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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1077 del 30 gennaio 1995
«Il promittente compratore, il quale chieda ai sensi dell'art. 2932 c.c. l'esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto avente per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, è tenuto, ai fini dell'accoglimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10764 del 29 settembre 1999
«L' exceptio inadimpleti contractus di cui all'art. 1460 c.c. costituisce un'eccezione in senso proprio, rimessa pertanto alla disponibilità ed all'iniziativa del convenuto, senza che il giudice abbia il dovere di rilevarla od esaminarla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8344 del 17 agosto 1990
«Con riguardo al giudizio di risoluzione per inadempimento di un contratto con prestazioni corrispettive, la reciprocità degli inadempimenti per cui il giudice è tenuto a valutare unitariamente il comportamento dei contraenti al fine di stabilire...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 759 del 26 gennaio 1994
«La clausola limitativa della proponibilità di eccezioni, di cui all'art. 1462 c.c., si differenzia dall'istituto del solve et repete in materia fiscale (oggetto della dichiarazione di incostituzionalità di cui alla sentenza Corte cost. 31 marzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2548 del 24 aprile 1982
«La risoluzione per impossibilità sopravvenuta, analogamente a tutte le ipotesi (risoluzione per inadempimento, annullamento) in cui vengono meno dopo la costituzione del rapporto lo stesso fondamento e causa dell'obbligazione, è pur sempre...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3066 del 19 settembre 1975
«A seguito della impossibilità sopravvenuta della prestazione, importante l'estinzione del vincolo obbligatorio, è la stessa legge che prevede all'art. 1463 c.c., la restituzione della cosa ricevuta, in applicazione delle norme relative alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6299 del 17 luglio 1987
«Il creditore che a norma dell'art. 1464 c.c. in tema di impossibilità parziale della prestazione, accetta la prestazione ridotta, acquista il diritto ad eseguire in misura proporzionalmente ridotta anche la propria controprestazione, senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2661 del 23 febbraio 2001
«L'eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione, per poter determinare, ai sensi dell'art. 1467 c.c., la risoluzione del contratto a prestazioni corrispettive ad esecuzione continuata o periodica ovvero ad esecuzione differita, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3464 del 8 giugno 1982
«Al fine della risoluzione per eccessiva onerosità di un preliminare di vendita, come in genere di uno dei contratti contemplati dall'art. 1467 c.c., l'eccessiva onerosità deve essere accertata dal giudice con riferimento al momento stabilito per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11947 del 8 agosto 2003
«La questione dell'applicabilità ad un determinato contratto dell'intera disciplina dell'art. 1467 c.c. sulla onerosità sopravvenuta deve essere risolta dal giudice con specifico riferimento al caso concreto ed all'azione effettivamente proposta,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8857 del 8 settembre 1998
«Con riguardo ai contratti con prestazioni corrispettive ad esecuzione continuata o periodica, ovvero ad esecuzione differita, in cui la prestazione di una delle parti sia divenuta eccessivamente onerosa, il contenuto dell'offerta per riportare il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 247 del 20 febbraio 1992
«L'oblazione è ammissibile soltanto con riferimento alla pena pecuniaria (ammenda) o alternativa (arresto o ammenda) astrattamente prevista dal legislatore per le contravvenzioni, e non anche a quella solo pecuniaria applicabile in concreto dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4023 del 9 ottobre 1989
«Con il termine «equamente», usato nel terzo comma dell'art. 1467 c.c., si richiede, perché sia evitata la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità, che la parte contro la quale la domanda è rivolta offra di così modificare le condizioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3347 del 18 luglio 1989
«L'offerta di equa modificazione delle condizioni di contratto divenuto eccessivamente oneroso (art. 1467, ultimo comma, c.c.), è rimessa all'iniziativa della parte, mentre il giudice deve limitarsi a stabilire se le modificazioni sono idonee a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10 del 16 luglio 1993
«Nel procedimento speciale di applicazione della pena su richiesta delle parti il giudice non può, alterando i dati della concorde richiesta, subordinare il beneficio della sospensione condizionale dell'esecuzione della pena all'adempimento di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17527 del 19 novembre 2003
