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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19182 del 15 dicembre 2003
«In ipotesi di alterazioni dei luoghi compiute dal titolare di una servitù prediale e tali da concretare vere e proprie turbative o molestie in pregiudizio al proprietario del fondo servente, la tutela di questi non si esercita mediante l'actio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1497 del 16 febbraio 1994
«Poiché la servitù di acquedotto comprende la facoltà, quale adminiculum servitutis, di accedere al fondo servente al fine di controllare lo stato dei canali e delle tubazioni dell'acqua, operare i necessari spurghi e procedere alle riparazioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10447 del 1 agosto 2001
«La servitù costituita a favore di un determinato fondo, ove ad esso ne venga unito un altro, non si estende a favore di questo, dovendo i due fondi originari, costituenti ormai un insieme, rimanere distinti ai fini della servitù, senza, tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4551 del 15 luglio 1986
«Ai sensi dell'art. 1065 c.c., con riguardo alla determinazione dell'estensione e modalità di esercizio della servitù, prima di adottare il criterio del contemperamento dei contrapposti interessi dei fondi previsto dall'ultima parte di tale norma,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3524 del 10 giugno 1982
«L'esercizio della servitù, nell'armonico contemperamento dei principi stabiliti dagli artt. 1064 e 1065 c.c., è dominato dal criterio oggettivo del minimo mezzo, nel senso che il titolare della servitù attiva ha il diritto di realizzare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4222 del 23 febbraio 2007
«Nel dubbio circa l'estensione o le modalità di esercizio, la servitù acquistata in virtù di un titolo negoziale deve ritenersi costituita, ai sensi dell'art. 1065 c.c., in modo da soddisfare il bisogno del fondo dominante con il minor aggravio del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16956 del 29 novembre 2002
«Ai fini della tutela del possesso di una servitù, per accertare e qualificare la relazione di fatto instauratasi fra il ricorrente ed il fondo che si assume servente non è sufficiente avere riguardo alla pratica dell'anno precedente al preteso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8609 del 29 agosto 1998
«In tema di servitù prediali (nella specie, servitù di passaggio), la norma di cui all'art. 1066 c.c. (secondo la quale, nelle questioni di possesso delle servitù, si ha riguardo «alla pratica dell'anno antecedente»), consente al proprietario del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10581 del 10 dicembre 1994
«In materia di servitù il riferimento alla pratica dell'anno antecedente ai sensi dell'art. 1066 c.c. va inteso quale criterio per la determinazione della situazione possessoria tutelabile, ove non sia contestata l'esistenza di un potere di fatto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8924 del 20 agosto 1991
«Nella controversia inerente al possesso di servitù, l'estensione e le modalità di tale possesso vanno individuate, ai sensi dell'art. 1066 c.c., alla stregua della pratica dell'anno antecedente o dell'ultimo godimento, mentre non può trovare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2628 del 26 aprile 1984
«In tema di tutela possessoria di servitù la reintegrazione di questa è legittimamente disposta in riferimento alle modalità di esercizio nell'anno precedente, ancorché sia stata richiesta nei limiti del pregresso esercizio, atteso che nelle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2982 del 21 ottobre 1974
«L'art. 1066 c.c., in tema di possesso delle servitù, non subordina la tutela possessoria alla durata ultrannale dell'esercizio del potere di fatto corrispondente alla servitù, ma indica soltanto i criteri alla cui stregua debbono essere risolte le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3370 del 22 maggio 1981
«Costituisce aggravamento della servitù di veduta, non consentito dall'art. 1067 c.c., l'ampliamento di aperture esistenti, in guisa da rendere più agevole l' inspicere e il prospiciere in alienum , con corrispondente maggiore aggravio per il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3843 del 25 giugno 1985
«Il semplice fatto di una innovazione apportata al fondo servente non può essere considerato di per sé costitutivo di una limitazione della servitù se non costituisca anche un danno effettivo per il fondo dominante, in quanto l'esercizio della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2521 del 17 giugno 1977
