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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9032 del 6 luglio 2000
«In ipotesi di avvenuto superamento del periodo di comporto, l'accettazione, da parte del datore di lavoro, della ripresa della attività lavorativa del dipendente non equivale di per sé a rinuncia al diritto di recedere dal rapporto, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5927 del 27 giugno 1996
«L'art. 2110 c.c., nel prevedere, come autonoma ed ulteriore causa di recesso del datore di lavoro il superamento del periodo di comporto — con la conseguenza che il dipendente può essere licenziato per il solo fatto del protrarsi del suo stato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3517 del 20 marzo 1992
«Ove le reiterate assenze del lavoratore risultino riconducibili ad un'unica affezione che trovi la sua causa, ancorché non esclusiva, nelle particolari modalità di esecuzione della prestazione, sì che la prosecuzione del lavoro espletato negli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5078 del 3 marzo 2009
«Il lavoratore ha la facoltà di sostituire alla malattia la fruizione delle ferie, maturate e non godute, allo scopo di sospendere il decorso del periodo di comporto, dovendosi escludere una incompatibilità assoluta tra ferie e malattia; in tali...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28460 del 28 novembre 2008
«Nei casi in cui la contrattazione collettiva di categoria prevede nella lettera di alcune sue clausole un unico termine di comporto con riferimento sia alle assenze che all'infortunio, il giudice di merito deve accertare - all'esito di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7730 del 23 aprile 2004
«Nell'ipotesi di rapporto di lavoro con invalido assunto obbligatoriamente ai sensi della legge 12 aprile 1968, n. 482, le assenze dovute a malattie collegate con lo stato di invalidità non possono essere computate nel periodo di comporto, ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13816 del 18 ottobre 2000
«Ai fini di licenziamento per superamento del periodo di comporto, ove la disciplina contrattuale non contenga esplicite previsioni di diverso tenore, devono essere inclusi nel calcolo del periodo di comporto anche i giorni festivi o comunque non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4718 del 8 maggio 1998
«La malattia e l'infortunio, comportanti entrambi l'impossibilità della prestazione per causa riferibile al lavoratore (seppure a lui non imputabile), sono oggetto della medesima tutela predisposta dall'art. 2110 c.c., anche per quanto attiene al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8617 del 23 giugno 2001
«Ai sensi dell'art. 2119, secondo comma, c.c., la cessazione del rapporto di lavoro non deriva automaticamente dal fallimento dell'imprenditore o dalla liquidazione coatta amministrativa dell'azienda, ma può aversi o per effetto del licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3512 del 9 marzo 2001
«L'istituto del trasferimento di azienda, cui consegue la tutela dei lavoratori, ai sensi dell'art. 2112 c.c. e secondo le finalità protettive indicate dalla Direttiva del Consiglio delle comunità europee 14 febbraio 1977, n. 187, presuppone che, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17151 del 24 giugno 2008
«In caso di trasferimento d'azienda si realizza una successione a titolo particolare nella generalità dei rapporti preesistenti dal cedente al cessionario ; ne consegue che, ove rispetto ad uno dei rapporti sia pendente una controversia, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6448 del 17 marzo 2009
«In tema di contributi previdenziali, il datore di lavoro che non abbia provveduto ai versamenti dovuti nei termini di legge resta obbligato, ai sensi dell'art. 23 della legge 4 aprile 1952, n. 218, in via esclusiva per l'adempimento, con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6568 del 18 dicembre 1979
«Il diritto al risarcimento del danno per omessa od irregolare contribuzione assicurativa, di cui al secondo comma dell'art. 2116 cod. civ., sorge nel momento in cui si verifica il duplice presupposto dell'inadempienza contributiva del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5596 del 9 giugno 1994
«Ove venga rispettato il termine minimo di preavviso stabilito dalle fonti richiamate dall'art. 2118 c.c. - a norma di carattere inderogabile, in base alla quale, nel difetto di una causa impeditiva della prosecuzione, anche provvisoria, del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7485 del 14 maggio 2003
