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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2474 del 1 febbraio 2008
«Ai fini della configurabilità di una violazione dell'obbligo di fedeltà previsto dall'art. 2105 c.c., che si specifica nel divieto di concorrenza nei confronti del prestatore di lavoro subordinato — divieto che riguarda non già la concorrenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 519 del 16 gennaio 2001
«L'obbligo di fedeltà di cui all'art. 2105 c.c. e quelli, ad esso collegati, di correttezza e buona fede, cui è tenuto il dipendente nell'esecuzione del contratto di lavoro devono essere riferiti esclusivamente ad attività «lecite»...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11437 del 3 novembre 1995
«Infatti gli artt. 2104 e 2105 c.c., richiamati dalla disposizione dell'art. 2106 relativa alle sanzioni disciplinari, non vanno interpretati restrittivamente e non escludono che il dovere di diligenza del lavoratore subordinato si riferisca anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5023 del 2 marzo 2009
«Il criterio distintivo tra riposo intermedio, non computabile ai fini della determinazione della durata del lavoro, e semplice temporanea inattività, computabile, invece, a tali fini, e che trova applicazione anche nel lavoro discontinuo, consiste...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2340 del 17 marzo 1997
«In tal caso non tutto il contratto part-time perde validità, ma solo quella parte di esso che riserva al datore di lavoro il potere unilaterale di fissare le modalità temporali della prestazione pattuita; con l'ulteriore conseguenza che, per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10642 del 12 ottobre 1995
«Pertanto, non è consentito includervi, per effetto di interpretazioni analogiche, altre mansioni, diverse da quelle contemplate, neppure nel caso in cui tali diverse mansioni siano svolte dallo stesso soggetto in concorso con mansioni comprese...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6661 del 5 aprile 2004
«In tema di lavoro straordinario, la circostanza che esso sia prestato in maniera fissa e continuativa non è sufficiente a trasformare la natura della prestazione lavorativa resa oltre l'orario normale in prestazione ordinaria, salvo che, alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 453 del 17 gennaio 2000
«In tema di determinazione del compenso per il lavoro straordinario - che per legge (art. 2108 c.c. e art. 5 legge n. 692 del 1923) non può essere inferiore al dieci per cento della retribuzione dovuta per il lavoro ordinario - il limite...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7434 del 1 giugno 2001
«Al riguardo si deve tener presente, in primo luogo, che l'avvicendamento nel turno di lavoro si realizza quando il periodo assegnato a ciascun lavoratore per l'esecuzione della prestazione venga predisposto in regolare alternanza con i turni di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13443 del 9 ottobre 2000
«La maggiorazione corrisposta a titolo di compenso per lavoro notturno prestato secondo turni ricorrenti e con cadenza programmata va computata nella base di calcolo degli istituti per i quali la legge o il contratto preveda come base la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3233 del 3 aprile 1999
«L'art. 2113 c.c. non ha l'effetto di rendere annullabili tutte le rinunce e le transazioni del lavoratore indipendentemente dalla natura dei diritti che ne costituiscono oggetto, ma si riferisce specificamente ai diritti di natura retributiva e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4435 del 4 marzo 2004
«Ove la contrattazione collettiva preveda, quale ipotesi di giusta causa di licenziamento, l'omessa o tardiva presentazione del certificato medico in caso di assenza per malattia oppure l'inadempimento di altri obblighi contrattuali specifici da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12318 del 7 giugno 2011
«La prestazione effettuata nel settimo giorno consecutivo di lavoro esige, per la sua particolare onerosità, uno specifico compenso, che, trovando causa nello stesso rapporto di lavoro, ha natura retributiva e non risarcitoria o di indennizzo; alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13674 del 7 giugno 2010
«Ne consegue che con riferimento al regime, applicabile nella specie, anteriore al d.l.vo n. 66 del 2003, quando il lavoratore chieda compensi maggiori rispetto a quelli già corrisposti facendo valere specificamente la maggiore gravosità della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11419 del 30 agosto 2000
«Se di norma il riposo settimanale deve essere goduto dal lavoratore dopo sei giorni di espletamento dell'attività lavorativa, tale regola — come precisato dalla giurisprudenza costituzionale — non assume un valore assolutamente cogente, e non solo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6904 del 26 maggio 2000
