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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1680 del 13 marzo 1980
«La prodigalità, giustificativa dell'inabilitazione della persona a norma dell'art. 415 secondo comma c.c., ricorre qualora il ripetersi di spese disordinate, nonché sproporzionate alla consistenza patrimoniale della persona medesima, sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2704 del 8 marzo 1995
«A norma dell'art. 418, secondo comma, c.c., ove sia in corso un giudizio diretto alla pronuncia dell'inabilitazione, il tribunale non può, per il principio della domanda, pronunciare d'ufficio l'interdizione dell'incapace, ancorché le emergenze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2088 del 20 maggio 1977
«Nel procedimento di interdizione, ove l'interdicendo muoia nelle more del giudizio di cassazione, si determina la cessazione della materia del contendere e l'estinzione dell'intero procedimento, senza, quindi, il passaggio in giudicato della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2692 del 8 ottobre 1974
«Le sentenze in materia di interdizione o di inabilitazione possono essere impugnate da tutti coloro che avrebbero avuto diritto di proporre la domanda, anche se non parteciparono al giudizio. A maggior ragione, quindi, la sentenza può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11175 del 17 luglio 2003
«L'intervento del pubblico ministero all'esame dell'interdicendo o dell'inabilitando costituisce — in considerazione delle conseguenze che il procedimento è diretto ad avere, a tutela degli interessi dell'interdicendo o dell'inabilitando, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15346 del 1 dicembre 2000
«Nel giudizio di interdizione parenti ed affini dell'interdicendo non hanno qualità e veste di parti in senso proprio, avendo essi un compito «consultivo» e cioè di fonti di utili informazioni al giudice. Ditalché, escluso che detti parenti ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6975 del 20 giugno 1991
«L'obbligo del giudice di valutare le risultanze dell'interrogatorio dell'interdicendo (o dell'inabilitando) viene meno quando, per essere seguita a distanza di anni una consulenza tecnica in sede di gravame, è da ritenersi non più attuale l'esito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1206 del 20 febbraio 1984
«L'esame dell'interdicendo da parte del giudice istruttore che procede all'istruzione preliminare nel giudizio di interdizione ha, nei limiti delle conoscenze medico-legali richieste al giudice, solo funzione orientativa per il giudice stesso, ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1037 del 7 aprile 1972
«Dallo speciale rilievo che il legislatore conferisce all'esame diretto dell'inabilitando da parte del giudice istruttore, discende che la motivazione della sentenza relativa alla declaratoria dell'inabilitazione non può omettere una specifica e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9634 del 15 novembre 1994
«La nomina, ai sensi del comma 3 dell'art. 419 c.c., del curatore provvisorio all'inabilitando anticipa cautelarmente gli effetti della pronuncia definitiva e priva, quindi, l'inabilitando della capacità di stare in giudizio senza l'assistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5775 del 10 marzo 2009
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto dall'inabilitato privo dell'assistenza del curatore, non essendo applicabile in sede processuale la disciplina posta dall'art. 427 cod. civ., la quale si riferisce alla validità degli atti di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24082 del 25 settembre 2008
«Poiché l'inabilitazione produce come effetto legale soltanto l'annullabilità degli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, posti in essere dall'inabilitato senza l'assistenza del curatore e l'osservanza delle modalità prescritte, essa non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8918 del 24 agosto 1993
«Il principio secondo cui alla interdizione legale, prevista dall'art. 19, n. 3, c.p., si applicano le norme della legge civile sulla interdizione giudiziale (artt. 424 ss. c.c.), sicché gli atti possono essere annullati su istanza del tutore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8886 del 14 aprile 2010
«In caso di dimissioni presentate dal lavoratore in stato di incapacità naturale, il diritto a riprendere il lavoro sorge con la sentenza di annullamento ai sensi dell'art. 428 c.c., i cui effetti retroagiscono al momento della domanda giudiziaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7292 del 18 marzo 2008
«Le dimissioni del lavoratore subordinato costituiscono atto unilaterale recettizio (avente contenuto patrimoniale) a cui sono applicabili, ai sensi dell'art. 1324 c.c., le norme sui contratti, salvo diverse disposizioni di legge. Ne consegue che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 515 del 15 gennaio 2004
