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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5071 del 7 maggio 1991
«Non vengono in discussione né rilevano i rapporti reali o presunti tra l'agente ed il pubblico ufficiale, poiché l'ostentazione di tali rapporti per tornaconto personale definisce la portata offensiva del delitto in esame, essendo essa stessa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7529 del 30 maggio 1990
«...fa al soggetto passivo; nella prima ipotesi, il millantatore si fa dare o promettere denaro o altra utilità come prezzo della sua mediazione verso il pubblico ufficiale; nella seconda, invece, egli promette la corruzione del pubblico ufficiale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11317 del 30 agosto 1989
«Il delitto di cui all'art. 346 c.p. è configurabile anche quando il credito vantato presso il pubblico ufficiale o impiegato sia effettivamente sussistente, ma venga artificiosamente magnificato e amplificato dall'agente in modo da far credere al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8138 del 25 settembre 1985
«Per la configurabilità del delitto di millantato credito non è necessario che si attribuisca falsamente al pubblico ufficiale un fatto di corruzione, essendo sufficiente far credere, al fine di carpire denaro alla vittima indotta in errore, che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30150 del 12 settembre 2006
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 346, comma secondo c.p. è irrilevante che il pubblico ufficiale abbia o meno emesso il provvedimento per il quale l'agente ha promesso il suo interessamento, in quanto il millantato credito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22248 del 23 giugno 2006
«In tema di millantato credito, integra l'ipotesi di cui al secondo comma dell'art. 346 c.p. la condotta di colui che riceve o accetta la promessa di denaro o altra utilità con il pretesto di dover comprare il favore di un pubblico ufficiale o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21106 del 5 maggio 2004
«Per rispondere, a titolo di concorso morale, del reato di millantato credito nella ipotesi di cui al secondo comma dell'art. 346 c.p., occorre che l'agente abbia la consapevolezza che la propria azione, in sintonia con quella di chi in prima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17923 del 15 aprile 2003
«La differenza tra le due ipotesi di millantato credito non sta nell'oggettiva destinazione del denaro o altra utilità data o promessa all'agente ma nella prospettazione che questi ne fa e che consiste nel prezzo per la propria mediazione presso il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7976 del 26 agosto 1997
«In tema di millantato credito, la ipotesi di cui al comma secondo dell'art. 346 c.p., che riguarda la condotta di chi riceve o accetta la promessa di denaro o di altra utilità col pretesto di dover comprare il favore di un pubblico ufficiale o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5674 del 13 giugno 1997
«Non è configurabile il reato di millantato credito di cui all'art. 346, secondo comma, c.p., qualora la richiesta avanzata dall'agente sia motivata non dalla necessità di comprare il favore del pubblico ufficiale, ma dall'opportunità di effettuare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 624 del 18 gennaio 1990
«Il reato di cui al secondo comma dell'art. 346 c.p. si consuma nel momento in cui l'agente fa promettere l'utilità col pretesto di dover comprare il favore del pubblico ufficiale o impiegato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35060 del 28 settembre 2010
«Non integra il delitto di millantato credito la condotta di colui che si limiti a prospettare di avere la capacità di mettere il proprio interlocutore in contatto con un pubblico funzionario senza contestualmente indurlo a credere di poter...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34440 del 13 ottobre 2006
«...somma di danaro — di seguito non più sollecitata nè versata — a titolo di indebito compenso per l'accoglimento di una pratica di finanziamento pubblico, della quale aveva garantito il buon esito grazie alla conoscenza di un funzionario regionale)»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16255 del 7 aprile 2003
«Integra l'elemento materiale del reato di cui all'art. 346 c.p. la vanteria implicita o esplicita della possibilità di influire sul pubblico ufficiale in conseguenza della quale si ottiene un compenso per la mediazione, indipendentemente dalle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2645 del 1 marzo 2000
«Per la configurazione del reato di millantato credito è indispensabile che il comportamento del soggetto attivo si concreti in una “vanteria”, cioè in un'ostentazione della possibilità di influire sul pubblico ufficiale che venga fatto apparire...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9425 del 22 luglio 1999