«I suddetti compensi possono cumularsi alla stregua delle previsioni pattizie che fissino globalmente un trattamento economico-normativo differenziato in considerazione delle caratteristiche della prestazione, trattamento rispetto al quale il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2455 del 4 marzo 2000
«Nella prima ipotesi, il danno sull'an deve ritenersi presunto e il risarcimento può essere determinato spontaneamente, in via transattiva, dal datore di lavoro con il consenso del lavoratore, mediante ricorso a maggiorazioni o compensi previsti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1769 del 17 febbraio 2000
«Anche nel caso in cui il mancato godimento del riposo settimanale dopo sei giorni consecutivi di lavoro dipenda da una legittima deroga alla regola generale e sia seguito — come in ogni caso è imposto dai principi costituzionali in materia — dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9895 del 6 ottobre 1998
«Dal complesso degli orientamenti giurisprudenziali sui temi del trattamento economico dovuto per il lavoro prestato nel giorno destinato al riposo settimanale e del sindacato del giudice di merito in materia di interpretazione dei contratti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6446 del 8 luglio 1994
«I suddetti compensi possono cumularsi alla stregua di previsioni pattizie che fissino globalmente un trattamento economico-normativo differenziato in considerazione delle caratteristiche della prestazione, trattamento rispetto al quale il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4509 del 16 aprile 1993
«Il diritto dei lavoratori turnisti ad essere compensati per la particolare penosità del lavoro domenicale (ancorché con differimento del riposo settimanale in un giorno diverso) può essere soddisfatto, alla stregua della disciplina collettiva del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 96 del 6 gennaio 2001
«Anche prima del nuovo ordinamento delle autonomie locali, le aziende municipalizzate costituivano una struttura dotata di una propria autonomia organizzativa distinta da quella pubblicistica del Comune, che svolgevano la loro attività economica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13258 del 5 ottobre 2000
«Spetta al datore di lavoro, nei limiti indicati dalla Costituzione, dalle leggi ordinarie e dalla contrattazione collettiva, definire l'anno di riferimento e le modalità di fruizione, nell'arco temporale dello stesso anno, delle ferie annuali che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5393 del 7 maggio 1992
«Il lavoratore (subordinato) non può, contro l'espresso diniego dell'imprenditore, assentarsi unilateralmente, a titolo di ferie o di permessi, in un periodo, da lui scelto arbitrariamente, che non coincida con quello stabilito dall'imprenditore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14891 del 28 giugno 2006
«Nella fattispecie di recesso del datore di lavoro per l'ipotesi di assenze determinate da malattia del lavoratore, tanto nel caso di una sola affezione continuata, quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (cosiddetta eccessiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11092 del 26 maggio 2005
«Solo impropriamente, riguardo ad esso, si può parlare di contestazione delle assenze, non essendo necessaria la completa e minuta descrizione delle circostanze di fatto relative alla causale e trattandosi di eventi, l'assenza per malattia, di cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5413 del 7 aprile 2003
«La fattispecie di recesso del datore di lavoro, per l'ipotesi di assenze determinate da malattia del lavoratore, tanto nel caso di una sola affezione continuata, quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (cosiddetta eccessiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9032 del 6 luglio 2000
«In ipotesi di avvenuto superamento del periodo di comporto, l'accettazione, da parte del datore di lavoro, della ripresa della attività lavorativa del dipendente non equivale di per sé a rinuncia al diritto di recedere dal rapporto, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14065 del 14 dicembre 1999
«In caso di malattia del lavoratore, l'art. 2110, comma secondo, c.c. — il quale prevede che il recesso del datore di lavoro può essere esercitato solo dopo il protrarsi dell'impossibilità della prestazione per il periodo di tempo stabilito dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5927 del 27 giugno 1996
«L'art. 2110 c.c., nel prevedere, come autonoma ed ulteriore causa di recesso del datore di lavoro il superamento del periodo di comporto — con la conseguenza che il dipendente può essere licenziato per il solo fatto del protrarsi del suo stato di...»