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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2981 del 27 febbraio 2012
«Pertanto, sebbene il grado della diligenza esigibile non possa essere predicato in astratto, ma debba essere apprezzato in relazione al caso concreto, avuto riguardo alle particolari circostanze della vendita, alla natura della cosa ed alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4043 del 19 febbraio 2013
«Il danno non patrimoniale costituisce una categoria unitaria ed omogenea, all'interno della quale le distinzioni tradizionali (come quella tra danno morale e danno biologico) possono continuare ad essere utilizzate al solo fine di indicare in modo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10819 del 8 maggio 2013
«In tema di responsabilità datoriale per infortunio sul lavoro, l'art. 2087 cod. civ. impone all'imprenditore di adottare non soltanto le misure tassativamente prescritte dalla legge in relazione al tipo di attività esercitata, le quali...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2038 del 29 gennaio 2013
«Né la riconosciuta dipendenza delle malattie da una "causa di servizio" implica necessariamente, o può far presumere, che gli eventi dannosi siano derivati dalle condizioni di insicurezza dell'ambiente di lavoro, potendo essi dipendere piuttosto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2720 del 23 febbraio 2012
«Ai fini del licenziamento per giusta causa, rileva soltanto la mancanza del lavoratore tanto grave da giustificare l'irrogazione della sanzione espulsiva, dovendosi valutare il comportamento del prestatore nel suo contenuto oggettivo - ossia con...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 14836 del 4 settembre 2012
«La forma scritta dell'intimazione o richiesta di adempimento, necessaria per la costituzione in mora del debitore, e, quindi, per la interruzione della prescrizione, non osta, in difetto di espressa limitazione, all'ammissibilità della prova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10184 del 30 aprile 2013
«Il giuramento, sia decisorio che suppletorio, non può vertere sull'esistenza o inesistenza di rapporti giuridici o di situazioni giuridiche, né può deferirsi per provocare l'espressione di apprezzamenti od opinioni, e, tantomeno, di valutazioni...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1415 del 23 settembre 2000
«In materia di misure cautelari, nell'ipotesi in cui, a seguito di appello del pubblico ministero avverso il diniego di adozione della misura da parte del giudice per le indagini preliminari, il provvedimento restrittivo venga adottato dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 603 del 10 marzo 1997
«La sentenza della Corte costituzionale n. 45 del 31 gennaio 1991, nel ritenere che l'ottavo comma art. 309 in relazione al terzo comma dell'art. 127 c.p.p. vada interpretato nel senso che non è vietata la comparizione dell'indagato ove ne sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1362 del 23 marzo 1993
«Ciò non esclude, peraltro, il potere-dovere del giudice di procedere ad aggiustamenti del risultato di siffatta operazione, in relazione a circostanze accessorie tanto obiettive (quali, ad esempio, le modalità più o meno gravose della privazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36 del 13 marzo 1999
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, l'ingiustizia formale della detenzione, anche se conseguente a diversa qualificazione del fatto contestato nell'imputazione come reato procedibile a querela, tuttavia mancante, e/o punito con pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33067 del 5 agosto 2003
«Per determinare il dies a quo ai fini della decorrenza dei termini di durata massima delle indagini preliminari relativi a diversi fatti iscritti sotto lo stesso numero in momenti differenti, l'unico criterio è quello di ordine sostanziale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4603 del 26 gennaio 1993
«La trasmissione del verbale di arresto al pubblico ministero entro il termine indicato dall'art. 386 c.p.p. può avvenire con qualsiasi mezzo idoneo, purché la stessa sia effettuata per l'intero contenuto dell'atto, e non mediante semplice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2399 del 21 luglio 1999
«Ne consegue che la mancata verbalizzazione non infirma la valenza probatoria e l'utilizzabilità delle annotazioni sia perché nel sistema di legge esse sono prioritariamente destinate ad illustrare le attività svolte, sia perché le circostanze e le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34022 del 11 ottobre 2006
«Per le attività di polizia giudiziaria è infatti sufficiente la loro documentazione, anche in un momento successivo al compimento dell'atto e, qualora esse rivestano le caratteristiche della irripetibilità, è necessaria la certezza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49124 del 22 dicembre 2003
