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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25825 del 10 dicembre 2009
«La disciplina di cui all'art. 320 c.p.c. non comporta alcuna deroga al principio della revocabilità di tutte le ordinanze - salvo quelle espressamente dichiarate non revocabili - da parte del giudice che le ha emesse; ne consegue che l'ordinanza...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 315 del 12 gennaio 2012
«La comparsa conclusionale assolve unicamente una funzione illustrativa delle domande e delle eccezioni ritualmente introdotte nel giudizio e sulle quali si sia instaurato il contraddittorio delle parti, non potendo di regola contenere domande o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20261 del 19 settembre 2006
«Il requisito della specificità dei motivi di appello, prescritto dall'art. 342 c.p.c., non può essere definito in via generale ed assoluta, ma dev'essere correlato alla motivazione della sentenza impugnata, nel senso che la manifestazione volitiva...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12140 del 23 maggio 2006
«L'onere di specificazione dei motivi di appello, imposto dall'art. 342 c.p.c., non è assolto con il semplice richiamo per relationem alla comparsa conclusionale di primo grado, perché i motivi di gravame devono riferirsi alla decisione appellata,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6335 del 26 giugno 1998
«Nel giudizio d'appello — che non è un iudicium novum — la cognizione del giudice resta circoscritta alle questioni dedotte dall'appellante attraverso specifici motivi, e tale specificità esige che alle argomentazioni svolte nella sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13897 del 20 ottobre 2000
«Nell'ipotesi di mancato reperimento del fascicolo d'ufficio di primo grado nell'incartamento processuale, il giudice di appello, qualora la parte interessata non abbia provveduto a depositare il fascicolo di parte, secondo quanto richiesto con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1116 del 24 gennaio 2003
«La nullità dell'atto introduttivo del giudizio di appello derivante dalla mancanza dell'avvertimento previsto dall'art. 163, terzo comma n. 7, c.p.c., deve ritenersi sanata dalla costituzione dell'appellato, se questi, nella comparsa di risposta,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5021 del 8 maggio 1995
«È valida la riassunzione del processo sospeso, dopo la decisione sul regolamento di giurisdizione, che sia stata effettuata con comparsa ex art. 125 disp. att. c.p.c., atteso che tale forma di riassunzione è prevista dal primo comma del cit. art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10969 del 20 dicembre 1994
«In sede di appello, l'exceptio inadimpleti contractus, costituendo eccezione in senso proprio, va proposta con l'atto di appello ed è, quindi, inammissibile, se sollevata in occasione di successive difese (nella specie era stata formulata per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17525 del 19 novembre 2003
«La mancata proposizione, per il tramite di appello incidentale ovvero nella comparsa di costituzione e risposta, dell'eccezione relativa al difetto di rappresentanza della persona giuridica appellante, non determina alcuna tardività, atteso che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15658 del 21 giugno 2013
«Anche in materia di mediazione la non contestazione del convenuto costituisce un comportamento univocamente rilevante ai fini della determinazione dell'oggetto del giudizio, con effetti vincolanti per il giudice, che dovrà astenersi da...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2952 del 28 aprile 1986
«La facoltà della parte di deferire all'avversario giuramento decisorio resta soggetta, anche in grado d'appello, al disposto dell'art. 233 c.p.c., e, pertanto, è esercitabile davanti al giudice istruttore, non anche con la comparsa conclusionale.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1861 del 8 marzo 1990
«Con riguardo al giudizio di cassazione l'art. 377 c.p.c., nel prevedere che il cancelliere dia comunicazione della udienza o dell'adunanza in camera di consiglio agli avvocati delle parti almeno venti giorni prima, non prescrive che il detto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11490 del 21 giugno 2004
«In caso di cassazione con rinvio, la domanda di restituzione di quanto prestato in esecuzione della sentenza d'appello poi cassata può essere proposta non solo introducendo con atto di citazione un nuovo, distinto giudizio ma anche in sede di atto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 538 del 19 gennaio 2000
«L'onere della riassunzione del giudizio di rinvio ai sensi dell'art. 392 c.p.c. non comporta che a detta riassunzione debbano provvedere separatamente e distintamente tutte le parti interessate alla prosecuzione del giudizio, come si desume dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1027 del 19 febbraio 1986
«Qualora una delle parti abbia riassunto la causa, in sede di rinvio, nel termine annuale di cui all'art. 392 c.p.c., ancorché per conseguire soltanto la restituzione di quanto corrisposto in esecuzione della sentenza cassata, ne deriva la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2800 del 9 aprile 1988
«Le domande volte alla restituzione od alla riduzione in pristino in conseguenza della cassazione della sentenza (art. 389 c.p.c.), pur essendo devolute alla cognizione del giudice di rinvio, sono del tutto autonome rispetto a quelle aventi ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8492 del 22 aprile 2005
«La riassunzione della causa dinanzi al giudice di rinvio ai sensi dell'art. 392 c.p.c. ha la funzione di riattivare la prosecuzione del giudizio conclusosi con la sentenza cassata; ne consegue che non deve ritenersi necessario per la validità...»
