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Corte costituzionale, sentenza n. 353 del 17 luglio 2002
«È costituzionalmente illegittimo, in riferimento agli artt. 3, 25, secondo comma, e 27, terzo comma, Cost. l'art. 688, secondo comma, c.p. nella parte in cui punisce con la pena dell'arresto da tre a sei mesi chiunque, in un luogo pubblico o...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6336 del 27 giugno 1986
«Il reato di cui all'art. 688 c.p. deve ritenersi pienamente sussistente laddove il comportamento in pubblico dell'agente denunci inequivocabilmente uno stato di manifesta ubriachezza, tale da essere facilmente percepito da chiunque, come nel caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1418 del 5 febbraio 1998
«Ai fini della configurabilità della contravvenzione di cui all'art. 698 c.p. — inottemperanza all'ordine, legalmente dato dall'autorità, di consegnare nei termini prescritti le armi detenute — la mancata indicazione di un preciso termine per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5704 del 9 giugno 1998
«...dell'art. 40 del D.L.vo 31 marzo 1988, n. 80 per le controversie relative al pubblico impiego, attese le peculiarità delle situazioni ivi regolate, alla cui stregua sono altresì da escludere dubbi di illegittimità costituzionale del sistema.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1663 del 24 febbraio 1997
«La facoltà di tutte le parti d'illustrare con memorie le tesi difensive in precedenza svolte, prevista nel rito camerale dinanzi alla Corte di cassazione dall'art. 375 ultimo comma c.p.c. (nel termine di cui all'art. 378 c.p.c.), va riconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6622 del 19 marzo 2009
«L'autorizzazione ad agire e a contraddire in giudizio in rappresentanza di un ente pubblico (nella specie, un Comune) è riferita al titolare della carica (nella specie, il Sindaco) al momento in cui l'atto deve essere compiuto, e non alla persona...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5353 del 8 marzo 2007
«L'autorizzazione necessaria perché un ente pubblico possa agire o resistere in giudizio, emessa dall'organo collegiale competente, e della quale l'organo rappresentante l'ente pubblico deve essere munito, attiene alla legittimatio ad processum...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14549 del 9 novembre 2000
«...strettamente politico e pubblico, ma estendendosi altresì — senza che vi osti alcuna norma di diritto internazionale — ad ogni altro campo, compreso quello privatistico, nel quale sia necessario tutelare gli interessi dello Stato rappresentato.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6062 del 16 giugno 1990
«Quando il competente organo dell'ente pubblico sia stato debitamente autorizzato a resistere in giudizio per opporsi, senza limitazione alcuna, ad una domanda proposta contro l'ente medesimo, non è necessaria un'ulteriore autorizzazione per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13412 del 8 giugno 2006
«Sicilia n. 30 del 2000, la nuova normativa regionale in tema di ripartizione delle competenze in conformità alla distinzione tra organi di indirizzo e di controllo pubblico-amministrativo ed organi responsabili dell'ente della gestione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2859 del 26 febbraio 2002
«L'organo rappresentativo di un ente pubblico non territoriale può stare in giudizio senza necessità di autorizzazione da parte dell'organo deliberante (ove esistente), salva diversa, specifica previsione legale o statutaria (fattispecie relativa...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10045 del 11 ottobre 1993
«L'autorizzazione a stare in giudizio, necessaria perché un ente pubblico possa agire o resistere in causa, attiene alla legitimatio ad processum, ossia all'efficacia e non alla validità della costituzione dell'ente medesimo; essa, pertanto, può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13881 del 9 novembre 2001
«L'autorizzazione a stare in giudizio è condizione di efficacia e non requisito di validità della costituzione in giudizio dell'ente pubblico e può, quindi, intervenire anche nel corso del giudizio, sanando retroattivamente le irregolarità...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 17936 del 6 settembre 2004
«L'autorizzazione a stare in giudizio è condizione di efficacia e non requisito di validità della costituzione in giudizio dell'ente pubblico, con la conseguenza che essa, sebbene intervenuta successivamente all'introduzione della causa, è idonea a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6132 del 6 marzo 2008
«...tto. Inoltre, il difetto della relativa allegazione e dimostrazione, in quanto attinente alla regolare costituzione del contraddittorio e, quindi, disciplinata da inderogabile norma di diritto pubblico processuale, è rilevabile anche di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 333 del 10 gennaio 2011
