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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10575 del 10 dicembre 1994
«L'art. 1105 c.c. prevede il ricorso all'A.G., che provvede in camera di consiglio, nell'ipotesi in cui la deliberazione dei partecipanti alla comunione relativa all'amministrazione della cosa comune non venga eseguita dagli stessi partecipanti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11431 del 19 novembre 1993
«I decreti emessi dal giudice ordinario, anche in sede di reclamo, in ordine ai provvedimenti necessari per l'amministrazione della cosa comune a norma dell'art. 1105 ultimo comma c.c. hanno natura di provvedimenti di volontaria giurisdizione, come...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4213 del 19 luglio 1982
«In materia di comunione, non sono proponibili azioni giudiziarie relativamente alle spese ed all'amministrazione delle cose comuni (in questa compresi gli atti di conservazione) prima che venga sollecitata e provocata una deliberazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1765 del 17 giugno 1974
«Il ricorso all'autorità giudiziaria in sede di volontaria giurisdizione previsto dall'art. 1105 (quarto comma) c.c., per l'ipotesi in cui non vengano adottati i provvedimenti necessari all'amministrazione della cosa comune, è improponibile quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2170 del 25 febbraio 1995
«L'amministratore della comunione non può agire in giudizio in rappresentanza dei partecipanti contro uno dei comunisti, se tale potere non gli sia stato attribuito nella delega di cui al secondo comma dell'art. 1106 c.c., non essendo applicabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 31 del 5 gennaio 1977
«Anche nella comunione pro indiviso è consentito ai partecipanti di delegare ad un soggetto l'amministrazione dei beni comuni e la rappresentanza, anche processuale, della comunione nei confronti dei terzi. In tal caso, l'amministratore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1507 del 22 maggio 1974
«In forza del secondo comma dell'art. 1106 c.c. i partecipanti alla comunione possono deliberare, con la maggioranza indicata dal primo comma (e cioè calcolata secondo il valore delle quote) della medesima disposizione, la delegazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4258 del 24 febbraio 2006
«Ai sensi dell'art. 1108, comma terzo, c.c. (applicabile al condominio in virtù del rinvio operato dall'art. 1139 c.c.), è richiesto il consenso di tutti i comunisti - e, quindi, della totalità dei condomini - per gli atti di alienazione del fondo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1662 del 27 gennaio 2005
«In tema di comproprietà, mentre la concessione del bene (nella specie, un fondo rustico) in locazione o in affitto può avvenire su iniziativa disgiunta di ciascun condomino (trovando applicazione la presunzione che il singolo contitolare abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11771 del 27 novembre 1993
«Il contratto di locazione di immobili adibiti ad attività alberghiera, di durata non inferiore a nove anni e tacitamente rinnovabile per un eguale periodo di tempo, ancorché alla prima scadenza contrattuale il locatore possa esercitare la facoltà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3865 del 30 marzo 1993
«Per il disposto dell'art. 1108, terzo comma, c.c., applicabile anche al condominio di edifici per il rinvio contenuto nell'art. 1139 alle norme sulla comunione, la costituzione di una servita sulle parti comuni dell'edificio richiede il consenso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5386 del 23 ottobre 1984
«La norma dell'art. 1108 comma terzo c.c., secondo cui è necessario il consenso di tutti i partecipanti alla comunione per gli atti di alienazione o di costituzione di diritti reali sul fondo comune, si limita a stabilire che l'alienazione o la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25128 del 14 ottobre 2008
«Il potere d'impugnazione delle delibere condominiali, per effetto del rinvio ex art. 1139 c.c. alle norme sulla comunione ed in particolare all'art. 1109 c.c., si estende anche alla decisione approvata dalla maggioranza che rechi grave...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10611 del 5 novembre 1990
«Al fine della valida costituzione dell'assemblea del condominio di edificio, la norma dell'art. 1136 sesto comma c.c. secondo la quale l'invito alla riunione dei condomini non richiede l'atto scritto o altre particolari formalità, ma può essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11747 del 1 agosto 2003
«In tema di spese relative alle parti comuni di un bene, vanno tenute distinte quelle per la conservazione, che sono quelle necessarie per custodire, mantenere la cosa comune in modo che duri a lungo senza deteriorarsi (quali, nella specie, le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12568 del 27 agosto 2002
