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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25125 del 27 novembre 2006
«In ipotesi di leasing sia di godimento che traslativo, l'opzione di acquisto (che nel primo caso è normalmente prevista per un prezzo di modesta entità, costituendo una pattuizione marginale ed accessoria in vista dell'eventuale interesse alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17145 del 27 luglio 2006
«Il leasing finanziario non dà luogo ad un unico contratto trilaterale o plurilaterale ma realizza un'ipotesi di collegamento negoziale tra il contratto di leasing ed il contratto di fornitura, dalla società di leasing concluso allo scopo noto al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11240 del 18 luglio 2003
«Allorché le parti di un leasing finanziario stipulino, con un contratto coevo o successivo, un patto di riscatto del bene concesso in godimento, tra i due contratti i quali, ancorché autonomi, sono lo strumento di cui le parti si avvalgono per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13841 del 9 giugno 2010
«In tema di locazione, non può ravvisarsi la responsabilità del locatore, in relazione agli obblighi sullo stesso incombenti ai sensi dell'art. 1576 c.c. ed avuto riguardo al successivo art. 1578, qualora il conduttore invochi la risoluzione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4583 del 22 febbraio 2008
«Ne consegue che non è necessaria l'autorizzazione del locatore per l'esecuzione delle opere di manutenzione straordinaria se il conduttore abbia provveduto a dare avviso della necessità di tali opere al locatore ad esse tenuto; inoltre, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8303 del 31 marzo 2008
«In tema di locazione di immobile adibito ad uso diverso, nel caso in cui il conduttore abbia in contratto riconosciuto il bene locato idoneo all'uso pattuito e abbia esonerato il locatore da ogni inadempienza, è irrilevante la sussistenza di vizi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1735 del 25 gennaio 2011
«La destinazione particolare dell'immobile, tale da richiedere che lo stesso sia dotato di precise caratteristiche e che attenga specifiche licenze amministrative, diventa rilevante, quale condizione di efficacia, quale elemento presupposto o,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3343 del 7 marzo 2001
«In relazione alla finalità propria della consulenza tecnica d'ufficio, di aiutare il giudice nella valutazione di elementi acquisiti o nella soluzione di questioni che comportino specifiche conoscenze, il suddetto mezzo di indagine non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24805 del 24 novembre 2005
«L'art. 1585, secondo comma, c.c., attribuisce al conduttore la legittimazione ad agire contro i terzi che arrechino pregiudizio al godimento dell'immobile (cosiddetta molestia di fatto), e tale legittimazione non riguarda soltanto i danni causati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5951 del 5 marzo 2008
«In materia di appalto di opere pubbliche, la revisione legale dei prezzi presuppone la mancanza di colpa da parte dell'Amministrazione, mentre se vi è colpa di quest'ultima e, quindi, risultano ad essa addebitabili fatti per effetto dei quali la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12989 del 23 novembre 1999
«In tema di appalto, la norma del secondo comma dell'art. 1664 c.c. dev'essere interpretata nel senso che presupposto per il diritto dell'appaltatore all'equo compenso, ivi previsto, sia non solo la mancata previsione nel contratto d'appalto delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13075 del 3 ottobre 2010
«Nei contratti di appalto, l'obbligazione del committente di pagare il corrispettivo sorge, a mente dell'art. 1665, ultimo comma c.c., soltanto all'esito dell'accettazione dell'opera (accettazione che, negli appalti di opere pubbliche, può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1509 del 12 febbraio 1988
«Al riguardo, a differenza dall'ipotesi contemplata al secondo e terzo comma del detto articolo, per cui l'accettazione è presunta nel caso in cui il committente, cui sia pervenuto, con qualsiasi modalità, l'invito a procedere alla verifica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 169 del 10 gennaio 1996
«Il principio che, salva inequivoca volontà contraria del committente, ricollega alla ricezione, senza riserve, della consegna dell'opera eseguita dall'appaltatore la presunzione di tacita accettazione, la quale, implicando rinuncia del committente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11594 del 22 giugno 2004
«In tema di appalto, mentre la somma liquidata a favore del committente per la eliminazione dei vizi e difformità dell'opera — a titolo di risarcimento del danno o anche di riduzione del prezzo di cui all'art. 1668 c.c. — ha ad oggetto un debito di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5678 del 15 marzo 2006
