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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10687 del 11 agosto 2000
«Il premio dovuto al ritrovatore di cosa mobile deve essere riconosciuto, ai sensi dell'art. 930, commi primo e secondo, c.c., ogni volta il bene rinvenuto abbia in sé un valore economico e, quindi, un'ovvia utilità per chi il bene stesso abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8657 del 13 aprile 2006
«In tema di accessione, l'indennizzo dovuto ai sensi dell'art. 936 c.c. dal proprietario del suolo al terzo che sullo stesso abbia realizzato opere e costruzioni con materiali propri costituisce debito di valore, sia che si determini in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15248 del 20 luglio 2005
«Poiché la proprietà e i diritti reali appartengono alla categoria dei diritti «autodeterminati» che sono individuati in base alla sola indicazione del loro contenuto, rappresentato dal bene che ne costituisce l'oggetto, nelle azioni ad essi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 730 del 8 febbraio 1982
«I creditori dell'enfiteuta, a norma dell'art. 974 c.c. possono intervenire nel giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico non soltanto al fine di sostenere le ragioni dell'enfiteuta opponendosi alla domanda di devoluzione, ma altresì per far...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2986 del 6 agosto 1975
«Le norme di cui agli artt. 1004 e 1008 c.c., che stabiliscono i criteri di ripartizione dei carichi di godimento e delle spese di custodia fra nudo proprietario ed usufruttuario, operano nei rapporti interni e, di regola, non sono opponibili al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11684 del 5 settembre 2000
«Con il regolamento condominiale possono esser costituiti pesi a carico di unità immobiliari di proprietà esclusiva e a vantaggio di altre unità abitative, cui corrisponde il restringimento e l'ampliamento dei poteri dei rispettivi proprietari, o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26973 del 7 dicembre 2005
«In tema di acquisto della servitù, tra gli istituti della destinazione del padre di famiglia e della divisione del fondo dominante, rispettivamente disciplinati dagli artt. 1062 e 1071 c.c., non è configurabile in linea astratta alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2657 del 26 marzo 1997
«In tema di comunione di diritti reali, la disposizione di cui all'ultimo comma dell'art. 1104 c.c. (secondo la quale il cessionario del partecipante è tenuto in solido col cedente a pagare i contributi da questo dovuti e non versati) può essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2658 del 14 marzo 1987
«L'obbligo di ciascun condomino di contribuire alle spese necessarie per la conservazione delle parti comuni e per l'esercizio dei servizi condominiali deriva dalla titolarità del diritto reale sull'immobile e integra un'obbligazione propter rem...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2146 del 27 maggio 1975
«Venuto meno il condominio per l'unificazione in un unico soggetto della proprietà dell'intero edificio, ciò non comporta l'estinzione per confusione del credito di un ex condomino con il debito di un altro ex condomino aventi ad oggetto il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9765 del 21 maggio 2004
«In tema di divisione, non spetta al creditore del condividente alcuna facoltà di impedire, sospendere o interrompere il giudizio di divisione attivato dal proprio debitore, atteso che il diritto alla generica garanzia patrimoniale offerta dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7485 del 6 luglio 1991
«Il creditore ipotecario chiamato nel giudizio di divisione a norma dell'art. 1113, terzo comma, c.c. assume la posizione di litisconsorte soltanto con l'effettivo intervento, per effetto del quale la divisione è efficace nei suoi confronti. Non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2889 del 6 novembre 1973
«Per il disposto dell'art. 1113, secondo comma, c.c., l'efficacia dell'opposizione del creditore, ai fini dell'impugnativa della divisione immobiliare di cui sia parte il debitore, è condizionata alla trascrizione dell'atto di opposizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27292 del 9 dicembre 2005
«La deliberazione dell'assemblea condominiale di ripartizione della spesa, finalizzata alla riscossione dei conseguenti oneri dei singoli condomini, costituisce titolo di credito del condominio e, di per sé, prova l'esistenza di tale credito,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12013 del 1 luglio 2004
«In tema di spese necessarie per la conservazione e il godimento delle parti comuni, poiché l'obbligo di ciascun condomino di contribuirvi insorge nel momento in cui si rende necessario provvedere ai lavori che giustificano la spesa, e non quando...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5035 del 8 aprile 2002
