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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 473 del 20 gennaio 1994
«La disposizione dell'art. 887 c.c. che, per i fondi a dislivello negli abitati, pone sul proprietario del fondo superiore l'onere della costruzione e manutenzione del muro di sostegno, non si applica ai fondi rustici, in relazione ai quali, per il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9156 del 27 agosto 1991
«In tema di fondi a dislivello, il proprietario del fondo superiore è tenuto a costruire a proprie spese il muro di sostegno sul confine, quando tale costruzione si renda necessaria per contenere il franamento del terreno che arrechi pregiudizio al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2626 del 9 luglio 1976
«Il muro che, tra fondi a dislivello, assolve la duplice funzione di sostegno del fondo superiore (con la sua parte bassa) e di divisione tra i due immobili (con la sua parte più alta) si presume di proprietà esclusiva del titolare del fondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2964 del 5 aprile 1997
«I canali di gronda ed i loro sostegni rientrano nella categoria tecnico-giuridica degli sporti, per cui, ai sensi dell'art. 873 c.c., non si tiene conto di essi nella misurazione della distanza tra fabbricati. Qualora invece si controverta della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1305 del 9 aprile 1975
«Quando, in base al combinato disposto degli artt. 843 e 896 c.c., i frutti caduti dai rami protesi sul fondo del vicino appartengono, a norma degli usi locali, al proprietario dell'albero, al quale il proprietario del fondo, sul quale sono caduti...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27 del 21 febbraio 2000
«Il bilancio d'esercizio di una società di capitali, che violi i precetti di chiarezza e precisione dettati dall'art. 2423, comma secondo c.c. (anche nel testo anteriore alle modificazioni apportate dal D.L.vo n. 127 del 9 aprile 1991), è illecito,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2873 del 18 marzo 1991
«Le disposizioni sulle distanze delle costruzioni dalle vedute si osservano anche nei rapporti fra condomini di un edificio, non derogando l'art. 1102 c.c. al disposto dell'art. 907 stesso codice. Tuttavia non può considerarsi «costruzione» vietata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8067 del 18 aprile 2005
«In tema di scolo delle acque, l'art. 913 c.c., imponendo il divieto di compiere le alterazioni dello stato dei luoghi che possano comportare una sensibile modifica del deflusso delle acque, prevede un nesso causale fra l'opera dell'uomo e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3882 del 15 giugno 1981
«... legittimato passivo rispetto all'azione esperita dal vicino confinante ai sensi delle norme citate è il proprietario del fondo in questione, e non l'affittuario, soggetto unicamente, ricorrendone le condizioni, alla rivalsa nei confronti del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3714 del 18 aprile 1994
«Allorquando più soggetti, singolarmente proprietari in via esclusiva di aree tra loro confinanti, si accordino per realizzare su tali aree accorpate una costruzione, sia pure concepita e progettata in modo unitario, ciascuno di essi diventa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8919 del 20 agosto 1991
«Con riguardo al suolo sottostante alla falda di un tetto, deve escludersi la possibilità di presumerne l'appartenenza al proprietario del fabbricato, considerando che per detto elemento accessorio ed esterno della costruzione non trovano...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6777 del 17 maggio 2001
«Nelle controversie riconducibili alle fattispecie regolate dagli artt. 1150 e 936 c.c. nessun indennizzo a carico del proprietario del fondo può essere preteso dal terzo costruttore che abbia realizzato l'opera in violazione della normativa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 120 del 7 gennaio 1983
«L'azione di rivendicazione e quella di restituzione — pur differenziandosi perché, mentre la prima, di natura reale, tende al riconoscimento del diritto di proprietà dell'attore ed al conseguimento del possesso sottrattogli contro la sua volontà,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2485 del 18 marzo 1999
«L'attore che agisce in rivendicazione assumendo essergli inopponibile il titolo di acquisto (derivativo) del convenuto, in quanto trascritto posteriormente al proprio, ha l'onere di dimostrare la provenienza di entrambi i titoli dal medesimo dante...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8176 del 19 agosto 1998
«In tema di rivendica, anche mobiliare, il principio secondo cui l'attore è onerato della prova dell'asserito diritto domenicale mediante la dimostrazione, ove occorrente, del titolo originario di acquisto del bene va interpretato in relazione alle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5161 del 10 marzo 2006
