-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11984 del 17 maggio 2010
«In tema di mutamento della sede di lavoro del lavoratore, sebbene il provvedimento di trasferimento non sia soggetto ad alcun onere di forma e non debba necessariamente contenere l'indicazione dei motivi, né il datore di lavoro abbia l'obbligo di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23493 del 19 novembre 2010
«La violazione della norma imperativa contenuta nell'art. 2103 c.c. e la nullità del provvedimento datoriale di trasferimento del lavoratore ad un'altra unità produttiva implicano che la conseguente condanna all'adempimento dell' obbligazione in...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16689 del 19 giugno 2008
«La violazione della norma imperativa contenuta nell'art. 2103 c.c. implica la nullità del provvedimento datoriale di trasferimento del lavoratore dalla originaria sede produttiva ad altre unità produttive e la condanna del datore di lavoro ad...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9134 del 7 luglio 2000
«Poiché la legge definisce soltanto la durata massima della prestazione lavorativa, le parti del contratto di lavoro possono prevedere una convenzione caratterizzate da elasticità dell'orario, in ragione delle mutevoli esigenze del datore di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6661 del 5 aprile 2004
«In tema di lavoro straordinario, la circostanza che esso sia prestato in maniera fissa e continuativa non è sufficiente a trasformare la natura della prestazione lavorativa resa oltre l'orario normale in prestazione ordinaria, salvo che, alla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17725 del 29 luglio 2010
«Il diritto dei lavoratori turnisti ad essere compensati per lo svolgimento dell'attività lavorativa nella giornata di domenica (ancorché con differimento del riposo settimanale in un giorno diverso) può essere soddisfatto, oltre che con...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8820 del 28 giugno 2001
«In relazione a prestazioni lavorative comportanti turni di lavoro di sette o — entro limiti di ragionevolezza — più giorni consecutivi con riposo compensativo, ove il lavoratore chieda maggiori compensi di quelli già corrisposti in conformità al...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9895 del 6 ottobre 1998
«Dal complesso degli orientamenti giurisprudenziali sui temi del trattamento economico dovuto per il lavoro prestato nel giorno destinato al riposo settimanale e del sindacato del giudice di merito in materia di interpretazione dei contratti...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7432 del 13 luglio 1999
«Ancorché nel nostro ordinamento la retribuzione durante il periodo feriale sia garantita da norma costituzionale (art. 36, comma 3, Cost.) oltre che da norma codicistica (art. 2109 c.c.), poiché queste fonti legali non contengono alcuna previsione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2569 del 21 febbraio 2001
«Il diritto alla fruizione effettiva del periodo feriale — non goduto nell'anno di riferimento per fatto imputabile al datore di lavoro — trova il suo fondamento nell'art. 2058 c.c. (dettato per la responsabilità aquiliana ma che in materia...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13860 del 19 ottobre 2000
«Dal mancato godimento delle ferie deriva — una volta divenuto impossibile per l'imprenditore, anche senza sua colpa, adempiere l'obbligazione di consentire la loro fruizione — il diritto del lavoratore al pagamento dell'indennità sostitutiva, che...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 716 del 24 gennaio 1997
«Con riferimento al licenziamento che trovi giustificazione nelle assenze per malattia del lavoratore, la disciplina speciale posta dall'art. 2110 c.c. trova applicazione in luogo di quella sui licenziamenti individuali dettata dalla legge n. 604...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6601 del 12 giugno 1995
«Nella determinazione, con il criterio dell'equità, del tempo massimo del periodo di comporto per assenze frazionate, in mancanza di una disciplina collettiva delle conseguenze di tali assenze, il giudice deve tendere ad assimilare quanto più...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16198 del 10 luglio 2009
«In presenza di un intervento legislativo volto a disciplinare cessioni di aziende o di loro rami (nella specie, il D.L.vo n. 79 del 1999, cosiddetto "decreto Bersani") trovano applicazione, nel silenzio della legge, i principi informatori e la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4710 del 12 aprile 2000
«In tema di trasferimento d'azienda, il mantenimento formale — in capo all'impresa cedente — della titolarità dei rapporti di lavoro con i dipendenti, in esecuzione di una clausola contrattuale di gradualità dei trasferimenti (clausola invalida per...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5932 del 5 marzo 2008
