito e formale, la seconda da fatti incompatibili con la volontà di persistere nella querela, cioè da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7751 del 24 luglio 1991
«Gli istituti del perdono giudiziale e della sospensione condizionale della pena non si fondano sugli stessi presupposti e criteri, stante il diverso effetto che da ciascuno di essi deriva, rappresentato nel primo dalla estinzione del reato che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 16 novembre 1970
«Per la sussistenza del delitto di autocalunnia non è sufficiente che l'agente sostenga una qualche falsità da cui successivamente possa derivare una sua incriminazione, ma occorre anche che egli, al momento della falsa dichiarazione, si renda...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 445 del 10 gennaio 1980
«L'interesse penalmente protetto con la norma di cui all'art. 371 c.p. è la veridicità del mezzo di prova legale per una corretta amministrazione della giustizia civile e tale interesse subisce lesione irreversibile dalla dichiarazione giurata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1789 del 18 settembre 1998
«Nella fattispecie criminosa di cui all'art. 374 bis c.p., l'elemento oggettivo si riferisce all'attività di documentazione, risultante da certificati o da atti, di circostanze non rispondenti al vero e richiede che la suddetta attività...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3334 del 14 marzo 1988
«Nel delitto di strage il pericolo per la pubblica incolumità deve derivare direttamente dalla condotta e non già da una sua conseguenza, sicché è ininfluente la circostanza della mancata deflagrazione di un ordigno esplosivo per il cattivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44563 del 25 novembre 2010
«L'elemento del pericolo, nella fattispecie criminosa di pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento, deve derivare direttamente dalla condotta di danneggiamento, esulando dalla sfera applicativa della norma incriminatrice la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21833 del 22 giugno 2006
«Il delitto previsto dall'art. 432 c.p. è un reato a forma libera con evento di pericolo, posto a tutela della pubblica incolumità, con il limite applicativo determinato dalla necessità che la sicurezza messa in pericolo attenga ai trasporti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12367 del 14 settembre 1990
«L'interesse tutelato dalla norma di cui all'art. 437 c.p. (rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro) è quello della pubblica incolumità, sempre, qualora, dal comportamento dell'agente, attivo od omissivo che sia, possa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 791 del 8 gennaio 2013
«L'elemento soggettivo del delitto di omicidio preterintenzionale non è costituito da dolo e responsabilità oggettiva né dal dolo misto a colpa, ma unicamente dal dolo di percosse o lesioni, in quanto la disposizione di cui all'art. 43 c.p. assorbe...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8903 del 2 ottobre 1997
«Il reato di cui all'art. 221 Tuls, che consiste nell'utilizzazione dell'immobile senza licenza d'abitabilità, cioè nel tenere una condotta positiva in assenza del provvedimento abilitativo, è permanente fino al momento in cui sopravviene...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8938 del 8 luglio 1977
«L'accordo tra emittente e prenditore di non riempire e negoziare l'assegno prima di una certa data, in quanto nullo, non è suscettibile di produrre gli effetti giuridici in esso contemplati e, cioè, di obbligare il prenditore ad utilizzare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3363 del 15 marzo 1999
«In materia di falsità in atti, il delitto previsto dall'art. 489 c.p. (uso di documento falsificato, senza concorso nella falsificazione) tutela l'interesse dell'autore apparente del documento, comunque leso dalla sua utilizzazione, che ne rende...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42578 del 6 novembre 2009
«Ai fini della sussistenza del delitto di cui all'art. 485 c.p., nella nozione di scrittura privata devono essere ricompresi non solo quegli atti che contengono dichiarazioni o manifestazioni di volontà idonee a costituire ovvero modificare diritti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4084 del 9 settembre 1978
«La responsabilità di colui che abbia agito in nome e per conto di un'associazione non riconosciuta, di cui all'art. 38 c.c., presuppone nell'agente la veste di rappresentante, ma non è connessa giuridicamente a siffatta qualifica, venendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19349 del 22 settembre 2011
«Tra le condizioni per il sorgere del diritto al mantenimento in favore del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, l'art. 156 c.c. non pone l'instaurazione di un'effettiva convivenza fra i coniugi; la mancata convivenza può, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28701 del 29 luglio 2005
«Non è nullo il provvedimento di revoca della sentenza di condanna, per sopravvenuta « abolitio criminis» del reato, emesso dal giudice dell'esecuzione senza l'avviso alle parti civili dell'udienza camerale ex art. 666 comma terzo c.p.p., in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 17230 del 18 maggio 2006
«In caso di successione nel tempo di norme extrapenali integratrici del precetto penale, deve ritenersi inapplicabile il principio previsto dall'articolo 2, comma terzo, c.p. qualora si tratti di modifiche della disciplina integratrice della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2143 del 28 febbraio 1996
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, ai fini dell'applicazione della legge più favorevole al reo il giudice deve valutare in concreto, caso per caso, quale sia la soluzione di maggior favore tenendo presente che la pena detentiva è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1011 del 12 maggio 1998
«L'immunità, che comporta la sottrazione per taluni soggetti all'applicabilità delle sanzioni penali, costituendo un'eccezione al principio di obbligatorietà della legge penale, non può che derivare da disposizioni legislative ed è insuscettibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2269 del 2 marzo 1992
«Il dolo diretto si sostanzia nella coscienza e volontà di perseguire l'evento tipicizzato nella norma penale. Infatti il dolo diretto od intenzionale non è escluso dalla previsione dell'evento perseguito come meramente possibile, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5335 del 28 maggio 1996
«La necessità di contestazione puntuale dei singoli tipi di recidiva sussiste tutte le volte che il giudice, con riferimento alla medesima, debba praticare un correlativo aumento della pena e comunque in ogni ipotesi in cui dalla sussistenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3332 del 23 gennaio 2015
«In tema di concorso di persone nel reato, il riconoscimento dell'attenuante prevista dall'art. 114, comma terzo, c.p., con riferimento all'art. 112, comma primo, n. 3, c.p., presuppone una relazione caratterizzata da un rapporto di supremazia di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11176 del 17 marzo 2015
«La contravvenzione prevista dall'art. 679 cod.pen. si distingue da quella di cui all'art. 678 cod.pen., perché, mentre quest'ultima è diretta a salvaguardare la pubblica incolumità in relazione ai pericoli che possono derivare dalla fabbricazione,...»