«Qualora il convenuto sostenga, in via riconvenzionale, di aver acquistato per usucapione la proprietà del bene rivendicato, si attenua l'onere probatorio posto a carico dell'attore in rivendicazione, poiché esso si riduce alla prova di un valido...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6258 del 3 giugno 1991
«Ove l'attore, sostenendo di essere proprietario di un'immobile, neghi che il convenuto sia titolare di un diritto di passaggio sul medesimo, e quest'ultimo, a sua volta, pur riconoscendo il titolo di proprietà dell'attore, opponga di essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 730 del 8 febbraio 1982
«I creditori dell'enfiteuta, a norma dell'art. 974 c.c. possono intervenire nel giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico non soltanto al fine di sostenere le ragioni dell'enfiteuta opponendosi alla domanda di devoluzione, ma altresì per far...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7886 del 11 agosto 1998
«Il nudo proprietario il quale chieda la decadenza dell'usufruttuario dal suo diritto, adducendo che si sia verificata una delle ipotesi previste dall'art. 1015 c.c. (abuso del diritto consistente nell'alienazione o nel deterioramento dei beni che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12085 del 28 novembre 1998
«Il concetto di rinnovamento delle attività abbisognevoli di riparazione, cui si riferisce l'art. 1005 c.c. in tema di ripartizione delle spese relative alla cosa oggetto di usufrutto, è ben diverso dal concetto di innovazione cui si riferiscono,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2637 del 5 luglio 1975
«A norma degli artt. 1008 e 1009 c.c., l'usufruttuario è tenuto all'assolvimento dei soli carichi che gravano sul godimento, in quanto ne costituiscono il corrispettivo o servono a renderlo possibile o ad incrementarlo, ovvero, infine, si risolvono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14693 del 16 ottobre 2002
«In materia di diritti reali di godimento, pur potendo il requisito della utilitas consistere, al fine della ricorrenza di una servitù prediale, in una destinazione del fondo servente a mera comodità od amenità del fondo dominante ovvero a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4533 del 19 maggio 1990
«Ai fini della costituzione negoziale di una servitù coattiva non è sufficiente la mera esistenza dell'esigenza tutelata dalla legge, ma è necessario che dal negozio risulti l'intenzione delle parti di sopperire a tale esigenza in adempimento del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20997 del 30 settembre 2009
«In tema di passaggio coattivo, nel caso in cui si lamenti l'impossibilità di accedere al proprio fondo, invece che con mezzi meccanici di ridotte dimensioni (motocicletta), con mezzi meccanici di medie o comunque più grandi dimensioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2723 del 18 marzo 1987
«Ai fini dell'ampliamento coattivo di una servitù di passaggio ex art. 1051 c.c., non sono di per sé rilevanti in senso negativo né la lunghezza del percorso da compiere nel fondo servente, né le esigue dimensioni di questo, dovendo tali elementi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4526 del 19 maggio 1990
«L'ampliamento di una servitù di passaggio, ai sensi dell'art. 1051 c.c., trova limite nella valutazione delle contrapposte esigenze dei fondi, in quanto il pregiudizio per il fondo servente non deve essere superiore al vantaggio che ne ricaverebbe...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12340 del 15 maggio 2008
«In materia di servitù di passaggio coattivo, la disposizione dell'art. 1051, quarto comma, c.c. che esenta dall'assoggettamento le case, i cortili, i giardini e le aie ad esse attinenti ed è applicabile anche all'ipotesi di passaggio su fondo non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7476 del 4 giugno 2001
«Qualora un unico fondo pervenga in successione a due eredi, per quote indivise, e poi da questi ultimi in sede di divisione, sia frazionato in porzioni distinte, la situazione di assoggettamento di fatto dell'una all'altra porzione non può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6176 del 16 marzo 2007
«In tema di servitù prediali, l'accertamento della costituzione per usucapione ne comporta la determinazione, a norma dell'art. 1063 c.c., della relativa estensione in relazione al possesso esercitato sulla cosa per il tempo previsto allo scopo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1445 del 25 marzo 1978
«A norma dell'art. 1063 c.c., l'estensione e le modalità di esercizio di una servitù convenzionalmente costituita vanno dedotte dal titolo, tenendo conto della comune intenzione dei contraenti, da ricavarsi non soltanto dal tenore letterale delle...»