«In sede di convalida dell'arresto il giudice deve verificare, sia pure secondo il parametro del fumus commissi delicti la configurabilità del reato per il quale l'arresto è stato eseguito e la sua riferibilità alla persona arrestata, avuto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2918 del 13 marzo 2000
«In materia di convalida dell'arresto in flagranza, nel caso in cui il pubblico ministero abbia rimesso in libertà l'arrestato, legittimamente il g.i.p. non convalida l'arresto, qualora il verbale di arresto non gli sia stato trasmesso, ex art. 122...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1399 del 17 gennaio 2012
«La richiesta, effettuata ai sensi dell'art. 391 bis, comma undicesimo, c.p.p., e diretta a che il G.i.p. proceda con incidente probatorio all'assunzione della testimonianza o all'esame della persona che abbia esercitato la facoltà di non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 787 del 4 maggio 1992
«Il numero d'ordine del registro delle notizie di reato istituito dall'art. 335 c.p.p. costituisce un dato estrinseco dell'iscrizione sicché, per determinare il dies a quo ai fini della decorrenza dei termini di durata massima delle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10795 del 22 settembre 1999
«Poiché l'art. 468, primo comma, c.p.p. ha soprattutto lo scopo di consentire alla controparte di dedurre la prova contraria, qualora le altre parti già conoscano i fatti sui quali deve vertere la testimonianza, essendo essi analiticamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 937 del 10 gennaio 2002
«Nel giudizio abbreviato è ammissibile la richiesta dell'imputato di sottoporsi ad interrogatorio ai sensi dell'art. 421 secondo comma c.p.p., purché sia avanzata prima dell'inizio della discussione per non alterare le regole del contraddittorio in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45276 del 24 novembre 2003
«La chiamata in reità fondata su dichiarazioni de relato, per poter assurgere al rango di prova pienamente valida a carico del chiamato ed essere posta a fondamento di una pronuncia di condanna, necessita del positivo apprezzamento in ordine alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44970 del 3 dicembre 2008
«La comunicazione della notizia di reato contenente dichiarazioni accusatorie rese dalla persona offesa nei confronti dell'imputato può essere acquisita al fascicolo del dibattimento ed utilizzata per la decisione ai sensi dell'art. 512 c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39340 del 21 novembre 2002
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 431, comma 1, lett. b), c.p.p. (ai sensi del quale, in deroga al principio dell'oralità cui è espirata la disciplina del processo penale, è consentito l'inserimento nel fascicolo per il dibattimento degli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10278 del 23 maggio 2006
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 431, comma 1, lett. b), c.p.p. (ai sensi del quale, in deroga al principio dell'oralità cui è ispirata la disciplina del processo penale, è consentito l'inserimento nel fascicolo per il dibattimento degli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37286 del 7 novembre 2002
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 431, comma 1, lett. b), c.p.p. (ai sensi del quale, in deroga al principio dell'oralità cui è ispirata la disciplina del processo penale, è consentito l'inserimento nel fascicolo per il dibattimento degli atti...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35738 del 5 ottobre 2010
«Ai fini dell'interdizione al cosiddetto "patteggiamento allargato" nei confronti di coloro che siano stati dichiarati recidivi ai sensi dell'art. 99, comma quarto, c.p., non occorre una pregressa dichiarazione giudiziale della recidiva che, al...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5777 del 15 maggio 1992
«La sentenza con la quale il giudice applica all'imputato la pena da lui richiesta e concordata con il P.M., pur essendo equiparata ad una pronuncia di condanna, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 445 comma 1 c.p.p., non è però...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3429 del 11 dicembre 1998
«La richiesta di applicazione di pena patteggiata costituisce un negozio giuridico processuale recettizio che, pervenuto a conoscenza dell'altra parte, non può essere modificato unilateralmente né revocato, e, una volta che il giudice abbia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2061 del 25 gennaio 2005
«Sono pertanto inammissibili i ricorsi dell'imputato e del P.G. che puntavano a rimettere in discussione, in sede di legittimità, la qualificazione giuridica del fatto (nella specie, l'asserita qualificabilità della detenzione di sostanza...»