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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26234 del 2 dicembre 2005
«Ai fini dell'individuazione dell'oggetto dei negozi comportanti trasferimento di beni immobili i dati censuari costituiscono soltanto uno dei vari elementi utilizzabili in proposito, ben potendo, a tale scopo, esserne impiegati altri, in ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2349 del 21 marzo 1990
«L'atto scritto richiesto dalla legge ad substantiam per la validità dei negozi traslativi di diritti immobiliari deve essere rappresentato non da un qualsiasi documento da cui il contratto risulti in precedenza concluso, ma da uno scritto che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12411 del 19 novembre 1991
«Nei contratti a forma vincolata non occorre che la volontà negoziale sia manifestata da entrambi i contraenti contestualmente e contemporaneamente, per modo che il requisito della forma scritta ad substantiam , in caso di sottoscrizioni contenute...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 21381 del 4 ottobre 2006
«Il contratto preliminare e il contratto definitivo di compravendita si differenziano per il diverso contenuto della volontà dei contraenti, che è diretta nel primo caso ad impegnare le parti a prestare, in un momento successivo, il loro consenso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10921 del 17 agosto 2000
«Ai fini della distinzione tra condizione sospensiva e risolutiva, occorre aver riguardo più che alla qualifica che le attribuiscono le parti, alle modalità da esse stabilite per il regolamento del rapporto nello stadio di pendenza della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4514 del 21 maggio 1997
«Nel caso in cui una condicio iuris sia costituita da un evento incerto sia nell'an che nel quando, le parti possono concordare un limite temporale riguardo al suo verificarsi, per non lasciare indefinitamente nell'incertezza l'efficacia del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5575 del 15 settembre 1983
«La condizione propriamente detta ( condicio facti ) è caratterizzata dall'incertezza dell'evento futuro dal quale si fa dipendere l'efficacia o la risoluzione del negozio e per tale ragione si distingue dal termine ancorché le parti abbiano fatto...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9786 del 23 aprile 2010
«In tema di interpretazione del contratto, il giudice di merito, nel rispetto degli artt. 1362 e 1363 cod. civ., per individuare quale sia stata la comune intenzione delle parti, deve preliminarmente procedere all'interpretazione letterale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5715 del 26 giugno 1997
«Il carattere della irrevocabilità, peculiare del mandato conferito nell'interesse del mandatario (cosiddetto mandato in rem propriam), si estrinseca e si esaurisce nel limitato ambito dei rapporti interni tra mandante e mandatario, il quale ultimo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6484 del 9 luglio 1994
«L'interpretazione degli atti negoziali — che è riservata al giudice del merito ed è incensurabile in sede di legittimità ove rispettosa dei criteri legali di ermeneutica contrattuale e sorretta da motivazione immune da vizi — va condotta sulla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19104 del 2 settembre 2009
«In materia contrattuale, è rimesso all'apprezzamento del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se sorretto da congrua e corretta motivazione, lo stabilire se una determinata clausola contrattuale sia soltanto di stile ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22536 del 26 ottobre 2007
«L'interpretazione di un atto negoziale è tipico accertamento in fatto riservato al giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità, se non nell'ipotesi di violazione dei canoni legali di emeneutica contrattuale, di cui agli artt. 1362 e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12721 del 30 maggio 2007
«La scelta da parte del giudice del merito del mezzo ermeneutico più idoneo all'accertamento della comune intenzione dei contraenti non è sindacabile in sede di legittimità qualora sia stato rispettato il principio del «gradualismo» secondo il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 420 del 12 gennaio 2006
«In tema di interpretazione del contratto, il procedimento di qualificazione giuridica consta di due fasi, delle quali la prima — consistente nella ricerca e nella individuazione della comune volontà dei contraenti — è un tipico accertamento di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12409 del 23 agosto 2003
«In ragione del limite del sindacato della Corte di Cassazione — cui non è consentita l'interpretazione diretta di disposizioni di natura contrattuale, ancorché interessanti, come quelle collettive, un notevole numero di destinatari, — è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11193 del 17 luglio 2003
