-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2240 del 15 giugno 1976
«Detto principio si applica anche nel caso in cui terzo opponente sia il marito convivente della debitrice, poiché egli ha l'onere di provare — nei limiti imposti dall'art. 621 c.p.c. — il suo diritto di proprietà sui beni pignorati, ma non anche...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1975 del 10 marzo 1990
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 143 del 15 dicembre 1967, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 622 c.p.c., la moglie del debitore esecutato, con lo stesso convivente, per proporre opposizione al...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2459 del 16 aprile 1984
«L'opposizione, rivolta a far valere la proprietà od altro diritto reale sui beni mobili pignorati nella casa del debitore, è soggetta alle limitazioni probatorie di cui all'art. 621 c.p.c. anche quando venga proposta da familiare conviventi, ivi...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18539 del 3 settembre 2007
«In materia di esecuzione, la sospensione disposta dal giudice dell'esecuzione a seguito della sospensione della esecutorietà del titolo esecutivo da parte del giudice avanti al quale lo stesso è impugnato costituisce una presa d'atto...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24045 del 28 dicembre 2004
«Gli effetti della sospensione dell'esecuzione, sia essa disposta dal legislatore, sia essa conseguenza del provvedimento emesso dal giudice ai sensi dell'art. 624 c.p.c., sono comunque circoscritti entro l'ambito del processo esecutivo in corso...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 740 del 24 gennaio 2000
«La fattura prodotta dall'imprenditore nei confronti del cliente relativa alla fornitura di pezzi di ricambio ha valore, ai fini dell'emissione di un decreto ingiuntivo, solo con riferimento al credito vantato per detta fornitura, non rivestendo...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4510 del 1 marzo 2006
«Il decreto ingiuntivo non opposto acquista autorità ed efficacia di cosa giudicata solo in relazione al diritto consacrato e non con riguardo alle domande o ai capi di domanda non accolti, atteso che la regola contenuta nell'art. 640, ult. comma,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18203 del 3 luglio 2008
«Quest'ultima dipende, infatti, da una libera scelta dell'opponente, il quale di conseguenza non può dolersi di non aver potuto rispettare un termine che, pur assai ristretto, è stato egli stesso ad accettare: tale circostanza basta ad escludere...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24539 del 20 novembre 2009
«Nel caso, poi, di opposizione con unico atto a più decreti ingiuntivi emessi dal giudice di pace, al fine di accertare - nel regime anteriore al D.L.vo n. 40 del 2006 - quale sia il mezzo di impugnazione esperibile avverso la sentenza con cui...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4103 del 21 febbraio 2007
«L'oggetto del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo non è ristretto alla verifica delle condizioni di ammissibilità e di validità del decreto stesso, ma si estende all'accertamento, con riferimento alla situazione di fatto esistente al...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2821 del 5 febbraio 2009
«I provvedimenti resi in sede di reclamo su provvedimenti cautelari ex art. 669 "terdecies" cod. proc. civ. hanno gli stessi caratteri di provvisorietà e non decisorietà tipici dell'ordinanza reclamata, essendo destinati a perdere efficacia per...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 16091 del 9 luglio 2009
«L'organo giudiziario competente a decidere sul reclamo avverso un provvedimento cautelare emesso dal Tribunale del lavoro in composizione monocratica è il Tribunale del lavoro in composizione collegiale, così come stabilito in via generale...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1536 del 25 maggio 1973
«Il principio della continuazione del processo tra le parti originarie in ipotesi di trasferimento del diritto controverso a titolo particolare avvenuto nel corso del processo, non consente che una misura cautelare in corso di causa possa essere...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1795 del 29 gennaio 2007
«Nelle azioni possessorie, l'eccezione feci sed iure feci sollevata dal convenuto che deduca di essere compossessore della cosa rende necessario l'esame del titolo, per stabilire, sia pure ad colorandam possessionem l'esistenza e l'estensione del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11859 del 22 maggio 2007
«In tema di procedimento camerale, viola il principio del contraddittorio il provvedimento che, statuendo su posizioni di diritto soggettivo, sia stato emesso all'esito di un procedimento del quale il destinatario degli effetti non è stato...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 986 del 7 febbraio 1996