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Cassazione civile, sentenza n. 2435 del 5 settembre 1963
«Nel giudizio di rinvio la estinzione del processo non può essere dichiarata di ufficio dal giudice ma deve essere eccepita dalla parte nella comparsa di risposta che è il primo scritto difensivo.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17513 del 30 agosto 2005
«Nel rito del lavoro deve essere esclusa la decadenza a carico della parte che, nel ricorso introduttivo del giudizio o nella memoria difensiva di costituzione, abbia omesso di dedurre il mezzo di prova riguardante una circostanza, anche se di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 498 del 20 gennaio 1999
«La specificità dei motivi di appello richiesta dagli artt. 342 e 434 c.p.c. impone all'appellante di individuare con chiarezza le statuizioni investite dal gravame e le censure in concreto mosse alla motivazione della sentenza impugnata, in modo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 383 del 14 gennaio 2000
«Il richiamo nella comparsa di costituzione in appello «a tutto quanto già dedotto nella comparsa di costituzione e risposta del giudizio di primo grado» non confligge con l'art. 436, comma secondo c.p.c., che nel rito speciale del lavoro —...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1328 del 20 gennaio 2011
«Nel giudizio di opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c., l'opponente ha veste sostanziale e processuale di attore; pertanto, le eventuali "eccezioni" da lui sollevate per contrastare il diritto del creditore a procedere ad esecuzione forzata...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10187 del 15 ottobre 1998
«Sia per l'opposizione all'esecuzione che per l'opposizione agli atti esecutivi avanzate nel corso del procedimento esecutivo già iniziato, le forme previste dagli artt. 615 secondo comma e 617 secondo comma c.p.c. non sono richieste a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4780 del 26 febbraio 2013
«L'inesistenza della procura alle liti relativa al ricorso per decreto ingiuntivo (nella specie, conferita da società estintasi per incorporazione) comporta l'invalidità non solo della fase monitoria e dell'ingiunzione, ma anche della domanda agli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17495 del 26 giugno 2008
«In tema di opposizione al decreto ingiuntivo, la mancata produzione da parte dell'opponente della copia notificata del decreto non comporta la dichiarazione d'inammissibilità dell'opposizione, qualora la prova dell'osservanza del termine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9685 del 21 maggio 2004
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo — nel quale attore in senso formale è l'opponente, che propone le sue domande nella forma dell'atto di citazione (art. 645 c.p.c.), e, quindi, con il rispetto dei requisiti di contenuto indicati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2614 del 25 marzo 1997
«L'ordinanza di convalida di sfratto per morosità pronunciata dopo che, all'udienza all'uopo fissata, la parte intimata è comparsa ed ha formulata la propria opposizione, è indipendentemente dalla comparizione o meno dell'opponente nelle udienze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2658 del 1 giugno 1989
«Nel giudizio di separazione personale dei coniugi, di cui agli artt. 706 e ss. c.p.c., la domanda riconvenzionale (nella specie, domanda di addebitabilità all'attore della separazione stessa, avanzata dal convenuto nei cui confronti era stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8386 del 20 giugno 2000
«Nei procedimenti in camera di consiglio nei quali, per previsione legislativa, debba essere sentito il pubblico ministero (nella specie, impugnazione innanzi al tribunale della decisione della Commissione regionale per l'artigianato, adita in sede...»