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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5967 del 1 luglio 1996
«L'insorgenza dell'obbligazione del partecipante ex art. 1104 c.c. di contribuire alle spese necessarie per la conservazione della cosa comune, postula, in caso di contestazione, che venga fornita la prova dei presupposti dell'esistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4574 del 11 maggio 1994
«Qualora ciascun acquirente ai singole porzioni di un'area lottizzata si sia obbligato, con l'atto di compravendita, ad adibire una parte del proprio fondo a passaggio in favore degli altri lotti, nonché a partecipare alle spese di manutenzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3600 del 16 aprile 1994
«In tema di ripartizione delle spese condominiali attinenti al servizio centralizzato di riscaldamento di un edificio adibito ad uso abitativo, che costituito da due appartamenti sia in comune pro indiviso tra due comproprietari, trova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2658 del 14 marzo 1987
«L'obbligo di ciascun condomino di contribuire alle spese necessarie per la conservazione delle parti comuni e per l'esercizio dei servizi condominiali deriva dalla titolarità del diritto reale sull'immobile e integra un'obbligazione propter rem...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2146 del 27 maggio 1975
«Venuto meno il condominio per l'unificazione in un unico soggetto della proprietà dell'intero edificio, ciò non comporta l'estinzione per confusione del credito di un ex condomino con il debito di un altro ex condomino aventi ad oggetto il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11589 del 13 maggio 2010
«Il recesso del concedente da un contratto di comodato o di precario di beni comuni è atto di amministrazione ordinaria, in quanto è una modalità di indiretto godimento della cosa comune, e, quindi, può essere esercitato anche da un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14759 del 4 giugno 2008
«In tema di comunione, il potere di concorrere nell'amministrazione della cosa comune statuito dal primo comma dell'art. 1105 c.c. può, nei confronti dei terzi, indurre a ritenere che chi agisce per la comunione la rappresenti ma, per vincolare i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10732 del 28 ottobre 1993
«In tema di cessazione, recesso o risoluzione di contratti aventi ad oggetto l'utilizzazione economica dell'immobile oggetto di comunione (allorché questa si esprima sul piano negoziale con i terzi, nel suo aspetto esterno e dinamico, ma difetti di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3441 del 14 ottobre 1976
«La norma dell'art. 1105 c.c., in tema di disciplina della amministrazione della cosa di proprietà comune, non attribuisce ai condomini un reciproco mandato con rappresentanza.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1905 del 24 giugno 1974
«Il potere della maggioranza dei partecipanti alla comunione di disporre le modalità per il miglior godimento della cosa comune presuppone il rispetto della condizione che il diritto di comproprietà debba potersi estrinsecare liberamente, con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 480 del 13 gennaio 2009
«Con riguardo alle domande di risoluzione del contratto di locazione e di condanna del conduttore al pagamento dei canoni, deve essere negata la legittimazione (attiva ) del comproprietario del bene locato pro parte dimidia, ove risulti l'espressa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4131 del 22 marzo 2001
«Quando non sia possibile l'uso diretto della cosa comune per tutti i partecipanti al condominio, proporzionalmente alla loro quota, promiscuamente ovvero con sistema di turni temporali o frazionamento degli spazi, i condomini possono deliberare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4133 del 22 marzo 2001
«Non sussiste la violazione dell'art. 1102 c.c. se al condomino aspirante ad esser conduttore della cosa comune è preferito un terzo perché la predetta norma tutela l'uso diretto di ciascun condominio sulla medesima e non quello indiretto, come...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7457 del 11 agosto 1997
«Il singolo condomino può agire per la risoluzione del contratto di affitto salvo che risulti la volontà contraria degli altri condomini, nel qual caso la sua carenza di legittimazione attiva deve essere rilevata dal giudice anche d'ufficio.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3831 del 23 aprile 1996
«Il singolo condomino può locare la cosa comune senza necessità di espresso assenso degli altri condomini trattandosi di un atto di ordinaria amministrazione che si presume fino a prova contraria compiuto nell'interesse di tutti e può del pari...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12241 del 25 novembre 1995