«In tema di nomina del terzo arbitratore nei casi previsti dal secondo comma dell'art. 1473 c.c., contro il provvedimento del presidente della corte d'appello, reso su reclamo avverso il decreto di nomina del presidente del tribunale ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10503 del 8 maggio 2006
«Se il contratto ha per oggetto cose che il venditore vende abitualmente, o la sommministrazione di beni a carattere periodico ai sensi — rispettivamente — degli articoli 1474 e 1561 c.c., la mancata determinazione espressa del prezzo non ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3853 del 27 giugno 1985
«In base ai principi fissati negli artt. 1346 e 1474 c.c., ai fini della determinabilità di un elemento del contratto (nel caso, del prezzo della compravendita), è necessario che i parametri fissati dalle parti abbiano tale carattere di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3109 del 23 maggio 1985
«Nel contratto di compravendita di merci appartenenti ad un genus (nella specie, carni bovine di produzione del venditore), per il quale l'indicazione degli elementi essenziali di detto genus è idonea ad integrare il requisito della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, ordinanza n. 195 del 4 marzo 1998
«Per il disposto dell'art. 45 c.p.c. la proposizione del regolamento d'ufficio di competenza postula che emessa dal giudice adito in un determinato processo la pronuncia dichiarativa dell'incompetenza per materia e per territorio inderogabile e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14751 del 26 giugno 2006
«Nel caso di vendita di cosa altrui, l'obbligo posto a carico del venditore di procurare al compratore l'acquisto della proprietà della cosa può essere adempiuto sia mediante l'acquisto della proprietà della cosa da parte sua, con l'automatico...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12410 del 11 ottobre 2001
«Nella vendita o nella promessa di vendita di cosa altrui, la quale non integra una promessa del fatto del terzo, in quanto con essa il venditore (o il promittente venditore) assume in proprio l'obbligazione del trasferimento del bene, il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12953 del 29 settembre 2000
«Il diritto di chiedere la risoluzione del contratto non è precluso all'acquirente consapevole dell'alienità (o parziale alienità) della cosa al momento della conclusione del contratto, essendo tale diritto riconducibile alla mancata attuazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1676 del 15 marzo 1982
«Nella vendita di cosa altrui, la quale non integra una promessa del fatto del terzo, in quanto con essa il venditore assume in proprio l'obbligazione del trasferimento del bene, il diritto alla risoluzione del contratto ed all'eventuale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8434 del 1 agosto 1995
«In tema di contratto preliminare di vendita, il promissario acquirente, il quale ignorava che, al momento della stipula del contratto preliminare, la cosa promessa non apparteneva al promittente venditore, bensì ad un terzo, può sia proporre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4902 del 15 maggio 1998
«La compravendita di un bene predisposta per la partecipazione di tutti i comproprietari, ma stipulata da uno solo di essi, deve considerarsi inefficace con riferimento all'intera res empta , ma, trattandosi di inefficacia soltanto relativa,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11839 del 26 novembre 1997
«L'art. 1482 comma primo c.c., che prevede la facoltà del compratore di sospendere il pagamento del prezzo se la cosa venduta risulti gravata da vincoli o garanzie reali non dichiarati dal venditore e da lui ignorati, è applicabile anche nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9498 del 11 novembre 1994
«La norma contenuta nell'art. 1482. c.c. — applicabile analogicamente anche al contratto preliminare di vendita — con il facultare il compratore a sospendere il pagamento del prezzo se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali o da vincoli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4667 del 19 luglio 1986
«La norma dell'art. 1482 c.c., in forza della quale se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali o da vincoli derivanti da pignoramento o sequestro, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo, ovvero fare fissare dal giudice un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1119 del 23 febbraio 1982
«L'esistenza di garanzie reali o di vincoli da pignoramento o sequestro sull'immobile promesso in vendita — non dichiarate dal promesso venditore e ignorate dal promesso compratore — comporta per quest'ultimo sia la facoltà di sottrarsi...»