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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10248 del 30 novembre 1983
«In tema di recidiva, l'art. 99 c.p., nel testo sostituito dall'art. 9 d.l. 11 aprile 1974, n. 99, convertito in legge 7 giugno 1974, n. 220, dà facoltà al giudice non di escludere la circostanza, ma di non apportare gli aumenti di pena che da essa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14550 del 12 aprile 2011
«L'applicazione dell'aumento di pena per effetto della recidiva facoltativa attiene all'esercizio di un potere discrezionale del giudice, del quale deve essere fornita adeguata motivazione, con particolare riguardo all'apprezzamento dell'idoneità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4969 del 9 febbraio 2012
«Ai fini del giudizio di comparazione tra le circostanze attenuanti e la recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma quarto, c.p. - la quale anche a seguito delle modifiche apportate dall'art. 3 L. 5 dicembre 2005, n. 251 deve ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36949 del 14 settembre 2015
«Alla dichiarazione di abitualità nel reato può provvedere il giudice della cognizione anche d'ufficio. (In motivazione, la Corte ha precisato che non vi è contraddizione nella valutazione operata dal giudice, che, oltre a dichiarare il colpevole...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13085 del 20 marzo 2014
«Ai fini della configurabilità del concorso in detenzione o porto illegale di armi, è necessario che ciascuno dei compartecipi abbia la disponibilità materiale di esse e si trovi pertanto in una situazione di fatto, tale per cui possa comunque, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25705 del 12 giugno 2003
«Ai fini della sussistenza del concorso di persone nel reato, se non occorre la prova di un previo concerto tra i concorrenti, è necessario, nondimeno, dimostrare che ciascuno di essi abbia agito per una finalità unitaria con la consapevolezza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15023 del 2 maggio 2006
«In tema di concorso di persone, mentre la connivenza non punibile postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, il concorso può essere manifestato in forme che agevolano la condotta illecita, anche solo assicurando all'altro...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 949 del 1 aprile 1999
«Il criterio distintivo del delitto di associazione per delinquere rispetto al concorso di persone nel reato (e in specie nel reato continuato) consiste essenzialmente nel carattere dello stesso accordo criminoso; infatti, nel concorso, esso si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6894 del 20 febbraio 2001
«In tema di concorso nel reato proprio di falso in bilancio, è corretto desumere la sussistenza dell'elemento soggettivo da una condotta inequivocabilmente finalizzata — attraverso l'intervento degli autori materiali del fatto — ad indurre in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37277 del 15 settembre 2015
«La circostanza attenuante della partecipazione di minima importanza nella preparazione o nell'esecuzione del reato, prevista dall'art. 114 cod. pen., non trova applicazione - oltre che nella ipotesi aggravata di cui all'art. 112 cod. pen. (numero...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22456 del 5 giugno 2008
«In tema di concorso di persone nel reato, allorchè l'imputato abbia richiesto l'applicazione della circostanza attenuante prevista dall'art. 114 c.p., non sussiste il dovere di una motivazione esplicita in ordine alla sua mancata concessione, nel...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37867 del 18 settembre 2015
«In tema di irrogazione del trattamento sanzionatorio, quando per la violazione ascritta all'imputato sia prevista alternativamente la pena dell'arresto e quella dell'ammenda, il giudice non è tenuto ad esporre diffusamente le ragioni in base alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3155 del 23 gennaio 2014
«Deve ritenersi adempiuto l'obbligo di motivazione del giudice di merito sulla determinazione in concreto della misura della pena, allorché siano indicati nella sentenza gli elementi ritenuti rilevanti o determinanti nell'ambito della complessiva...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 27959 del 26 giugno 2013
«L'irrogazione della pena in una misura prossima al massimo edittale rende necessaria una specifica e dettagliata motivazione in ordine alla quantità di pena irrogata, non essendo sufficienti a dare conto dell'impiego dei criteri di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1384 del 4 maggio 2000
«In tema di esigenze cautelari la valutazione negativa della personalità dell'indagato può desumersi tenendo presenti i criteri, oggettivi e dettagliati stabiliti dall'art. 133 c.p., fra i quali sono comprese le modalità e la gravità del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5583 del 4 maggio 1999
