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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4361 del 29 aprile 1998
«L'esercizio dello jus variandi di cui all'art. 1453 è consentito quando la domanda di risoluzione e quella d'adempimento sono proposte nello stesso giudizio in via subordinata. Non altrettanto può dirsi quando la manifestazione di volontà del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8192 del 22 luglio 1993
«La disposizione dell'art. 1453, secondo comma, c.c. secondo cui nei contratti con prestazioni corrispettive la risoluzione può essere domandata anche quando inizialmente sia stato chiesto l'adempimento, fissa un principio di contenuto processuale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1595 del 9 febbraio 1993
«Nei contratti a prestazioni corrispettive (nella specie, vendita) l'adempimento tardivo di una parte può essere legittimamente rifiutato dall'altra parte adempiente anche nel caso in cui quest'ultima non abbia ancora proposto la domanda per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6880 del 18 giugno 1991
«L'art. 1453 comma terzo non introduce per il convenuto un divieto assoluto di adempimento dopo la proposizione della domanda di risoluzione ma si limita a sancire l'inefficacia di un adempimento tardivo a sanare o a lenire le conseguenze del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8955 del 29 agosto 1990
«Il divieto per il debitore di adempiere la propria obbligazione dopo la proposizione della domanda di risoluzione (art. 1453, terzo comma, c.c.) — divieto che si basa sulla mancanza di interesse del creditore ad ottenere l'adempimento — non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8250 del 6 aprile 2009
«Il terzo resosi acquirente - in forza di una pronuncia emessa ai sensi dell'art. 2932 c.c.e sotto condizione del pagamento del residuo prezzo - di un bene immobile sottoposto ad espropriazione immobiliare, il quale sia stato autorizzato, dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3669 del 28 marzo 1995
«La non scarsa importanza dell'inadempimento, che, nel giudizio di risoluzione del contratto con prestazioni corrispettive, deve essere verificata anche di ufficio dal giudice, trattandosi di elemento che attiene al fondamento stesso della domanda,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9200 del 14 maggio 2004
«Ne consegue che il perdurare dell'inadempimento nel corso del giudizio non può riflettersi negativamente sulla valutazione della gravità del comportamento pregresso, trasformando un inadempimento inizialmente «non grave» in un inadempimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2828 del 30 ottobre 1973
«La clausola risolutiva espressa è preordinata ad operare di fronte ad un comportamento (di uno dei contraenti) costituente inadempimento in senso tecnico; il recesso convenzionale dal contratto è destinato ad operare in presenza di fatti o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10935 del 11 luglio 2003
«Differentemente, la risoluzione consensuale, o la sopravvenuta impossibilità della prestazione, che determinano automaticamente il venir meno del contratto, rappresentando fatti oggettivamente estintivi dei diritti nascenti da esso, possono essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3575 del 27 ottobre 1975
«In ogni caso, però, resta fermo il tratto caratteristico del contratto di agenzia: l'assoluta indipendenza, cioè, dell'esercizio professionale dell'agente, rispetto all'attività imprenditoriale del preponente, e l'assunzione, a carico dello stesso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17558 del 2 agosto 2006
«Il bilancio ai cui valori l'art. 2529 c.c. (nel testo anteriore alla modifica introdotta dal D.L.vo 17 gennaio 2006, n. 6) àncora la liquidazione della quota in favore del socio uscente di società cooperativa è unicamente quello indicato dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5143 del 12 giugno 1987
«Pertanto, in conseguenza della risoluzione del contratto, le cose ricevute in esecuzione di questo, debbono essere restituite con tutti gli accessori (frutti ed altre utilità) che la cosa stessa avesse medio tempore prodotti e sulle somme...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7169 del 24 giugno 1994
«Pertanto, nei contratti con prestazioni corrispettive, la fattispecie così delineata dalla norma si realizza esclusivamente rispetto agli adempimenti la cui creazione soddisfi le reciproche ragioni creditorie in attuazione del nesso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10482 del 22 ottobre 1993
«Con riguardo al cosiddetto leasing finanziario, stabilire se il canone dovuto dal detentore del bene costituisca corrispettivo del godimento di questo per una durata prestabilita, di guisa che tale funzione di godimento viene a prevalere su...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2070 del 20 febbraio 1993
