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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8633 del 8 ottobre 1985
«La specifica indicazione del danaro, contenuta nell'art. 646 c.p., rende evidente che esso può costituire oggetto del reato di appropriazione indebita in quanto può trasferirsi, nonostante la sua fungibilità, senza che al trasferimento del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1746 del 26 febbraio 1986
«La ritenzione, in compensazione o in garanzia, di merce non costituisce appropriazione indebita ex art. 646 c.p. solo quando il credito vantato dall'agente nei confronti del proprietario della merce medesima è certo, liquido ed esigibile, ossia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9410 del 24 ottobre 1981
«La semplice ritenzione precaria, attuata a garanzia di un preteso diritto di credito, conservando la cosa a disposizione del proprietario a condizione dell'adempimento della prestazione cui lo si ritiene obbligato, non costituisce appropriazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2329 del 21 marzo 1986
«Ai fini della configurabilità del reato di furto, è necessario che l'agente abbia la mera detenzione della cosa oppure eserciti il possesso (inteso quale potere di fatto) sulla cosa, senza il concorso di analogo potere da parte del proprietario o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5136 del 31 maggio 1997
«Sussiste il delitto di appropriazione indebita nel fatto dell'amministratore di società che, costituendo riserve di danaro extrabilancio, con gestione occulta, le distragga in favore di terzi per scopi illeciti ed estranei all'oggetto sociale ed...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18749 del 29 aprile 2013
«L'acquisizione del possesso di un cane che si sia "smarrito" può essere fatta rientrare fra le ipotesi di "caso fortuito" di cui all'art. 647 c.p., dovendo tale ultima disposizione essere coordinata con l'art. 925 c.c. che prevede l'acquisto della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12922 del 17 marzo 2004
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 647 c.p., cosa smarrita è quella rispetto alla quale il possessore non ha di fatto alcun rapporto o potere materiale e psicologico; una volta accertato l'avvenuto smarrimento, ricorre,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11148 del 31 ottobre 2000
«In tema di appropriazione di cosa smarrita, per l'affermazione della penale responsabilità, occorre accertare che il soggetto abbia manifestato nei confronti della cosa rinvenuta la volontà di comportarsi uti dominus; tale volontà va esclusa non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6417 del 25 giugno 1993
«Quando a seguito di ricerche archeologiche abusive si rinvengano cose prive di interesse culturale ancorché appartenenti ad antiche civiltà, trattandosi di cose mobili di pregio, la loro appartenenza segue le regole del tesoro, appartiene cioè al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11524 del 23 ottobre 1986
«Ai fini del reato di cui all'art. 660 c.p., il requisito della «pubblicità» del luogo sussiste tanto nel caso in cui l'agente si trovi in luogo pubblico o aperto al pubblico ed il soggetto passivo in luogo privato, tanto nell'ipotesi in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7032 del 3 giugno 1999
«In tema di omessa custodia di animali, tra i destinatari del precetto di cui all'art. 672 c.p. è innanzitutto, anche se non esclusivamente, il proprietario dell'animale pericoloso, il quale non è esonerato da responsabilità in caso di provvisoria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25255 del 12 luglio 2005
«L'inosservanza dell'obbligo di provvedere all'esecuzione dei lavori necessari a rimuovere il pericolo di rovina in edifici o altre costruzioni (art. 677 c.p.) è reato proprio che può essere commesso dal soggetto che, pur non essendo proprietario,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17322 del 23 aprile 2009
«Non integra il reato di omissione di lavori in edifici che minacciano rovina (art. 677 c.p.) la condotta del proprietario di un immobile, sottoposto a sequestro preventivo, che non provveda a eseguire i lavori urgenti per rimuovere una situazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13934 del 3 aprile 2008
«In tema di omessa esecuzione di lavori in edifici che minacciano rovina, destinatario dell'obbligo di provvedere ai lavori necessari per rimuovere il pericolo è il proprietario dell'immobile o colui che, per fonte legale o convenzionale, sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4032 del 3 febbraio 2004
«L'inosservanza dell'ordinanza del sindaco che ingiunge di provvedere all'urgente riparazione dell'immobile in stato di pericolo per la pubblica incolumità, da parte del soggetto titolare dell'obbligo di manutenzione e conservazione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17844 del 15 aprile 2003