«La servitù di uso pubblico è caratterizzata dall'utilizzazione, da parte di una collettività indeterminata di persone, di un bene il quale sia idoneo al soddisfacimento di un interesse collettivo; la legittimazione ad agire o a resistere in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9576 del 1 ottobre 1997
«Nei processi che si svolgono dinanzi alla corte di appello, le parti devono necessariamente essere assistite da difensori (art. 82 c.p.c.) e, pertanto, viola la norma di cui all'art. 24, comma secondo, della Costituzione, nonché quelle di cui agli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9417 del 31 agosto 1994
«In tema di oltraggio, la «presenza» del pubblico ufficiale, presupposto indefettibile del reato di cui all'art. 341 c.p., è concetto ben diverso dal «cospetto», richiesto dal reato di cui all'art. 342 c.p. La «presenza» richiesta dalla prima norma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15046 del 13 aprile 2007
«La installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico per il gioco del poker configura il reato di esercizio di gioco d'azzardo in presenza delle condizioni legislativamente previste dall'art. 110 del TULPS, atteso che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1583 del 16 febbraio 1985
«Ai fini dell'esistenza delle contravvenzioni ex artt. 718 e 719 c.p., ossia dell'agevolazione del giuoco d'azzardo in pubblico locale, è sufficiente per il tenutario dell'esercizio una mera condotta di natura omissiva, e ciò si verifica quando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26386 del 11 giugno 2004
«In tema di esercizio di giochi d'azzardo, il titolare dell'esercizio pubblico, nel quale siano installati videogiochi che abbiano fini di lucro e che contemplino un esito aleatorio per il giocatore, non può addurre a fondamento di una pretesa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11877 del 26 marzo 2010
«Configura il reato di esercizio di giuoco d'azzardo l'installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico che, collegandosi in rete a sito internet dedicato, consenta di scegliere tra le diverse applicazioni possibili...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2862 del 9 settembre 1996
«Ai fini della tenuta del gioco d'azzardo con apparecchi elettronici videopoker, è sufficiente la loro installazione in locali aperti al pubblico o in circoli privati, a prescindere dall'accertamento della funzionalità dei medesimi e dalla sorpresa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38054 del 13 novembre 2002
«Il reato di cui all'art. 110 del Tulps (R.D. 18 giugno 1931 n. 773), come da ultimo modificato dall'art. 37 della legge 18 giugno 2000 n. 388, uso di apparecchi da giuoco di genere vietato in locali pubblici o aperti al pubblico, è certamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37148 del 6 novembre 2002
«L'art. 110 del R.D. 18 giugno 1931 n. 773, come da ultimo sostituito dall'art. 37 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, a differenza di quanto prevede l'art. 718 c.p., non sanziona l'attività di tenuta o di agevolazione del giuoco d'azzardo ma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14010 del 12 aprile 2002
«Conseguentemente integra il reato di cui al citato art. 110 l'uso di apparecchi da gioco di genere vietato in locali pubblici o aperti al pubblico che abbiano insita la scommessa o che consentono vincite puramente aleatorie, mentre vanno...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10592 del 11 ottobre 2000
«I reati previsti dagli artt. 110 T.U.L.P.S. e 718-721 c.p. non sono in rapporto di specialità perché consistono in fattispecie criminose non coincidenti, atteso che l'art. 718 c.p. punisce l'esercizio di giochi d'azzardo nei quali ricorre il fine...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10832 del 10 novembre 1985
«...che il giuoco non sia inserito negli elenchi formati dall'autorità ai sensi dell'art. 110 T.U.L.P.S., concernente la tabella da esporre nel locale pubblico, in cui sono indicati i giuochi d'azzardo e quelli che l'autorità ritenga di vietare.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7979 del 15 luglio 1992
«Perché agli effetti della legge penale possa ritenersi sussistere il requisito della «pubblicità» del fatto è sufficiente, ai sensi dell'art. 266, quarto comma, n. 2, c.p., che il fatto sia commesso, oltre che in luogo pubblico o aperto al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3076 del 4 aprile 1985
«Infatti, poiché l'azione, che offende il comune senso religioso, consiste nella pronuncia di invettive e parole oltraggiose contro la divinità e contro simboli o persone venerate nella religione, è necessario, perché si verifichi l'evento, oltre...»