«La realizzabilità giuridica dell'intenzione, posta dal locatore a fondamento del diniego di rinnovo, di adibire l'immobile all'esercizio di attività di ristorante non trova ostacolo nel dissenso di alcuni comproprietari dell'immobile stesso,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9113 del 29 agosto 1995
«Sugli immobili oggetto di comunione concorrono, in difetto di prova contraria, pari poteri gestori da parte di tutti i comproprietari, in virtù della presunzione che ognuno di essi operi con il consenso degli altri. Ne consegue che il singolo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8085 del 25 luglio 1995
«Il potere di ogni condomino di agire per la gestione ordinaria della cosa comune, traendo origine dal diritto di concorrere all'amministrazione di tale bene (art. 1105 c.c.), incontra il suo limite nell'obbligo di rispettare la volontà della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4005 del 5 aprile 1995
«Con riguardo ad un procedimento di sfratto per finita locazione relativo ad un immobile in comproprietà, ciascun comproprietario — quale titolare del diritto di concorrere alla gestione ordinaria del bene, con il solo limite del rispetto della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8110 del 20 luglio 1991
«Anche quando venga pronunciata risoluzione del contratto di locazione avente ad oggetto un bene comune locato ad uno dei proprietari per inadempimento del conduttore, questo — avendo diritto al godimento dello stesso in proporzione della sua quota...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2158 del 26 marzo 1983
«Tra i partecipanti alla comunione esiste un reciproco rapporto di rappresentanza, in virtù del quale ciascuno di essi può procedere alla locazione della cosa comune ed agire per la cessazione o la risoluzione del contratto e la consegna del bene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 312 del 18 gennaio 1982
«L'uso indiretto della cosa comune (nella specie mediante locazione) incidendo sull'estensione del diritto reale che ciascun comunista possiede sull'intero bene indiviso, può essere disposto dal giudice o deliberato dall'assemblea dei condomini a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 385 del 26 gennaio 1977
«I singoli condomini di un edificio hanno il diritto di utilizzare direttamente, per il miglior godimento, il piano o la porzione di piano di loro proprietà esclusiva, ma non le parti del fabbricato che, per la loro destinazione ad un servizio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 218 del 23 gennaio 1976
«Il condomino, come può procedere alla locazione della cosa comune, anche nell'interesse degli altri partecipanti, trattandosi di un atto di utile gestione, per il quale è da presumere, salva la prova contraria, che operi con il consenso degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26408 del 3 novembre 2008
«L'assemblea dei partecipanti alla comunione ordinaria, diversamente da quanto stabilito per il condominio degli edifici, è validamente costituita mediante qualsiasi forma di convocazione purché idonea allo scopo, in quanto gli artt. 1105 e 1108...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24052 del 28 dicembre 2004
«La mancata comunicazione dell'avviso di convocazione dell'assemblea di un consorzio atipico, di gestione di parti comuni poste al servizio di proprietà esclusive (nella specie, consorzio di urbanizzazione), ad uno dei partecipanti al consorzio, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 538 del 27 gennaio 1982
«In tema di amministrazione del bene comune, la validità e vincolatività, nei confronti della minoranza dissenziente, della decisione adottata dalla maggioranza dei partecipanti, secondo la previsione dell'art. 1105 c.c., postula che tale decisione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5889 del 20 aprile 2001
«In materia di gestione condominiale il ricorso all'autorità giudiziaria ex art. 1105 c.c. presuppone ipotesi tutte riconducibili ad una situazione di assoluta inerzia in ordine alla concreta amministrazione della cosa comune per mancata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8876 del 8 settembre 1998
«In virtù dell'art. 2053 c.c. che integra un'ipotesi particolare di danno da cose in custodia ex art. 2051 c.c., con la conseguenza che per il principio di specialità, il suo configurarsi impedisce l'applicazione della stessa disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7613 del 14 agosto 1997
«L'inerzia dell'amministratore nel compimento di un atto di ordinaria amministrazione non legittima il singolo condomino a rivolgersi all'autorità giudiziaria in sede contenziosa senza avere, in precedenza, provocato la convocazione dell'assemblea...»