«In tema di spese relative alle parti comuni di un bene, come l'obbligo di partecipare ad esse incombe su tutti i comunisti in quanto appartenenti alla comunione ed in funzione delle utilità che la cosa comune deve a ciascuno di essi garantire,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10738 del 3 agosto 2001
«L'art. 1110 c.c., escludendo ogni rilievo dell'urgenza o meno dei lavori, stabilisce che il partecipante alla comunione, il quale, in caso di trascuranza degli altri compartecipi o dell'amministratore, abbia sostenuto spese necessarie per la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9765 del 21 maggio 2004
«In tema di divisione, non spetta al creditore del condividente alcuna facoltà di impedire, sospendere o interrompere il giudizio di divisione attivato dal proprio debitore, atteso che il diritto alla generica garanzia patrimoniale offerta dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 630 del 17 gennaio 2003
«Anche in tema di scioglimento della comunione di diritti reali, disciplinata dall'art. 1111 c.c., si applica la nullità prevista dall'art. 17 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 con riferimento a vicende negoziali inter vivos relative a beni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 959 del 4 febbraio 1999
«Il socio di una società in accomandita semplice che adduca un sopravvenuto ed essenziale mutamento della attuale realtà societaria rispetto alla situazione iniziale, per avere la società dismesso l'esercizio dell'attività d'impresa ed essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2558 del 23 marzo 1996
«La imposizione con sentenza di divisione giudiziale a carico di ciascuno dei condividenti di obbligazioni reciproche, finalizzate allo scioglimento della comunione, determina tra le prestazioni dovute un collegamento di corrispettività, analogo a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8040 del 19 luglio 1993
«Il rendiconto, ancorché per il disposto dell'art. 723 c.p.c. costituisca operazione contabile che deve necessariamente precedere la divisione, in quanto preliminare alla determinazione della quota spettante a ciascun condividente, non si pone...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5798 del 15 maggio 1992
«Nel caso di divisioni di beni in godimento comune provenienti da titoli diversi e, perciò, appartenenti a distinte comunioni, è possibile procedere ad una sola divisione, piuttosto che a tante divisioni per quante sono le masse, solo se tutte le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8315 del 16 agosto 1990
«Con riguardo alla comunione pro indiviso l'alienazione che il comproprietario faccia del suo diritto determina l'ingresso dell'acquirente nella comunione soltanto nel caso in cui l'alienazione riguardi la quota o una frazione di questa, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5140 del 12 giugno 1987
«L'acquirente di quote indivise di singoli beni comuni il quale propone domanda di divisione dei beni medesimi, agisce in via surrogatoria, cioè utendo iuribus dei suoi danti causa, il che comporta l'esigenza della partecipazione di costoro al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3150 del 22 novembre 1973
«Allorché oggetto della comunione è un bene non suscettibile di frazionamento, lo scioglimento della comunione non può aver luogo che mediante l'alienazione del bene e la ripartizione del corrispettivo tra i titolari del diritto comune. E se il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7274 del 29 marzo 2006
«In tema di scioglimento della comunione, la disposizione di cui all'art. 1112 c.c., che stabilisce l'indivisibilità del bene nel caso in cui la sua assegnazione in proprietà esclusiva ad uno dei condividendi ne comporti la cessazione dall'uso cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27412 del 13 dicembre 2005
«Qualora con la domanda di divisione si chieda lo scioglimento della comunione non ereditaria avente ad oggetto la contitolarità della nuda proprietà, l'usufruttuario pro quota dell'immobile non è parte necessaria del giudizio, atteso che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7485 del 6 luglio 1991
«Il creditore ipotecario chiamato nel giudizio di divisione a norma dell'art. 1113, terzo comma, c.c. assume la posizione di litisconsorte soltanto con l'effettivo intervento, per effetto del quale la divisione è efficace nei suoi confronti. Non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1299 del 7 febbraio 1991
«Anche nel caso in cui con riguardo alla divisione relativa ad una comunione ereditaria uno dei coeredi abbia provveduto al pagamento di un debito solidale contratto per la comunione, senza ottenerne il rimborso «pro quota» da parte degli altri...»