«In tema di contratto d'appalto, il «riconoscimento di responsabilità» proveniente dal committente non costituisce autonoma fonte di obbligazione in ordine alla produzione di danni a terzi o alla loro ritardata riparazione, atteso che esso non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14598 del 9 novembre 2000
«Il requisito di novità della prova per la sua ammissione in appello (art. 345 c.p.c., testo previgente) sussiste quando venga dedotto un mezzo di prova diverso da quello assunto in prime cure o allorché, pur trattandosi dello stesso mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3520 del 23 aprile 1997
«Il principio, secondo cui l'appaltatore, anche quando sia chiamato a realizzare un progetto altrui sotto il controllo e la vigilanza di un tecnico designato dal committente (e salvo il caso eccezionale di esclusione contrattuale di ogni suo potere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12995 del 31 maggio 2006
«Ai fini della costruzione di opere edilizie l'indagine sulla natura e consistenza del suolo edificatorio rientra, in mancanza di diversa previsione contrattuale, tra i compiti dell'appaltatore, trattandosi di indagine implicante attività...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8140 del 28 aprile 2004
«Configurano gravi difetti dell'edificio a norma dell'art. 1669 c.c. anche le carenze costruttive dell'opera — da intendere anche come singola unità abitativa che pregiudicano o menomano in modo grave il normale godimento e/o la funzionalità e/o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12704 del 30 agosto 2002
«In tema di appalto, il committente si trova, rispetto ai materiali acquistati dall'appaltatore presso terzi e messi in opera in esecuzione del contratto, in una posizione analoga a quella dell'acquirente successivo nell'ipotesi della c.d. vendita...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10838 del 11 maggio 2007
«L'art. 1587, n. 1, c.c., nel sancire l'obbligo del conduttore di servirsi della cosa locata per l'uso determinato in contratto, implica che il diritto di godimento non è illimitato, ma va esercitato entro l'ambito delle singole e specifiche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9622 del 10 settembre 1999
«In caso di abuso nel godimento della cosa locata — che non si verifica in tutte le ipotesi di modificazione nello stato di fatto, ma solo di innovazioni che immutino la natura e la destinazione della cosa locata — spetta al giudice di merito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20434 del 25 luglio 2008
«Il conduttore, ai sensi dell'art. 1588 cod. civ., risponde verso il locatore del deterioramento della cosa locata qualora non dia la prova dell'esistenza di causa a lui non imputabile; tale principio può essere derogato nel caso in cui il fattore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20357 del 21 ottobre 2005
«In materia di responsabilità per esercizio di attività pericolose, considerato che tutte le attività umane contengono in sé un grado più o meno elevato di pericolosità per coloro che le esercitano, occorre sempre distinguere tra pericolosità della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19185 del 15 dicembre 2003
«In tema di responsabilità del conduttore per perdita o deterioramento della cosa locata verificatisi per fatto del terzo, nel tempo in cui questi è stato ammesso dal conduttore nel godimento della cosa, l'art. 1588, secondo comma c.c. pone a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11189 del 15 maggio 2007
«Da ciò si desume che è responsabile del danno consistente nella perdita di vantaggiose occasioni di vendita della cosa locata o nella risoluzione del contratto di vendita di essa il conduttore che, ritardando la riconsegna del bene o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19652 del 1 ottobre 2004
«In tema di locazione, al fine di individuare quale sia il contenuto dell'obbligazione del conduttore di riconsegnare la cosa locata nello stesso stato in cui l'ha ricevuta e del dovere di diligenza che deve osservare nell'uso del bene locato; ha...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16685 del 26 novembre 2002
«In tema di locazione, nell'ipotesi in cui l'immobile offerto in restituzione dal conduttore si trovi in stato non corrispondente a quello descritto dalle parti all'inizio della locazione, ovvero, in mancanza di descrizione, si trovi, comunque, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11373 del 11 maggio 2010
«Gli eredi del conduttore, i quali, dopo la sua morte, continuino ad occupare, senza titolo, l'immobile locato al loro dante causa, nonostante l'intervenuta convalida della licenza per finita locazione a quest'ultimo intimata, sono tenuti al...»