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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2931 del 17 luglio 1995
«In tema di misure cautelari personali, una volta esaurito il relativo procedimento giurisdizionale relativo alla estradizione verso uno Stato estero, in forza del richiamo operato dall'art. 714, comma 2, c.p.p., devono ritenersi operanti i termini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1648 del 27 maggio 1997
«Il ricorso in cassazione avverso il provvedimento di arresto a fini estradizionali deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse quando nelle more della decisione sia sopravvenuta la sua revoca. Infatti, per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3384 del 28 marzo 1995
«In tema di concorso di persone nel reato, una volta dimostrato, anche per facta concludentia, l'intervenuto accordo fra più soggetti in ordine all'attuazione di una determinata azione criminosa, comprensiva anche dei suoi già preventivati,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6624 del 17 febbraio 2012
«In tema di estradizione per l'estero, l'intervenuta consegna allo Stato richiedente comporta l'inammissibilità, per sopraggiunta carenza d'interesse, dell'impugnazione proposta dalla persona reclamata avverso il provvedimento di rigetto della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38344 del 23 ottobre 2001
«È inammissibile l'incidente di esecuzione proposto nei confronti di un provvedimento di rigetto della richiesta di revoca o di sostituzione di una misura cautelare, che riconoscendo l'insussistenza delle condizioni per l'adozione di una misura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5251 del 12 gennaio 1996
«Avverso l'ordinanza con la quale venga respinta la richiesta di revoca di misura coercitiva disposta, ai sensi dell'art. 714 c.p.p., nei confronti di estradando, è proponibile, giusta quanto previsto dall'art. 719 c.p.p., soltanto il ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 914 del 27 aprile 2000
«Come anche emerge dall'art. 720 c.p.p., il provvedimento di estradizione è autonomo e necessariamente successivo rispetto alla ordinanza custodiale che, anzi, ne costituisce il presupposto. Conseguentemente, i documenti comprovanti l'estradizione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1755 del 24 maggio 1995
«Mentre avverso l'ordinanza con la quale la corte di appello dichiara esecutiva una rogatoria internazionale non è previsto alcun mezzo di impugnazione, contro gli atti compiuti in esecuzione di detta rogatoria è esperibile, da parte di chi vi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37126 del 9 ottobre 2007
«È utilizzabile ai fini della decisione la prova dichiarativa assunta all'estero nella fase dibattimentale mediante rogatoria internazionale, qualora all'imputato detenuto in Italia sia stato garantito il diritto alla assistenza e alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16364 del 3 maggio 2012
«Lgs. 7 settembre 2010, n. 161, che ha attuato nel nostro ordinamento la Decisione quadro 2008/909/GAI del 27 novembre 2008, relativa al reciproco riconoscimento delle sentenze penali a fini esecutivi. (Fattispecie relativa ad una sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6490 del 8 gennaio 1998
«In tema di riconoscimento delle sentenze penali straniere, la norma di cui all'art. 730, terzo comma, c.p.p., impone, per la richiesta del procuratore generale, il requisito indispensabile della specificazione degli effetti per i quali il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1449 del 20 luglio 1995
«In tema di riconoscimento di sentenze straniere l'art. 733, comma, lett. a), c.p.p. richiede, quale presupposto indefettibile, la irrevocabilità della sentenza stessa secondo le leggi dello Stato in cui è stata pronunciata. Qualora avverso la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3950 del 29 gennaio 1996
«L'adattamento della pena inflitta con la sentenza straniera riconosciuta in Italia deve essere eseguito rispettando la decisione straniera con riferimento al complessivo trattamento che, in virtù di tale titolo e nell'ambito della relativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11425 del 10 marzo 2004
«In tema di esecuzione in Italia di sentenza straniera, il principio stabilito dall'art. 738 c.p.p., per cui l'esecuzione della pena è soggetta alla legge italiana, trova un limite nel divieto di aggravamento della pena inflitta nell'ordinamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2200 del 3 maggio 1999
«La corte d'appello, nel deliberare, ai sensi dell'art. 743 c.p.p. e dell'art. 5 della legge 3 luglio 1989, n. 257 (recante disposizioni per l'attuazione di convenzioni internazionali in materia di esecuzione di sentenze penali), sulla domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3370 del 16 febbraio 2006
