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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14234 del 25 settembre 2003
«In tema di cause di nullità del negozio giuridico, per aversi contrarietà a norme penali ai sensi dell'art. 1418 c.c., occorre che il contratto sia vietato direttamente dalla norma penale, nel senso che la sua stipulazione integri reato, mentre...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1475 del 9 marzo 1982
«Il requisito dell'attualità della lesione implica che non si può esperire l'indicata azione a tutela di un interesse futuro (salvo che vi siano modi di attuazione della legge con cui si possa assicurare attualmente il conseguimento futuro di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3925 del 8 settembre 1977
«Se è vero che il negozio giuridico nullo non è convalidabile, è però anche vero che la parte interessata può rinunciare all'azione di nullità così come può rinunciare al giudicato di nullità, dovendosi configurare queste rinunce come atti di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3443 del 20 dicembre 1973
«Il giudice non è tenuto ad esaminare d'ufficio la questione della conversione del negozio giuridico nullo.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4378 del 20 dicembre 1974
«Il metus ab intrinseco, derivante dalla paura ispirata da uno stato di fatto oggettivo, non può essere causa invalidante di un negozio giuridico, occorrendo invece, a tal fine, che il timore provenga dall'esterno, ad opera di un soggetto che usi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4925 del 28 maggio 1990
«La speciale disciplina dettata dalla L. 15 luglio 1966, n. 604 per l'impugnativa del licenziamento privo di giusta causa o di giustificato motivo, e, in particolare, la norma dell'art. 6 della stessa legge, relativa alla necessità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6733 del 30 marzo 2005
«Ne consegue che, in tema di azione costitutiva non necessaria (quale deve ritenersi quella avanzata ai sensi dell'art. 1453 c.c., in relazione alla quale l'effetto giuridico della risoluzione del rapporto negoziale non necessariamente deve...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16937 del 25 luglio 2006
«...preliminare e la conseguente esclusiva rilevanza del nuovo vincolo giuridico venutosi a formare al quale si sarebbe dovuta ricollegare, in caso di annullamento dello stesso contratto, la sola responsabilità individuata nel citato art. 1443 c.c.).»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2029 del 2 aprile 1982
«...sia all'adempimento di un supposto obbligo giuridico, sia alla volontà di convalidare detto negozio, solo in quanto risulti inequivocabilmente raggiunta la prova della già acquisita certezza della causa di annullabilità del negozio stesso. »
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9289 del 9 luglio 2001
«Il mandato senza rappresentanza avente ad oggetto il trasferimento di beni immobili richiede la forma scritta ad substantiam, la cui assenza rende nullo il negozio, impedendo che si costituisca il rapporto giuridico e che, conseguentemente,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24371 del 16 novembre 2006
«...di ratifica del suddetto contratto ultranovennale per facta concludentia del tipo dell'avvenuta percezione dei canoni, la cui condotta, peraltro, si sarebbe dovuta considerare costituente una mera operazione e non un negozio giuridico).»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8098 del 9 agosto 1990
«Con riguardo alla cessione del contratto, che assume la figura di negozio giuridico plurilaterale con il necessario intervento di tre soggetti (il cedente, il ceduto, il cessionario), il consenso preventivamente manifestato dal ceduto non è privo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3170 del 20 ottobre 1972
«La cessione di un contratto con prestazioni corrispettive è un negozio giuridico plurilaterale che postula l'intervento di tre soggetti il cedente, il cessionario ed il ceduto.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2060 del 16 luglio 1973
«Sul piano logico-giuridico non vi è compatibilità tra negozio simulato e negozio revocabile, perché mentre quest'ultimo è realmente voluto ed esistente, l'altro è, invece, solo un'apparenza in quanto o è addirittura inesistente (simulazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13963 del 30 giugno 2005
«La sentenza che su domanda proposta da un terzo interessato ad eliminarne gli effetti abbia accertato o negato la simulazione di un negozio giuridico, non fa stato quanto a tale accertamento nei rapporti fra le parti del negozio simulato (o fra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2252 del 28 febbraio 1998