«In materia di sostituzione delle pene detentive brevi, e con riferimento ai criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., il giudice non può includere nel criterio di scelta l'eventuale «convenienza», prospettata dalla parte, di vedersi infliggere la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8156 del 3 giugno 1996
«In tema di commisurazione della pena, quando questa venga compresa tra il minimo e il medio edittale, la motivazione non deve necessariamente svilupparsi in un esame dei singoli criteri elencati nell'art. 133 c.p., essendo sufficiente il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6034 del 25 maggio 1995
«Il giudice di merito — per adempiere all'obbligo della motivazione nel determinare la misura della diminuzione della pena in conseguenza dell'applicazione di circostanze attenuanti — esercita una tipica facoltà discrezionale e perciò non è tenuto...»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 2692 del 15 luglio 1994
«Quando è remoto nel tempo il fatto delittuoso per il quale viene disposta la misura de libertate, la motivazione del provvedimento cautelare dev'essere svolta anche con riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., valutando la condotta tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1305 del 4 febbraio 1994
«Allorquando la determinazione della pena da infliggere al condannato è quantificata a livelli che si discostano dai minimi edittali, sia per la quantificazione della pena per il reato base, che per quella per l'aumento per continuazione, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2501 del 9 marzo 1992
«Qualora il giudice, esercitando il potere discrezionale riconosciutogli dalla legge, ritenga di dover apportare alla pena fissata per il reato più grave un notevole aumento a titolo di continuazione, nel caso in cui all'imputato siano state...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12488 del 17 settembre 1990
«Nella determinazione del trattamento sanzionatorio il giudice gode di una discrezionalità vincolata, per cui deve dar ragione dei criteri legali che sono sintetizzabili nella retribuzione (gravità complessiva del fatto) e nella prevenzione sociale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 560 del 20 gennaio 1995
«Il giudizio sulla concedibilità del beneficio della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale è subordinato esclusivamente alla valutazione delle circostanze di cui all'art. 133 c.p., sicché resta precluso ogni altro...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 29885 del 13 luglio 2015
«Qualora venga disposto un rinvio dell'udienza, in accoglimento di un'istanza difensiva di riunione ad altro processo pendente nello stesso stato e grado dinanzi al medesimo giudice, il corso della prescrizione è sospeso per tutta la durata del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4708 del 11 maggio 1993
«Qualora la domanda di oblazione venga respinta per la gravità del fatto, poiché questa è prevista dall'art. 162 bis c.p. come una delle cause che possono giustificare il rigetto, è necessaria una specifica motivazione sulle ragioni di tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2475 del 17 gennaio 2008
«È configurabile il reato di cui all'art. 674 c.p. (emissione di gas, vapori o fumi atti ad offendere o molestare le persone) in presenza di «molestie olfattive» promananti da impianto munito di autorizzazione per le emissioni in atmosfera, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18422 del 25 maggio 2006
«Integra il reato di cui all'art. 674, parte seconda, c.p. l'emissione, oltre il limite della normale tollerabilità, di gas, vapori, fumo provenienti dalla cucina annessa a un ristorante, non rientrante nella nozione di impianto o stabilimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9460 del 2 settembre 1994
«L'intervenuta abrogazione, ai sensi dell'art. 231 del D.L.vo n. 285/1992 (nuovo codice della strada), a far tempo dall'1 gennaio 1993, dell'art. 22 della L. n. 615/1966 (che sanzionava penalmente la circolazione con veicoli a motore diesel i cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9957 del 9 marzo 2015
«Il reato previsto dall'art. 651 cod.pen., si perfeziona con il semplice rifiuto di fornire al pubblico ufficiale indicazioni sulla propria identità personale ed è, pertanto, irrilevante, ai fini della configurazione dell'illecito, che tali...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4662 del 31 gennaio 2000
«La sospensione condizionale della pena, concessa con sentenza di patteggiamento, può essere revocata qualora successivamente intervenga sentenza di condanna per fatto anteriore ex art. 168, comma 2, c.p., pronunziata a seguito di giudizio...»