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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9481 del 10 settembre 1992
«Rientra nella facoltà del giudice di merito disporre la separazione dei rapporti processuali e la definizione separata allorché ne sussistano opportunità e convenienza, non ostandovi ipotesi di connessione, allorché il giudice ritenga che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1862 del 31 luglio 1998
«Il provvedimento di separazione dei procedimenti non può ritenersi atto abnorme in quanto l'art. 18, comma primo lett. e), c.p.p. prevede la possibilità di separazione come soluzione normale, mentre la esclude solo in via eccezionale quando il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12729 del 17 ottobre 1994
«L'art. 130 norme att. fa conseguire, «di fatto», una separazione del procedimento, nel senso che una parte di esso, cioè quella rimessa al giudice, passa nella fase processuale in senso proprio, mentre l'altra resta nella fase procedimentale. Si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42990 del 18 novembre 2008
«È inoppugnabile il provvedimento di riunione o di separazione dei procedimenti.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2383 del 19 luglio 1993
«Il codice di procedura penale del 1988 ha inteso accentuare l'interesse di ogni soggetto alla rapida definizione del processo che può essere influenzata dalla separazione o dalla riunione con altri processi. Di conseguenza, innovando rispetto alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 1611 del 11 aprile 1994
«In tema di impugnazione, il provvedimento con il quale il giudice di cognizione ordina la separazione dei procedimenti, mediante stralcio delle posizioni di taluno degli imputati, ha natura ordinatoria e, per il principio di tassatività delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1720 del 12 settembre 1996
«Diversamente dal codice di rito civile, dove il principio di verità del procedimento di gravame si realizza con la necessità del simultaneus processus attraverso la previsione che le diverse impugnazioni contro la medesima sentenza devono, in ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5953 del 12 giugno 1996
«La separazione dei processi prevista dall'art. 19 c.p.p. attiene all'esercizio di un potere discrezionale del giudice, che nell'interesse superiore della giustizia, previa audizione delle parti, può adottare tale provvedimento, onde consentire la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25 del 6 dicembre 1999
«È giuridicamente inesistente il provvedimento giurisdizionale che, quantunque materialmente esistente e ascrivibile a un giudice, sia tuttavia privo del requisito minimo della provenienza da un organo giudiziario investito del potere di decisione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2949 del 22 marzo 1995
«La dichiarazione di incompetenza per materia può essere emessa dal giudice del dibattimento prima di ogni altra decisione, ed in particolare anche prima della decisione sulle questioni preliminari di cui all'art. 491 c.p.p. — da coordinarsi, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 366 del 22 marzo 1995
«L'art. 21 c.p.p. prevede che l'incompetenza per materia può essere rilevata anche d'ufficio, in ogni stato e grado del processo. Peraltro, alla regola dell'indiscriminata rilevabilità il legislatore ha posto due eccezioni: l'ipotesi in cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1994
«Allorquando venga proposto, ai sensi dell'art. 311, comma secondo, c.p.p., ricorso diretto per cassazione avverso ordinanze che dispongono misure cautelari, è proponibile la censura prospettata sulla base dell'asserita violazione, da parte del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1420 del 19 aprile 1994
«La circostanza aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p. sussiste per il reato di lesioni personali volontarie commesso al fine di resistere ad un pubblico ufficiale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2096 del 10 luglio 1993
«Nella fase degli atti preliminari al dibattimento il giudice può conoscere della propria competenza per materia, ex art. 21 c.p.p., ma solo sul fatto contestato che sia rimasto immutato, non avendo egli, allo stato, potuto prendere piena...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2148 del 19 gennaio 2012
«Il giudice, investito della cognizione in conseguenza della sentenza di incompetenza per territorio pronunciata da altro giudice, può sollevare conflitto entro i medesimi limiti temporali riconosciuti alle parti per eccepire l'incompetenza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40244 del 8 dicembre 2006