«Il proprietario del fondo gravato da servitù di veduta deve astenersi da atti o comportamenti che ne rendano più difficoltoso l'esercizio, ovvero che sottraggano un certo spazio al suo godimento, ma non è anche tenuto a rendere impraticabile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1930 del 24 aprile 1978
«Le innovazioni eseguite nel fondo servente con la riduzione dello spazio disponibile per l'esercizio di una servitù di passaggio pedonale e la modificazione del relativo tracciato originario non costituiscono fatti di spoglio del possesso della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7887 del 22 luglio 1999
«Anche le servitù apparenti e permanenti possono prescriversi per non uso, atteso che il mancato esercizio della servitù protratto per venti anni, dipendente dall'inerzia del titolare attivo, comporta, al pari dell'impossibilità di fatto di usare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5396 del 6 novembre 1985
«Il principio secondo cui l'impossibilità di fatto di usare della servitù o il venir meno dell'utilità della medesima non fanno estinguere la servitù se non è decorso il termine di venti anni ex artt. 1073 e 1074 c.c., si applica qualunque sia la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1214 del 13 febbraio 1999
«Le turbative che abilitano all'esercizio delle azioni a difesa della servitù (azione confessoria e azioni possessorie) non devono consistere necessariamente in alterazioni fisiche attuali dello stato di fatto, essendo sufficiente un comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1842 del 13 febbraio 1993
«L' actio confessoria servitutis, quale azione reale avente ad oggetto l'accertamento dell'affermato diritto di servita, trova fondamento nel fatto stesso che vi siano contestazioni sulla legittimità dell'esercizio del medesimo, accompagnate o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3110 del 23 maggio 1985
«L' actio confessoria, come azione reale a difesa della servitù, trova il suo fondamento solo se vi siano contestazioni sulla legittimità dell'esercizio del diritto di servitù, laddove se si è in presenza di turbative o minacce che non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1994
«Riguardo alla confessoria servitutis, la legittimazione dal lato passivo è in primo luogo di colui che, oltre a contestare l'esistenza della servitù, abbia un rapporto attuale con il fondo servente (proprietario, comproprietario, titolare di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13424 del 12 settembre 2003
«La presunzione di buona fede iniziale del possesso esclusivo del bene comune viene meno allorché sia fornita la prova della successiva consapevolezza da parte del possessore di ledere l'altrui diritto all'amministrazione e al godimento del bene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4658 del 17 dicembre 1976
«In tema di condominio negli edifici, al fine dell'indagine sulla legittimità o meno di opere che, partendo dalla cosa di pertinenza esclusiva del singolo proprietario o compossessore, incidano su spazio o superficie oggetto di comunione (nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7704 del 2 agosto 1990
«In tema di condominio negli edifici, i pianerottoli quali componenti essenziali delle scale comuni e così avendo funzionale destinazione al migliore godimento dell'immobile da parte di tutti i condomini, non possono essere trasformati, dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11419 del 22 luglio 2003
«In tema di possesso ad usucapionem di beni immobili, la fattispecie acquisitiva del diritto di proprietà si perfeziona allorché il comportamento materiale — continuo ed ininterrotto — attuato sulla res sia accompagnato dall'intenzione resa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6382 del 23 giugno 1999
«Il godimento del bene comune può essere invocato dal comproprietario, al fine dell'usucapione della proprietà dello stesso, solo quando si traduca in un possesso esclusivo con riguardo sia al corpus che all' animus incompatibile con il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1367 del 18 febbraio 1999
«In tema di compossesso, il godimento esclusivo della cosa comune da parte di uno dei compossessori non è, di per sé, idoneo a far ritenere lo stato di fatto così determinatosi funzionale all'esercizio dei possesso ad usucapionem, e non anche,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12231 del 25 novembre 1995
«La disposizione dell'art. 1102, comma 2, c.c., secondo la quale il partecipante alla comunione non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso, impedisce al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5640 del 23 maggio 1995
«Il comproprietario può usucapire la proprietà esclusiva della cosa comune solo possedendola, animo domini, per il tempo necessario, in modo inconciliabile con la possibilità di fatto di un godimento comune, come nel caso in cui la cosa venga...»