«In caso di azione giudiziale dell'amministratore del condominio per il recupero della quota di spese di competenza di una unità immobiliare di proprietà esclusiva, è passivamente legittimato il vero proprietario di detta unità e non anche chi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20957 del 29 ottobre 2004
«È inammissibile il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. avverso il decreto con il quale la corte di appello provvede sul reclamo avverso il decreto del tribunale in tema di revoca dell'amministratore di condominio ai sensi degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3264 del 17 febbraio 2005
«In tema di condominio d'edifici, la regola posta dall'art. 1124 c.c. relativa alla ripartizione delle spese di manutenzione e di ricostruzione delle scale (per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzione di piano, per l'altra metà in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3860 del 11 giugno 1986
«Qualora, al fine del consolidamento delle strutture di un fabbricato condominiale, si renda indispensabile l'esecuzione di lavori, sia su porzioni comuni, sia in appartamenti di proprietà esclusiva di alcuni condomini, e, a fronte dell'inerzia di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1934 del 14 maggio 1977
«La mancata deliberazione ed approvazione, da parte dell'assemblea di un condominio, dell'obbligazione che il singolo condomino abbia assunto in rappresentanza e nell'interesse del condominio medesimo, non preclude al creditore di far valere le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8167 del 28 agosto 1997
«Appartiene al potere discrezionale dell'assemblea e non pregiudica né l'interesse dei condomini alla corretta gestione del condominio, né il loro diritto patrimoniale all'accredito della proporzionale somma — perché compensata dal corrispondente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13631 del 5 novembre 2001
«In mancanza di diversa convenzione adottata all'unanimità, espressione dell'autonomia contrattuale, la ripartizione delle spese condominiali deve necessariamente avvenire secondo i criteri di proporzionalità, fissati nell'art. 1123 c.c., e,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7536 del 30 marzo 2006
«Il principio della presunzione di buona fede (art. 1148 c.c.), non limitato all'istituto del possesso di beni, ha portata generale, rilevando, in ambito contrattuale, nell'adempimento del debitore e nell'accettazione dell'adempimento da parte del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6278 del 22 giugno 1990
«Al possessore di azioni, il quale aderisca ad un aumento di capitale con denaro proprio, e poi subisca la rivendicazione dei titoli da parte del proprietario, deve riconoscersi l'indennità contemplata dall'art. 1150, secondo e terzo comma, c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9267 del 19 aprile 2010
«Il diritto di ritenzione, che è riconosciuto in via generale nell'art. 1152 cod. civ e si configura come situazione non autonoma ma strumentale all'autotutela di altra situazione attiva generalmente costituita da un diritto di credito, è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7692 del 13 luglio 1993
«Il diritto di ritenzione spettante al possessore di buona fede a norma dell'art. 1152 c.c. mira a tutelare la pretesa creditoria al pagamento dell'indennità e, come tale, è ad essa intimamente connesso, per cui allo stesso modo di questa deve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6942 del 5 luglio 1999
«Gli atti interruttivi dell'usucapione eseguiti nei confronti di uno dei compossessori non hanno effetto interruttivo nei confronti degli altri, in quanto il principio di cui all'art. 1310 c.c., secondo cui gli atti interruttivi contro uno dei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2103 del 6 aprile 1982
«Ai fini dell'usucapione abbreviata decennale di cui all'art. 1161 primo comma. c.c., con riguardo a titoli di credito nominativi, ove l'intestazione formale del titolo sia richiesta dall'acquirente al proprio nome, lo stato di buona fede del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14733 del 14 novembre 2000
«Per il disposto dell'art. 1165 c.c. l'applicabilità alla prescrizione acquisitiva delle disposizioni relative alla sospensione ed alla interruzione della prescrizione estintiva ha come limite la compatibilità di tali disposizioni con la peculiare...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 28056 del 25 novembre 2008
«Il principio di correttezza e buona fede - il quale, secondo la Relazione ministeriale al codice civile, «richiama nella sfera del creditore la considerazione dell'interesse del debitore e nella sfera del debitore il giusto riguardo all'interesse...»