«Ai fini dell'annullamento di un negozio per incapacità naturale non è necessaria una malattia che annulli in modo assoluto le facoltà psichiche del soggetto, essendo sufficiente un turbamento psichico risalente al momento della conclusione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4834 del 4 aprile 2002
«L'art. 75 c.p.c., nell'escludere la capacità processuale delle persone che non hanno il libero esercizio dei propri diritti, si riferisce solo a quelle che siano state legalmente private della capacità di agire con una sentenza di interdizione o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10505 del 25 ottobre 1997
«Il convincimento del giudice di merito circa l'esistenza dell'incapacità di intendere e di volere del soggetto nel momento in cui ha posto in essere l'atto del quale è chiesto l'annullamento a norma dell'art. 428 c.c. costituisce un apprezzamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6756 del 15 giugno 1995
«Ai fini della sussistenza dell'incapacità di intendere e di volere, costituente causa di annullamento del negozio (nella specie, dimissioni) non occorre la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive, essendo sufficiente la menomazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1388 del 11 febbraio 1994
«A differenza dell'infermità mentale che viene in considerazione per la dichiarazione d'inabilitazione, consistente in un'alterazione delle facoltà mentali in un grado tale da determinare l'incapacità parziale di curare i propri interessi, per cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7784 del 12 luglio 1991
«Al fine dell'annullamento del negozio per «incapacità naturale», a norma dell'art. 428 c.c., non è necessaria l'incapacità totale ed assoluta del soggetto, ma è sufficiente che le sue facoltà intellettive o volitive risultino diminuite in modo da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4967 del 8 marzo 2005
«L'incapacità di intendere e di volere, prevista nell'art. 428 c.c. quale causa d'annullamento del negozio giuridico (artt. 1425, secondo comma e 1324 c.c.) e detta anche incapacità naturale, consiste nella transitoria impossibilità di rendersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1036 del 25 febbraio 1989
«Lo stato emotivo conseguente alla consapevolezza di essere affetto da grave malattia (nella specie, un linfogranuloma maligno) non comporta, di per sé, una situazione di incapacità naturale ed, in via generale, non rileva ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3411 del 7 luglio 1978
«Gli stati passionali non costituiscono, di per sé, causa di riduzione della capacità psichica, ma producono incapacità solo se provocano nel soggetto un disordine psichico di tale intensità da privarlo, sia pure transitoriamente, della capacità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4677 del 26 febbraio 2009
«Ai fini dell'annullamento del contratto per incapacità di intendere e di volere, ai sensi dell'art. 428, secondo comma, cod. civ., non è richiesta, a differenza dell'ipotesi del primo comma, la sussistenza di un grave pregiudizio, che, invece,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2210 del 5 febbraio 2004
«Qualora sia proposta domanda di annullamento di un contratto per incapacità naturale, l'indagine relativa alla sussistenza dello stato di incapacità del soggetto che abbia stipulato il contratto ed alla malafede di colui che contrae con l'incapace...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5402 del 2 giugno 1998
«Il pregiudizio patrimoniale di una parte di un contratto non costituisce indizio sufficiente a provare la malafede della controparte — requisito essenziale per annullarlo — non essendo inequivocabilmente e indistintamente induttivo del turbamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2895 del 10 marzo 1993
«Oggetto del giudizio di revoca dell'interdizione e della inabilitazione (art. 429 c.c.) non è l'accertamento dei presupposti sostanziali della dichiarazione di interdizione o inabilitazione, sui quali fa stato la relativa sentenza i cui effetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1992 del 11 marzo 1996
«Il Ministero dell'interno, quale istituzione intermediaria ai sensi della Convenzione di New York del 20 giugno 1956 sul riconoscimento all'estero degli obblighi alimentari, allorquando chiede la delibazione di sentenze straniere recanti la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2859 del 5 settembre 1968
«La convenzione con la quale due coniugi, prima dell'omologazione della separazione consensuale si distribuiscono l'obbligo delle contribuzioni patrimoniali verso i figli e determinano l'ammontare degli assegni alimentari e il modo di...»