«La sentenza di accertamento della risoluzione di un contratto ad esecuzione continuata, quale quello di locazione, per recesso unilaterale di una parte, ai sensi dell'art. 1373 c.c., o per diniego di rinnovazione alla prima scadenza, ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 652 del 3 febbraio 1993
«Invero, perché con la sentenza di patteggiamento possa essere disposta ex art. 445 c.p.p. la misura di sicurezza patrimoniale della confisca, prevista per la sola ipotesi di confisca obbligatoria di cui all'art. 240, comma secondo, c.p.p., è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11810 del 12 dicembre 1990
«Pertanto, indipendentemente dalla riconducibilità di detto contratto nella figura (atipica) del cosiddetto «brokeraggio» assicurativo, si deve ritenere che lo scioglimento del contratto stesso, a seguito di recesso, od anche risoluzione per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1690 del 26 gennaio 2006
«Il piano di valutazione supposto dall'art. 1455 c.c. in ordine alla non scarsa importanza dell'inadempimento quale fatto giustificativo della risoluzione del contratto è, invece, del tutto diverso, giacché non è funzionale all'apprezzamento della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19556 del 19 dicembre 2003
«Il principio di autotutela sancito dall'art. 1460 c.c. (in forza del quale, nei contratti a prestazioni corrispettive, ciascun contraente può rifiutare la propria prestazione in costanza di inadempimento della controparte) deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2720 del 4 febbraio 2009
«Nel caso in cui venga opposta, nei contratti con prestazioni corrispettive, l'eccezione "inadimplenti non est adimplendum", occorre verificare, secondo il principio di buona fede e correttezza sancito dall'art. 1375 cod. civ., in senso oggettivo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10506 del 7 dicembre 1994
«Per la legittima proposizione dell'eccezione di inadempimento ( exceptio inadimpleti contractus ) è necessario che il rifiuto di adempimento — oltre a trovare concreta giustificazione nei legami di corrispettività e interdipendenza tra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13840 del 9 giugno 2010
«In difetto di prova sulla causa effettiva e determinante della risoluzione, il giudice non potrà dichiarare risolto il vincolo contrattuale per inadempienze equivalenti delle parti, ma dovrà limitarsi al rigetto di entrambe le domande per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20614 del 24 settembre 2009
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, ai fini della pronuncia di risoluzione per inadempimento in caso di inadempienze reciproche, è necessario far luogo ad un giudizio di comparazione in ordine al comportamento di ambo le parti, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 387 del 16 gennaio 1997
«Il principio che sorregge l'eccezione inadempleti contractus, e che trova la sua consacrazione nella formulazione dell'art. 1460 c.c., trae fondamento dal nesso di interdipendenza che nei contratti a prestazioni corrispettive lega le opposte...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1077 del 30 gennaio 1995
«Il promittente compratore, il quale chieda ai sensi dell'art. 2932 c.c. l'esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto avente per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, è tenuto, ai fini dell'accoglimento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1232 del 23 gennaio 2004
«L'applicabilità di detto art. 1461 c.c., come delle altre disposizioni dettate a presidio del nesso di sinallagmaticità nella fase di esecuzione dei contratti a prestazioni corrispettive, comporta che il pagamento del debito liquido ed esigibile,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3072 del 18 maggio 1982
«Pertanto il promissario acquirente, quando sussiste il pericolo di rivendica del bene promesso in vendita o di revoca del futuro acquisto di esso per effetto del sopravvenuto manifestarsi dello stato di insolvenza del promittente alienante e del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4320 del 20 febbraio 2008
«Inoltre, per la sua applicabilità, non è neppure necessario che tale modificazione patrimoniale sia sopravvenuta rispetto al contratto, essendo sufficiente che il contraente che oppone la sospensione della sua prestazione ne sia venuto a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3035 del 29 ottobre 1971
«L'applicabilità dell'art. 1461 c.c. (secondo il quale ciascun contraente può, nell'appalto, sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta nell'ipotesi prevista dalla norma) non presuppone che il contratto sia in corso di esecuzione, ma...»