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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13069 del 9 settembre 2002
«Il difetto di rappresentanza — difesa tecnica che colpisce la citazione introduttiva del giudizio comporta una nullità insanabile all'interno e nello sviluppo del processo, non l'inesistenza dello stesso, posto che il contraddittorio, pur se...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9576 del 1 ottobre 1997
«Nei processi che si svolgono dinanzi alla corte di appello, le parti devono necessariamente essere assistite da difensori (art. 82 c.p.c.) e, pertanto, viola la norma di cui all'art. 24, comma secondo, della Costituzione, nonché quelle di cui agli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6166 del 16 marzo 2007
«In tema di rappresentanza e difesa in giudizio delle Regioni da parte dell'Avvocatura dello Stato, la legge reg. non può prevedere, nemmeno nelle Regioni a statuto speciale, la necessità del mandato specifico all'Avvocatura stessa, avendo lo Stato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3761 del 15 marzo 2001
«Per la costituzione in giudizio del Prefetto la delega al funzionario incaricato, pur in assenza di forme particolari, deve essere conferita per iscritto, sia per ragioni processuali in conformità con l'art. 83 c.p.c., sia per regolarità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9417 del 31 agosto 1994
«In tema di oltraggio, la «presenza» del pubblico ufficiale, presupposto indefettibile del reato di cui all'art. 341 c.p., è concetto ben diverso dal «cospetto», richiesto dal reato di cui all'art. 342 c.p. La «presenza» richiesta dalla prima norma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11738 del 7 dicembre 1985
«È luogo aperto al pubblico l'edificio scolastico in quanto ad esso è consentito l'accesso a determinate condizioni alla categoria di persone che hanno diritto ad accedere per ragioni scolastiche o di servizio o di relazione con gli uffici in esso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37400 del 11 ottobre 2007
«In tema di inosservanza dell'obbligo dell'istruzione elementare dei minori, integrano « giusti motivi» di esclusione della punibilità tutte quelle circostanze che rendono oggettivamente inattuabile l'adempimento dell'obbligo di istruzione quali:...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32125 del 23 luglio 2004
«Il reato di cui all'art. 734 c.p. (distruzione e deturpamento delle bellezze naturali), si configura in presenza di un effettivo e grave danno ambientale, che risulta anche da una diversa destinazione (lottizzazione) impressa all'opera rispetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1353 del 5 febbraio 1998
«Le diverse ipotesi previste dal primo comma del nuovo testo dell'art. 727 c.p. (maltrattamento di animali) sono fattispecie ontologicamente distinte ed autonome. La conseguenza è che gli elementi materiali essenziali ad una fattispecie non possono...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 601 del 29 gennaio 1997
«Allorquando il reato di maltrattamento di animali viene in evidenza con riferimento a comportamenti che costituiscono l'esercizio di pratiche venatorie, occorre tener conto, oltre che della norma di cui all'art. 727 c.p., come modificato dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36059 del 8 settembre 2004
«In tema di maltrattamenti di animali, seppure la ratio dell'incriminazione di cui all'art. 727 c.p. è l'esigenza di tutelare il sentimento di comune pietà verso gli animali e di promuovere l'educazione civile, la qualifica di persona offesa dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8890 del 25 giugno 1999
«La L. 11 febbraio 1992, n. 157 (Protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) non esaurisce la tutela della fauna in quanto i limiti alle pratiche venatorie sono posti anche dall'art. 727 c.p., che modificato della L. 22...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10431 del 17 novembre 1997
«In tema di elemento soggettivo del reato, il crescente livello della volontà dolosa va dal dolo eventuale, caratterizzato dalla sola accettazione del rischio dell'evento, al dolo diretto, che sussiste nel caso in cui l'evento è accettato perché...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5549 del 7 maggio 1987
«Quando sussiste la prescritta autorizzazione al porto dell'arma, il porto è sempre legittimo anche se è posto in essere per uno scopo illecito o aggressivo. Non è configurabile, pertanto, il reato di porto abusivo di arma, se il titolare della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9445 del 20 aprile 2007
«Il fallimento del socio receduto non deve avvenire necessariamente con la procedura di estensione ex art. 147, secondo comma, L. fall., poiché, quando la sua esistenza è già nota prima della dichiarazione di fallimento della società, questo, ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19214 del 4 settembre 2009