«Tuttavia, ove il consulente di ufficio rinvii le operazioni a data da destinare e successivamente le riprenda, egli ha l'obbligo di avvertire nuovamente le parti e l'inosservanza di tale obbligo può dar luogo a nullità della consulenza (peraltro...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11351 del 17 giugno 2004
«Nel procedimento camerale concernente diritti o status (riguardante, nella fattispecie, la dichiarazione giudiziale di paternità di minore) non è ravvisabile, nell'attività svolta dal giudice delegato dal collegio, alcuna espropriazione dei poteri...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11055 del 2 dicembre 1993
«L'elemento materiale del reato di attentato contro i diritti politici del cittadino, previsto dall'art. 294 c.p., consiste in una condotta esplicantesi in violenza, minaccia o inganno che si traduce nell'impedimento all'esercizio di un diritto...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10453 del 20 ottobre 1995
«Il principio di specialità previsto dall'art. 15 c.p. non può infatti, operare, in quanto la contravvenzione punisce comportamenti dal legislatore ritenuti pericolosi per l'assetto idrogeologico del territorio e, quindi, lesivi di un interesse...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17205 del 8 maggio 2002
«L'errore su legge diversa da quella penale (art. 47, terzo comma, c.p.) non rileva nel caso di norme da ritenersi incorporate nel precetto penale, fra le quali, tuttavia, non vanno annoverate quelle che — come nel caso delle norme privatistiche...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2554 del 7 marzo 1996
«In tema di legittima difesa, le espressioni «necessità di difendere» e «sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa», contenute nell'art. 52 c.p., vanno intese nel senso che la reazione deve essere, nella circostanza, l'unica possibile,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12137 del 29 novembre 1991
«In tale ipotesi il pubblico ufficiale che abbia fatto uso dell'arma non può invocare l'esimente de qua sotto il profilo della putatività, assumendo di aver ritenuto di agire in presenza di una causa di giustificazione, essendo incontrovertibile...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12625 del 16 marzo 2004
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 278 c.p., sollevata in riferimento agli artt. 21, 24, 25 e 111 della Costituzione, in quanto la norma incrimina l'offesa ad un bene giuridico di rilevanza...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49532 del 23 dicembre 2009
«Il giudice del processo per l'imputazione di corruzione di un funzionario di uno Stato estero deve procedere, anche d'ufficio, all'accertamento delle norme di diritto straniero utili al fine di stabilire se il funzionario corrotto svolga funzioni...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 17 febbraio 1990
«Ne consegue che, se l'imputato non ha il dovere di rispondere alle domande postegli e di confessarsi autore del reato contestatogli, pure l'esercizio di tale diritto non può risolversi in un divieto per il giudice di trarre conclusioni da...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10496 del 20 novembre 1997
«Nella valutazione sulla responsabilità del direttore di un periodico ai sensi dell'art. 57 c.p., l'esigenza, cui tale disposizione si ispira, di evitare che con il mezzo della stampa vengano commessi reati, deve essere contemperata con il diritto...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1360 del 24 novembre 1970
«Attese, infatti, le disposizioni di cui agli artt. 244 e 245 del codice di rito civile, si evince che la qualità di teste nel diritto processuale civile la si acquista nel momento in cui il teste, dedotto dalla parte, viene con ordinanza del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4373 del 2 febbraio 2009
«La violenza sulle cose, che integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, può consistere in un mutamento di destinazione che ne impedisca l'uso per un apprezzabile periodo temporale ed in modo effettivo. (In applicazione di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30021 del 22 agosto 2002
«È qualificabile come «violenza sulle cose», ai fini della configurabilità del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni di cui all'art. 392 c.p., ogni condotta che, pur non arrecando danni materiali, si manifesti come esercizio di un...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7911 del 12 agosto 1997
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (artt. 392 e 393 c.p.), l'effettiva azionabilità della pretesa in sede giurisdizionale e la possibilità di realizzarla in virtù di una pronuncia giudiziale non costituiscono presupposto...»