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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13090 del 29 dicembre 1997
«È valida la prosecuzione del processo dal successore universale di una parte estinta — nella specie società incorporante — mediante costituzione con comparsa conclusionale e quindi dopo la precisazione delle conclusioni e prima dell'udienza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6721 del 25 luglio 1996
«L'interruzione del processo per il decesso della parte è disposta a protezione dei successori a titolo universale della parte deceduta, i quali rimangono privi di tutela processuale. Pertanto, solo ad essi è consentita la prosecuzione del processo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7488 del 18 giugno 1992
«In caso di prosecuzione del processo interrotto o di riassunzione del medesimo nelle forme del ricorso, di cui agli artt. 302 e 303 c.p.c., a differenza di quanto si verifica nell'ipotesi di citazione in riassunzione ex art. 125 disp. att. c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 62 del 7 gennaio 1991
«Nel caso di interruzione del processo, il ricorso in prosecuzione ex art. 302, c.p.c. in quanto atto di mero impulso processuale nell'ambito di un procedimento già instaurato, di cui permangono tutti gli effetti sostanziali e processuali, non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10884 del 12 novembre 1990
«Al fine di evitare l'interruzione del processo per la morte del procuratore della parte costituita, è sufficiente che il nuovo difensore della parte medesima presenti la procura, in cancelleria, o direttamente all'udienza già fissata, non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 930 del 16 febbraio 1989
«Poiché, nel caso di sostituzione ope legis di un ente pubblico, costituito come parte in giudizio, la prosecuzione del processo nei confronti dell'ente successore di quello soppresso, ai sensi dell'art. 110 c.p.c., non richiede il consenso della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4981 del 19 luglio 1983
«La prosecuzione del processo interrotto per morte della parte costituita a mezzo di procuratore deve essere effettuata con la costituzione in giudizio degli eredi della stessa — cioè da parte degli stessi o nei loro confronti, sia pure con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35174 del 11 settembre 2009
«Il tentativo di omicidio si caratterizza per l'oggettiva idoneità e destinazione univoca dell'azione a realizzare il più grave evento, denunciata solo in parte dall'intenzione dell'agente, concorrendovi anche, e in misura prevalente, elementi di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3185 del 15 marzo 2000
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5389 del 7 giugno 1997
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11766 del 20 novembre 1991
«Ai sensi del combinato disposto degli artt. 56 e 575 del codice penale, perché possa parlarsi di tentativo di omicidio, è indispensabile che l'azione teleologicamente orientata a cagionare la morte sia obiettivamente idonea a provocare l'evento, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 26 gennaio 1993
«Al reato di rissa, ed a quelli commessi nel corso di essa, non è applicabile la legittima difesa perché i corrisanti sono animati dall'intento reciproco di offendersi ed accettano la situazione di pericolo nella quale volontariamente si sono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3790 del 27 ottobre 1994
«Agli effetti della legitimatio ad causam, del soggetto, convivente di fatto della vittima dell'azione omicidiale di un terzo, viene in considerazione non già il rapporto interno tra i conviventi, bensì l'aggressione che tale rapporto ha subito ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7627 del 30 luglio 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, con riferimento all'art. 3 della Costituzione, della persistente previsione dell'ergastolo da parte dell'art. 577 c.p. per talune ipotesi di omicidio aggravato nonostante che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2737 del 25 settembre 2000
«La regola dettata dall'art. 568, comma quinto, c.p.p., secondo la quale, qualora l'impugnazione sia stata proposta a un giudice incompetente, questi trasmette gli atti al giudice competente, non può trovare applicazione nel caso di inosservanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1736 del 28 maggio 1996