«Perché l'incapacità naturale del dipendente possa rilevare come causa di annullamento delle sue dimissioni, non è necessario che si abbia la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive, ma è sufficiente che tali facoltà risultino...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22443 del 4 novembre 2010
«Alla stregua di una interpretazione letterale e logico-sistematica dell'art. 2118 c.c., nel contratto di lavoro a tempo indeterminato il preavviso non ha efficacia reale - che comporta, in mancanza di accordo tra le parti circa la cessazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13839 del 8 novembre 2001
«A differenza dell'esonero del datore di lavoro dal pagamento dell'indennità supplementare, generalmente prevista per i dirigenti di azienda dalla contrattazione collettiva, che presuppone la giustificatezza del licenziamento, l'esonero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13782 del 7 novembre 2001
«Ai sensi dell'art. 2119 c.c. così come al datore di lavoro che licenzi un lavoratore inadempiente è precluso di domandare il risarcimento del pregiudizio sofferto per trovarsi costretto a reperire sul mercato un nuovo collaboratore a condizioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 897 del 17 gennaio 2011
«Le garanzie procedimentali dettate dall'art. 7, secondo e terzo comma, legge n. 300 del 1970, devono trovare applicazione nell'ipotesi di licenziamento di un dirigente - a prescindere dalla specifica collocazione che lo stesso assume nell'impresa,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10058 del 13 maggio 2005
«In tema di licenziamento individuale, solo al dirigente di azienda che si trovi in posizione apicale nell'ambito dell'impresa, e non anche nei confronti del personale riconducibile alla «media» o «bassa» dirigenza, appartenente alla categoria del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10113 del 11 luglio 2002
«Pur non essendo equiparabili il giustificato motivo (art. 3 della legge n. 604 del 1966) e la nozione contrattuale di "giustificatezza" del licenziamento del dirigente, anche al rapporto di lavoro dirigenziale si applica il principio relativo alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25145 del 13 dicembre 2010
«La disciplina limitativa del potere di licenziamento di cui alle leggi n. 604 del 1966 e n. 300 del 1970 non è applicabile, ai sensi dell'art. 10 della legge n. 604 del 1966, ai dirigenti convenzionali, quelli cioè da ritenere tali alla stregua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15496 del 11 giugno 2008
«Il licenziamento di un dirigente (non soggetto alla disciplina delle leggi nn. 604 del 1966 e 300 del 1970), per dar luogo ad un danno risarcibile secondo il diritto comune deve concretarsi per la forma o per le modalità del suo esercizio e per le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7838 del 15 aprile 2005
«La specialità della posizione assunta dal dirigente nell'ambito dell'organizzazione aziendale impedisce una identificazione della nozione di «giustificatezza» del suo licenziamento — sottratto al regime della tutela obbligatoria di cui all'art. 3...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 322 del 13 gennaio 2003
«Ai fini della legittimità del licenziamento di un dirigente, la legge richiede che esso appaia giustificato, non richiedendo invece l'esistenza di una giusta causa o di un giustificato motivo, come previsto in riferimento agli altri lavoratori...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1591 del 12 febbraio 2000
«La nozione di «giustificatezza» del licenziamento del dirigente ai fini dell'indennità supplementare spettante alla stregua della contrattazione di categoria non s'identifica con quella di «giusta causa o «giustificato motivo» del licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6169 del 19 giugno 1999
«Anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 108 del 1990 il cui art. 2 ha esteso, al licenzia-mento del dirigente, l'obbligo di comunicazione per iscritto, ma non quello della motivazione la nozione di «giustificatezza» del licenziamento per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4014 del 20 aprile 1998
«Ritenuta l'illegittimità del licenziamento di un dirigente d'azienda per inosservanza delle garanzie procedimentali previste dall'art. 7 della legge n. 300 del 1970 in materia di provvedimenti disciplinari (nella specie in applicazione di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12902 del 19 dicembre 1997
«Nell'ipotesi di licenziamento di dirigente industriale senza il rispetto delle garanzie procedurali di cui all'art. 7 legge n. 300 del 1970 (nella specie per mancata contestazione degli addebiti) sono dovuti, oltre all'indennità di mancato...»