«Per ramo d'azienda, ai sensi dell'art. 2112 c.c. (così come modificato dalla legge 2 febbraio 2001, n. 18, in applicazione della direttiva CE n. 98/50), come tale suscettibile di autonomo trasferimento riconducibile alla disciplina dettata per la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17434 del 8 agosto 2007
«Il trasferimento di un ramo di azienda che costituisca, prima del trasferimento, un'entità dotata di autonomia ed unitaria organizzazione è configurabile come trasferimento aziendale ai sensi dell'art. 2112 c.c., mentre non è riconducibile alla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8017 del 6 aprile 2006
«Per «ramo d'aziende», ai sensi dell'art. 2112 c.c. (così come modificato dalla legge 2 febbraio 2001, n. 18, in applicazione della direttiva CE n. 98/50), come tale suscettibile di autonomo trasferimento riconducibile alla disciplina dettata per...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 206 del 10 gennaio 2004
«L'art. 2112 c.c., anche nel testo anteriore alle modifiche di cui al D.L.vo n. 18 del 2001, attuativo della direttiva comunitaria n. 50 del 1998, consente, letto in linea con la giurisprudenza comunitaria formatasi in merito alla interpretazione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15105 del 25 ottobre 2002
«La disciplina dettata dall'art. 2112 c.c. e dall'art. 47 legge 428/1990 (in ordine alla successione dell'imprenditore cessionario all'imprenditore cedente nel rapporto di lavoro) trova applicazione non solo nel caso di trasferimento dell'intera...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9031 del 12 maggio 2004
«Si ha trasferimento di azienda in tutti i casi in cui, ferma restando l'organizzazione del complesso di beni destinati all'esercizio dell'attività economica, ne muta il titolare; in questo caso, i rapporti di lavoro preesistenti al trasferimento...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2521 del 6 marzo 1998
«Il trasferimento d'azienda — in qualunque forma realizzato e quindi anche, indirettamente, attraverso la restituzione dei beni aziendali dall'imprenditore affittuario al proprietario e la cessione in affitto da questo ad altro datore di lavoro —...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13616 del 17 settembre 2002
«L'art. 2113 c.c. è applicabile anche nell'ipotesi in cui il lavoratore abbia già intrapreso un'azione giudiziaria, in quanto la sua posizione di soggezione nei confronti del datore di lavoro non viene meno per il fatto che egli abbia azionato un...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 21 marzo 2000
«La mera accettazione del trattamento di fine rapporto ancorché non accompagnata da alcuna riserva non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinuncia ai diritti derivanti dall'illegittimità del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12556 del 15 dicembre 1998
«L'indisponibilità dei diritti del lavoratore subordinato derivanti dalle norme imperative (quale, nella specie, il diritto al riposo settimanale fruito in modo frazionato) non comporta l'indisponibilità del diritto al risarcimento dei danni...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3782 del 17 febbraio 2009
«La norma che consente al datore di lavoro di operare le ritenute contributive sulla retribuzione del lavoratore (art. 19 della legge 4 aprile 1952, n. 218) è di stretta interpretazione e, limitando il diritto di ritenuta del datore di lavoro sulla...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5611 del 18 maggio 1991
«Il carattere dell'intangibilità della retribuzione, inderogabilmente sancito dall'art. 2099 c.c. ed accentuato, con riguardo alla retribuzione corrisposta sotto forma di contributi a fondi aziendali, dall'art. 2117 dello stesso codice, il quale...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12942 del 22 novembre 1999
«Il recesso dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato può attuarsi unicamente nella duplice forma del licenziamento intimato dal datore di lavoro ovvero delle dimissioni rassegnate dal lavoratore; pertanto, mentre è possibile che le parti...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5786 del 11 giugno 1999
«Qualora il datore di lavoro sia soggetto munito di personalità giuridica di diritto privato, la volontà di recedere dal rapporto di lavoro, mediante il licenziamento (atto unilaterale recettizio), deve essere manifestata dalla persona o...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4391 del 26 febbraio 2007
«Le dimissioni del lavoratore costituiscono un atto unilaterale recettizio idoneo a determinare la risoluzione del rapporto nel momento in cui pervengono a conoscenza del datore di lavoro, indipendentemente dalla volontà di quest'ultimo, con la...»