«In caso di presentazione dell'impugnazione della parte privata a mezzo di incaricato, la qualità di quest'ultimo deve risultare o da un'esplicita delega rilasciata dal diretto interessato al presentatore ovvero da una chiara attestazione del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8141 del 21 luglio 1992
«Non occorre l'autenticazione della sottoscrizione (prevista soltanto per il caso di spedizione a mezzo del servizio postale), quando l'atto di impugnazione di una parte privata sia presentato in cancelleria da un incaricato, ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35345 del 21 ottobre 2002
«L'atto di appello del pubblico ministero in materia cautelare può essere presentato, a norma dell'art. 582 c.p.p., richiamato dal combinato disposto degli artt. 309 comma 4 e 310 comma 2 c.p.p., anche a mezzo di persona incaricata addetta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7488 del 1 luglio 1994
«Tanto la disciplina dell'abrogato codice di rito, quanto quella del vigente codice non contengono deroghe alle modalità di proposizione e di presentazione dell'impugnazione da parte di imputati sottoposti al soggiorno obbligato. Infatti l'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1997 del 13 novembre 1993
«Anche in tema di pene accessorie non discrezionali è sempre e comunque necessaria la pronuncia del giudice. E se lo stesso non vi ha provveduto con la sentenza di condanna, si dovrà provvedere in sede esecutiva, ai sensi degli artt. 666 e 676...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45951 del 19 dicembre 2005
«Le disposizioni del codice di rito concernenti i termini per la proposizione dell'impugnazione operano anche con riferimento al ricorso per cassazione avverso gli atti abnormi e, in particolare, il termine di quindici giorni previsto dall'art. 585...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1742 del 1 settembre 1999
«In tema di termine utile per proporre impugnazione, poiché alle diverse modalità di pubblicazione della sentenza conseguono effetti diversificati ai fini della determinazione di tale termine e del suo decorso, la contestuale lettura del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9010 del 3 ottobre 1997
«Ai fini della tempestività della proposizione dell'impugnazione, nel caso di imputato presente al dibattimento, il termine per il deposito della sentenza inizia a decorrere dal giorno successivo alla data della lettura del dispositivo; quello per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 462 del 24 gennaio 1997
«In tema di decorrenza del termine di impugnazione, allorché la sentenza, pronunciata ex art. 544, comma secondo, c.p.p., sia stata depositata entro il quindicesimo giorno dalla data della pronuncia, il termine di trenta giorni per proporre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8942 del 4 agosto 1995
«Nell'ipotesi di assenza dell'imputato, il termine di impugnazione decorre dalla scadenza del termine prescritto per il deposito della sentenza e non dalla notifica dell'estratto che sia stata effettuata per errore. (Fattispecie nella quale si era...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18896 del 13 maggio 2011
«La causa di giustificazione dell'adempimento di un dovere è inapplicabile, anche a seguito dell'entrata in vigore del D.L.vo n. 66 del 2010 (c.d. codice dell'ordinamento militare) che ha abrogato la L. n. 382 del 1978, al militare che adempia ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45739 del 26 novembre 2003
«I motivi nuovi a sostegno dell'impugnazione devono avere ad oggetto, a pena di inammissibilità, i capi o i punti della decisione impugnata che sono stati enunciati nell'originario atto di gravame ai sensi dell'art. 581, lett. a), c.p.p. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19683 del 28 aprile 2003
«Le dichiarazioni accusatorie rese da imputati dello stesso reato ovvero di reato connesso o interprobatoriamente collegato, per costituire prova, possono anche riscontrarsi reciprocamente, a condizione che siano dotate ciascuna di intrinseca...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38 del 25 gennaio 1999
«L'omessa notifica dell'atto di impugnazione non dà luogo a nullità di ordine generale e neppure a decadenza dell'impugnazione medesima, in quanto non è compresa tra le cause di inammissibilità previste tassativamente dall'art. 591 c.p.p. o da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12343 del 10 dicembre 1994
«In tema di impugnazioni, anche nel nuovo codice di procedura penale, va operata la distinzione tra cause di inammissibilità e cause sopravvenute. La sussistenza di una causa di inammissibilità originaria, come quella derivante dalla proposizione...»