«Agli effetti della prova della simulazione deve essere considerata «parte» e non «terzo» chi, pur essendo in apparenza estraneo al contratto, assuma di essere uno dei soggetti del rapporto giuridico che si volle in realtà costituire e di avere,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1601 del 19 marzo 1979
«In applicazione del principio della conservazione del negozio giuridico, desumibile dalla norma dell'art. 1367 c.c., il quale impone di evitare che un negozio sia privato di ogni effetto quando sussistano gli elementi essenziali necessari affinché...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16382 del 14 luglio 2009
«La mediazione tipica, disciplinata dagli artt. 1754 e seguenti c.c., è soltanto quella svolta dal mediatore in modo autonomo, senza essere legato alle parti da alcun vincolo di mandato o di altro tipo, e non costituisce un negozio giuridico, ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6063 del 18 giugno 1998
«...la nullità del negozio derivante dalla mancanza di uno dei requisiti di cui all'art. 1325 c.c. (nella specie forma scritta ad substantiam) impedisce che si costituisca il rapporto giuridico e che sorga quindi alcuna obbligazione tra le parti.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 857 del 1 febbraio 1983
«...giusta causa di revoca, la quale può ritenersi verificata quando sia dimostrata, nella fattispecie concreta, l'avvenuta realizzazione o l'impossibilità di realizzazione dell'interesse del mandatario, in relazione al sottostante rapporto giuridico.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 403 del 21 febbraio 1970
«Ai sensi dell'art. 1724 c.c., contenente la normativa posta a regolamento della revoca tacita del mandato, ed applicabile in via di espansione analogica all'autonomo istituto giuridico della procura, può aversi revoca tacita del negozio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8512 del 5 maggio 2004
«...effetti direttamente in capo al mandante, quello posto in essere dal commissionario produce i suoi effetti giuridici nel patrimonio dello stesso commissionario, occorrendo un ulteriore atto giuridico per riversarli nel patrimonio del committente.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1996 del 8 aprile 1981
«Tenuto conto che il contratto di commissione, che costituisce una sottospecie del mandato senza rappresentanza, è caratterizzato dal fatto che la prestazione del mandatario è limitata alla stipulazione di un contratto di compravendita...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1442 del 16 aprile 1975
«I1 diritto di esclusiva, a qualunque negozio giuridico acceda (agenzia, somministrazione, vendita, ecc.), non implica necessariamente il divieto, a carico del preponente, del somministrante, comunque del concedente, di concludere affari...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7994 del 2 aprile 2009
«Al fine del riconoscimento del diritto del mediatore alla provvigione, l'affare deve ritenersi concluso quando tra le parti poste in relazione dal mediatore medesimo si sia costituito un vincolo giuridico che abiliti ciascuna di esse ad agire per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13590 del 21 luglio 2004
«Al fine di riconoscere al mediatore il diritto alla provvigione, l'affare deve ritenersi concluso quando, tra le parti poste in relazione dal mediatore medesimo, si sia costituito un vincolo giuridico che abiliti ciascuna di esse ad agire per la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8850 del 28 giugno 2001
«Il diritto del mediatore alla provvigione, ex art. 1755 c.c.. deve essere riconosciuto in relazione alla conclusione dell'affare e non già in relazione alla conclusione del relativo negozio giuridico tra le stesse parti, e permane anche se le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12527 del 21 maggio 2010
«In tema di contratto di mediazione, l'affare - da intendersi nel senso di qualsiasi operazione economica generatrice di un rapporto obbligatorio - deve ritenersi concluso, per effetto della "messa in relazione" da parte del mediatore, quando si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17689 del 2 settembre 2004
«La mera presenza di un intento speculativo o di un certo grado di alea in un'operazione contrattuale non vale a rendere quest'ultima assimilabile ad un giuoco o ad una scommessa; né, quindi, a rendere applicabile il regime giuridico dettato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11117 del 6 ottobre 1999
«Affinché una transazione sia validamente conclusa, è necessario, da un lato, che essa abbia ad oggetto una res dubia , e, cioè, che cada su un rapporto giuridico avente, almeno nella opinione delle parti, carattere di incertezza, e, dall'altro,...»