«In tema di interpretazione del contratto, alla Corte di cassazione è affidato il compito di verificare che non sussista un vizio di attività del giudice del merito, rilevabile solo nell'ipotesi di violazione dei canoni legali di ermeneutica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3205 del 18 marzo 1995
«Le operazioni collegate all'interpretazione dei contratti possono scomporsi, da un punto di vista strutturale, in varie fasi consistenti, la prima, nella ricerca della comune volontà dei contraenti, la seconda nella descrizione del modello della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5281 del 6 dicembre 1977
«In tema di interpretazione del contratto, così come del negozio giuridico in genere, il sindacato della Corte di cassazione può riguardare la delineazione della fattispecie astratta, nonché la riconduzione ad essa della specie in concreto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9021 del 3 luglio 2001
«Nella interpretazione delle clausole dei contratti collettivi, il senso letterale delle parole usate dalle parti sociali, pur costituendo necessario punto di partenza della indagine ermeneutica, non può avere carattere prioritario nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2616 del 9 luglio 1976
«L'art. 1364 c.c. non vieta di accertare, secondo le comuni regole dell'interpretazione, se nella comune intenzione degli stipulanti, l'oggetto del contratto fosse più o meno ampio, indipendentemente dal tenore letterale delle parole usate, e,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10816 del 14 ottobre 1991
«Nell'interpretazione delle disposizioni collettive di diritto comune — censurabile in sede di legittimità per violazione delle regole legali di ermeneutica contrattuale e per vizi di motivazione — il giudice del merito può far ricorso alla regola...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6656 del 5 aprile 2004
«In tema di interpretazione dei contratti, ma anche degli atti negoziali unilaterali tra vivi a contenuto patrimoniale (art. 1324 c.c.), il criterio della interpretazione «contra stipulatorem» rientra fra gli strumenti sussidiari di interpretazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1574 del 6 aprile 1978
«La norma dell'art. 1384 c.c. — che attribuisce al giudice il potere di diminuire equamente la penale — non ha la funzione di proteggere il contraente economicamente più debole dallo strapotere del più forte, bensì mira alla tutela e ricostruzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2541 del 27 giugno 1975
«La decisione di rigetto della domanda di riduzione della penale deve essere sorretta da specifica ed esauriente analisi e valutazione degli elementi della fattispecie, e pertanto deve ritenersi insufficiente la motivazione che faccia riferimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6577 del 5 dicembre 1988
«La caparra penitenziale, che si ha quando alla stipulazione del diritto di recesso si accompagna la dazione di una somma di danaro o di altra quantità di cose fungibili, a differenza della caparra confirmatoria funziona non già come un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11673 del 21 maggio 2007
«In materia di contratti, agli effetti dell'interpretazione della disposizione contenuta nell'art. 1419 c.c., vige la regola secondo cui la nullità parziale non si estende all'intero contenuto della disciplina negoziale se permane l'utilità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5675 del 26 giugno 1987
«Agli effetti della disposizione dettata dall'art. 1419 c.c. sulla nullità parziale, applicabile anche al contratto collettivo di lavoro, l'accertamento se la parte del contratto inficiata da nullità costituisca una clausola va condotto in termini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6004 del 5 marzo 2008
«Per decidere se ricorra la possibilità di conversione del contratto nullo, ai sensi dell'articolo 1424 c.c., deve procedersi ad una duplice indagine, l'una rivolta ad accertare la obiettiva sussistenza di un rapporto di continenza tra il negozio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2104 del 12 febbraio 2003
«Il dolo che vizia la volontà e causa l'annullamento del contratto implica la conoscenza da parte dell'agente delle false rappresentazioni che si producono nella vittima ed il convincimento che sia possibile determinare con artifici, menzogne e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9777 del 1 ottobre 1993
«In tema di annullamento del contratto per errore, le disposizioni che di tal vizio richiedono oltre che il carattere essenziale (cioè tale da determinare la parte a concludere il contratto stesso), anche quello della riconoscibilità dall'altro...»