«La questione di competenza per territorio, davanti al giudice che abbia omesso di proporre il conflitto avverso la decisione del primo giudice di tardiva rilevazione dell'incompetenza, può essere proposta, nei limiti temporali di cui all'art. 21,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13687 del 26 marzo 2003
«Ai fini della rimessione del processo, i provvedimenti e i comportamenti del giudice possono assumere rilevanza a condizione che siano l'effetto di una grave situazione locale e che, per le loro caratteristiche oggettive, siano sicuramente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14 del 29 marzo 2000
«L'omissione, da parte del giudice del riesame, della pronuncia, anche d'ufficio, della sopravvenuta perdita di efficacia della misura cautelare ai sensi dell'art. 309, comma 10, c.p.p., costituisce un vizio della decisione che, come tale, può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13624 del 23 dicembre 1998
«La scelta del giudizio abbreviato non implica l'accettazione della competenza del giudice investito della richiesta, salve le preclusioni previste dalla legge in ordine alla eccepibilità della incompetenza.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3375 del 30 luglio 1998
«Nel corso delle indagini preliminari, in sede di riesame non sono proponibili questioni in ordine alla competenza del giudice che ha emesso l'ordinanza impugnata, non potendo trovare applicazione, per difetto dei relativi presupposti, le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7826 del 7 agosto 1997
«La valutazione della competenza territoriale deve essere svolta con riferimento al momento della proposizione della relativa eccezione e cioè al più tardi nella fase di cui all'art. 491 comma primo c.p.p., vale a dire subito dopo l'accertamento,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 231 del 27 febbraio 1996
«In tema di competenza per materia all'adozione di provvedimenti cautelari in fase di indagini preliminari, posto che in tale fase non può parlarsi propriamente di «reati» ma solo di fluide «ipotesi di reato», non può escludersi la competenza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1925 del 10 maggio 1995
«L'incompetenza del giudice che ha disposto la misura cautelare è sindacabile in sede di impugnazione della misura stessa e nessuna preclusione sussiste, nel procedimento de libertate, al riconoscimento dell'incompetenza del Gip del tribunale non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1655 del 28 aprile 1995
«Anche nell'ambito del procedimento de libertate è possibile sollevare la questione di competenza del giudice. Invero, ciascun giudice, nell'assumere un provvedimento, è sempre obbligato al rispetto della propria competenza e su tale sua...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 19 del 12 dicembre 1994
«Allorché la misura cautelare della custodia in carcere sia stata sostituita con gli arresti domiciliari in forza di norma di legge sopravvenuta, al ripristino di essa, seguito alla caducazione di tale norma, non si applica il disposto dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 723 del 8 marzo 1994
«Nella fase delle indagini preliminari, prima dell'udienza preliminare, l'incompetenza per territorio può essere rilevata dal giudice per le indagini preliminari ai sensi dell'art. 22 c.p.p., ma non può essere eccepita dall'indagato. Ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2808 del 23 marzo 1994
«L'art. 257 c.p.c., che trova applicazione anche nel rito del lavoro, consentendo, senza più specifica limitazione il riesame di ufficio di testimoni già interrogati, al fine di chiarire la loro deposizione, implica un discrezionale apprezzamento...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 30 del 14 dicembre 1995
«Ai fini della configurabilità, sul piano soggettivo, del concorso esterno nel delitto associativo non si richiede, in capo al concorrente, il dolo specifico proprio del partecipe, dolo che consiste nella consapevolezza di far parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2750 del 23 luglio 1993
«Nell'attuale sistema processuale penale non è ipotizzabile alcuna ipotesi di conflitto di giurisdizione o di competenza tra giudice e P.M. Ne consegue l'inammissibilità del conflitto denunciato tra il Tribunale di Milano e il collegio inquirente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3882 del 30 giugno 1997
«Il pubblico ministero non può mai richiedere al giudice di dichiararsi incompetente, poiché, ove egli ritenga tale incompetenza, deve trasmettere gli atti all'ufficio del P.M. presso il giudice competente. Pertanto, qualora egli si rivolga al...»