«Per la configurabilità del reato di millantato credito è sufficiente che l'agente ostenti una possibilità di influire sul pubblico ufficiale o impiegato in via mediata, senza che occorra l'indicazione nominativa del funzionario o dell'impiegato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34827 del 8 settembre 2009
«Integra il delitto di millantato credito aggravato (artt. 346, 61, n. 9, c.p.) e non quello di concussione, la condotta di induzione della vittima a versare una somma di denaro realizzata dal pubblico ufficiale mediante il raggiro della falsa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49579 del 31 dicembre 2003
«...un pubblico ufficiale, di per sè lesiva del prestigio della pubblica amministrazione, trovava la sua giustificazione in una specifica attività truffaldina svolta degli imputati, attività non prevista tra gli elementi tipizzati dall'art. 346 c.p.).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15118 del 31 marzo 2003
«Il reato di millantato credito si differenzia da quello di truffa sia perché oggetto della tutela penale è il prestigio della pubblica amministrazione (mentre per la truffa è il patrimonio), sia per la particolarità del raggiro, caratterizzato da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9331 del 8 marzo 2002
«Commette il delitto di usurpazione di pubbliche funzioni chiunque continui ad esercitare funzioni che non gli competono per essere stato trasferito in altro pubblico ufficio. (Fattispecie in cui il soggetto aveva continuato ad esercitare le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6191 del 15 febbraio 2001
«La decadenza del pubblico ufficiale dalla carica quale effetto della condanna ad un delitto commesso con abuso di poteri o violazione di doveri inerenti ad una pubblica funzione, pur operando di diritto dal passaggio in giudicato della sentenza —...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30024 del 27 agosto 2002
«Non integra il reato di cui all'art. 351 c.p. (violazione della pubblica custodia di cose) la condotta di chi, introdottosi arbitrariamente nel sistema informatico di un pubblico ufficio (il che rende, peraltro, configurabile il diverso ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10733 del 21 settembre 1999
«...d'ufficio, del pubblico ufficiale — e qualora l'azione posta in essere da costui sia stata ispirata dal solo scopo di violare la pubblica custodia dei detti atti o documenti, per conoscerne il contenuto che doveva, invece, rimanere segreto.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5385 del 10 febbraio 2010
«...apposti dalla Polizia municipale ad una macchinetta da caffé e ad una scaffalatura in cui erano esposte bevande, all'interno di un pubblico esercizio nel quale si effettuava attività di somministrazione di alimenti e bevande senza autorizzazione).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7964 del 26 agosto 1997
«In caso di cosa sottoposta a sequestro probatorio su iniziativa della polizia giudiziaria, è del tutto irrilevante, ai fini della configurabilità del reato di sottrazione o danneggiamento di cosa sottoposta a sequestro, di cui all'art. 334, comma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42951 del 19 dicembre 2002
«...norma tutela il rispetto dei segni esteriori del comando dell'autorità. (Nell'occasione la Corte ha inoltre affermato che in merito alla avvenuta apposizione dei sigilli è sufficiente la deposizione del pubblico ufficiale che ha compiuto l'atto).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7224 del 17 giugno 1998
«Con l'entrata in vigore della legge 8 agosto 1992, n. 359, che ha trasformato l'Enel da ente pubblico economico in società per azioni non è stata abrogata la normativa di cui al D.M. 8 luglio 1924, il cui art. 20, comma secondo, consente al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3670 del 15 aprile 1993
«...di malafede contrattuale, comprende, ovviamente, nella sua ampia accezione, senza che vi fosse bisogno di uno specifico richiamo, anche gli inadempimenti concernenti cose od opere necessarie a uno stabilimento pubblico o a un pubblico servizio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3264 del 22 marzo 1991
«...sia obbligato a trasportare ed a consegnare all'ente pubblico la merce oggetto di un contratto stipulato tra questi ed un terzo. (Fattispecie relativa alla consegna ad una centrale del latte di latte in polvere ed acqua in luogo di latte fresco).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1823 del 16 febbraio 2000
«In tema di reato di frode di pubbliche forniture, l'espressione «Commette frode», contenuta nell'art. 356 c.p., non allude necessariamente a un comportamento subdolo o artificioso, ma si riferisce a ogni violazione contrattuale, a prescindere dal...»