«Il reato previsto dall'art. 677, comma 3 c.p. si realizza allorché il proprietario dell'edificio che minaccia rovina non si sia attivato per rimuovere le cause di pericolo, a nulla rilevando né l'ignoranza dello stato di pericolo - scaturente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9027 del 25 febbraio 2003
«Negli edifici condominiali, poiché l'art. 677 c.p. prevede che anche una persona diversa dal proprietario sia tenuta alla conservazione, manutenzione o riparazione dell'edificio, l'obbligo giuridico di rimuovere il pericolo derivante dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41709 del 12 dicembre 2002
«La fattispecie prevista dall'art. 677 c.p. (omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina) configura un reato proprio che può essere commesso soltanto dal proprietario dell'edificio o dal non proprietario che, per legge o per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1437 del 15 febbraio 1997
«L'obbligo giuridico di rimuovere il pericolo derivante dalla minacciante rovina di un edificio o altra costruzione — la cui violazione integra il reato contravvenzionale di cui all'art. 677 c.p. — incombe anche sul conduttore: questi, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9866 del 20 novembre 1996
«L'obbligo giuridico del proprietario di rimuovere il pericolo derivante dalla minacciante rovina di parti comuni di un edificio — la cui violazione integra il reato contravvenzionale di cui all'art. 677 c.p. — è del tutto indipendente dalla causa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10844 del 10 novembre 1992
«Ai fini della configurabilità della responsabilità per l'omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, il contratto di locazione finanziaria (contratto cosiddetto di «leasing») non è assoggettabile alla disciplina dettata per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8898 del 11 ottobre 1985
«In tema di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, l'obbligo posto dall'art. 677 c.p. a carico del proprietario dell'edificio alla conservazione ed alla vigilanza, è del tutto indipendente dalla causa che ha determinato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5966 del 22 maggio 2000
«Il reato previsto dall'art. 677 c.p. si realizza allorché il proprietario non si sia attivato per rimuovere le cause del pericolo accertato, a nulla rilevando né l'ignoranza dello stato di pericolo in cui versi l'edificio (rientrando nella normale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7193 del 18 luglio 1981
«La norma di cui all'art. 677 c.p. (omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina) non si limita a sanzionare obblighi imposti da norme di diritto civile poiché mira a tutelare una sfera autonoma, costituita dall'interesse alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25998 del 18 giugno 2003
«Ricorre l'ipotesi della contravvenzione di cui all'art. 650 c.p. qualora il proprietario di un edificio pericolante non provveda ad eseguire le necessarie opere di consolidamento e di restauro imposte dal sindaco a tutela della pubblica...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3118 del 21 maggio 1984
«Qualora il tribunale, adito dal proprietario del fondo occupato con azione di risarcimento del danno per l'illegittimo protrarsi dell'occupazione d'urgenza e l'irreversibile acquisizione del bene nella realizzazione dell'opera pubblica, ravvisi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8493 del 22 giugno 2000
«Legittimato a stare in giudizio nella causa avente ad oggetto la proprietà di un immobile è soltanto il proprietario. Ne consegue che, se al momento della introduzione del giudizio avente tale oggetto, il convenuto non ha (ancora) la titolarità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9644 del 28 luglio 1999
«In tema di possesso di chiavi alterate e grimaldelli (art. 707 c.p.), è sufficiente, ai fini della configurabilità del concorso nel reato, la consapevole disponibilità concreta ed immediata, da parte di più persone, degli arnesi predetti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2091 del 14 febbraio 2012
«Al giudice è consentito accertare d'ufficio la sussistenza, in capo alle parti, del potere di promuovere il giudizio o di resistervi, ossia la "legitimatio ad causam" attiva e passiva, ma non di rilevare d'ufficio l'effettiva titolarità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43084 del 11 novembre 2003
«Non è configurabile l'elemento oggettivo della contravvenzione di cui all'art. 712 c.p. nella condotta di un soggetto che trovi e conservi il possesso di un oggetto, abbandonato da chi lo ha sottratto al legittimo proprietario, in quanto nel...»