«Il principio sancito dall'art. 5 c.p.c., alla stregua del quale la giurisdizione si determina «con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda» non opera quando la norma che detta i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16404 del 4 agosto 2005
«L'art. 38, secondo comma, primo periodo, c.p.c., escludendo, nelle cause ordinarie, dalla preclusione ivi stabilita l'eccezione di incompetenza per territorio nei casi previsti dall'art. 28 c.p.c., si riferisce alle sole ipotesi che in tale norma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15367 del 1 dicembre 2000
«Il criterio per la determinazione della competenza va fissato in base non solo all'oggetto della domanda proposta dall'attore, ma anche ai fatti posti a fondamento di esse, indipendentemente dalla loro fondatezza, senza che abbiano, a tal fine,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3046 del 13 febbraio 2007
«Il principio sancito dall'art. 5 c.p.c., secondo cui i mutamenti di legge intervenuti nel corso del giudizio non assumono rilevanza ai fini della giurisdizione, la quale si determina con riguardo alla legge vigente al momento della proposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1734 del 7 febbraio 2002
«Il canone generale dell'art. 5 c.p.c. (come riformulato dall'art. 2 della legge 26 novembre 1990, n. 353), secondo cui non è influente sulla giurisdizione il mutamento della legge intervenuto successivamente alla domanda, esige, in fase di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27142 del 19 dicembre 2006
«La competenza dei giudici di pace subisce, in base alla disposizione dell'articolo 7 del codice di procedura civile, una limitazione radicale, riproduttiva del precedente testo dell'articolo, solo con riguardo ai beni immobili e non anche alle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5779 del 21 maggio 1993
«Ai fini della determinazione del valore della causa il giudice deve anche tenere conto, per una esigenza di economia processuale, delle modifiche e riduzioni della domanda ritualmente introdotte dall'attore nel corso del giudizio, quando queste...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13228 del 6 giugno 2006
«Nel caso di pluralità di domande proposte al giudice di pace, di cui l'una rientri nella competenza per materia del giudice adito (art. 7 comma terzo c.p.c.) e l'altra in quella per valore — e da decidere secondo equità se di importo non superiore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18942 del 11 dicembre 2003
«In caso di proposizione cumulativa di più domande, qualora l'attore abbia dichiarato di voler limitare complessivamente le domande nell'ambito della competenza per valore del giudice adito (cosiddetta «clausola di contenimento»), tale limitazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10249 del 27 giugno 2003
«In tema di determinazione del valore della controversia l'art. 10, secondo comma, c.p.c., secondo cui gli interessi scaduti, le spese e i danni anteriori alla proposizione della domanda si sommano al capitale, intende riferirsi, con elencazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1201 del 22 gennaio 2010
«Ai fini della determinazione della competenza per valore in relazione ad una controversia avente ad oggetto il riparto di una spesa approvata dall'assemblea di condominio, se il condomino agisce per sentir dichiarare l'inesistenza del suo obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17457 del 9 agosto 2007
«Allorquando l'azione civile viene esercitata in sede penale, ancorché per una somma rientrante nell'ambito della giurisdizione equitativa del giudice di pace, poiché l'accertamento su di essa implica la pregiudiziale decisione sul fatto di reato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3353 del 22 marzo 1993
«In tema di competenza per territorio, per stabilire, agli effetti dell'art. 20 c.p.c., quale sia «l'obbligazione dedotta in giudizio», il giudice deve limitarsi ad interpretare il contenuto obiettivo della deductio su cui verte la controversia,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8817 del 30 settembre 1996
«L'art. 96 c.p. non ravvisa nel sordomutismo uno stato necessariamente psicopatologico, ma richiede soltanto che nel sordomuto tanto la capacità quanto l'incapacità formi oggetto di specifico accertamento, da compiersi, cioè, caso per caso. Il che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4242 del 24 marzo 2003
«Il giudice non può procedere alla liquidazione del danno biologico secondo i principi di cui all'art. 4 del D.L. n. 857 del 1976, conv. nella legge n. 37 del 1977, che si riferisce, nell'ambito dell'azione diretta contro l'assicuratore, al...»