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, non sussiste un diritto del debitore, convocato avanti al giudice, ad ottenere il differimento della trattazione per consentire il ricorso a procedure concorsuali alternative (nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10900 del 5 maggio 2010
«La sentenza emessa in primo grado nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento, ai sensi degli art. 18 e 19 della legge fall. (nel testo previgente, applicabile "ratione temporis"), dallo stesso collegio che ha provveduto alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9711 del 8 ottobre 1992
«In tema di detenzione abusiva di munizioni, poiché le pistole Beretta cal. 9, mod. 84F e mod. 34 sono state iscritte nel catalogo ufficiale delle armi comuni da sparo mentre altre armi corte dello stesso calibro non sono state iscritte in detto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10307 del 22 novembre 1996
«Il difensore munito di procura per una determinata controversia non può in base alla stessa effettuare la chiamata in garanzia di un terzo introducendo nel processo una nuova e distinta controversia che ecceda i limiti dell'originario rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 316 del 12 gennaio 2012
«Ai sensi dell'art. 92, secondo comma, c.p.c., nel testo applicabile "ratione temporis" prima dell'entrata in vigore della legge 18 giugno 2009, n. 69, costituisce giusto motivo di compensazione delle spese processuali l'esistenza di una...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26906 del 15 dicembre 2006
«Solo nell'ambito del medesimo processo (e delle diverse fasi di impugnazione ) è consentito dedurre errori, nullità, illegittimità o irregolarità in esso verificatesi, ed ove tali deduzioni intervengano in un diverso processo il giudice adito non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4984 del 4 aprile 2001
«L'accertamento e la valutazione dell'interesse ad agire (da compiersi in via preliminare, prescindendo dall'esame del merito della controversia e dall'ammissibilità della domanda sotto altri e diversi profili) si risolvono in un'indagine...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2999 del 10 febbraio 2010
«In tema di azione di annullamento delle deliberazioni delle assemblee condominiali, la legittimazione ad agire attribuita dall'art. 1137 c.c. ai condomini assenti e dissenzienti non è subordinata alla deduzione ed alla prova di uno specifico...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24532 del 20 novembre 2009
«Nel processo di esecuzione il diritto del cittadino al giusto processo, ai sensi dell'art. 111 Cost. (come modificato dalla L. costituzionale n. 2 del 1999), deve essere soddisfatto attraverso il contraddittorio tra le parti in ogni fase...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12700 del 18 ottobre 2001
«Nei gradi di impugnazione, il principio dell'interesse ad agire si configura diversamente rispetto al giudizio di primo grado, dovendosi tener conto dell'intervenuta pronuncia della sentenza di primo grado, idonea ad assumere la consistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10288 del 27 luglio 2001
«È ammissibile l'impugnazione con la quale l'appellante si limiti a dedurre soltanto i vizi di rito avverso una pronuncia che abbia deciso anche nel merito in senso a lui sfavorevole, solo ove i vizi denunciati comporterebbero, se fondati, una...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1142 del 27 ottobre 2000
«Nel caso in cui le domande proposte contro diversi convenuti siano autonome, in relazione alla distinzione dei rispettivi titoli, rapporti giuridici e “causae petendi”, si verifica una situazione di litisconsorzio facoltativo improprio, con la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1784 del 13 febbraio 1992
«Il licenziamento, ancorché collettivo o intimato, con unico atto, ad una pluralità di lavoratori, ha natura di negozio unilaterale recettizio volto a determinare la cessazione del rapporto di lavoro dei singoli dipendenti destinatari della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 254 del 11 gennaio 2006
«La contestazione della legittimazione passiva da parte del convenuto che abbia chiesto la chiamata in causa di un terzo ritenuto obbligato in sua vece è logicamente e giuridicamente incompatibile con la qualificazione dell'evocazione del terzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20610 del 7 ottobre 2011
«Nell'ipotesi in cui la parte convenuta in un giudizio di risarcimento dei danni, derivanti dalla realizzazione di una nuova costruzione, nel dedurre il difetto della propria legittimazione passiva, chiami in causa un terzo, con il quale non...»