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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10282 del 13 marzo 2001
«È da escludere la configurabilità del reato di evasione, mancando il presupposto della legalità della detenzione, qualora il fatto sia stato commesso dopo la scadenza del termine di durata massima della custodia cautelare, cui non abbia fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9560 del 12 novembre 1983
«Il reato di evasione non è configurabile nell'ipotesi di un internato per esecuzione di una misura di sicurezza e ammesso al regime di semilibertà, il quale non rispetti l'orario di rientro nella casa circondariale. La figura dell'internato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5986 del 18 giugno 1982
«Non è configurabile il delitto di evasione quando l'internando per misura di sicurezza detentiva, consegnato all'autorità e non ancora introdotto nello stabilimento di destinazione, si dia alla fuga.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11679 del 27 marzo 2012
«Integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8978 del 5 marzo 2010
«Integra il delitto di evasione la condotta posta in essere dal condannato in regime di semidetenzione, che si allontani dalla casa circondariale ove si trova ristretto, senza farvi più ritorno.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22368 del 28 maggio 2009
«La condanna per il delitto di evasione non è automaticamente preclusiva della possibilità di concessione di benefici penitenziari, nella specie della detenzione domiciliare, dovendo il giudice impegnarsi nell'esame approfondito della personalità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35074 del 19 settembre 2007
«Integra la condotta del reato di evasione, e non l'ipotesi di mera trasgressione delle prescrizioni imposte, l'allontanamento del condannato dal luogo di espiazione della pena in regime di detenzione domiciliare in orario diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7659 del 23 febbraio 2004
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che si allontani dal luogo ove si trovi in stato di coercizione personale e vigilato dagli organi di polizia che hanno operato l'arresto, anche se non sia stato ancora redatto il relativo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13678 del 13 ottobre 1989
«Non integra gli estremi del delitto di evasione la condotta dell'imputato che, trovandosi agli arresti domiciliari con autorizzazione ad uscire dalla propria abitazione per recarsi al lavoro, arbitrariamente si allontani, per qualche istante, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7597 del 30 giugno 1988
«Il concetto di evasione non postula necessariamente la fuga o l'allontanamento definitivo, essendo sufficiente ad integrarlo anche la sottrazione temporanea del detenuto allo stato di costrizione personale cui è sottoposto. (Nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4982 del 22 aprile 1987
«Sussiste l'estremo oggettivo del delitto di evasione nel comportamento di chi, dopo che gli è stato notificato, in un ambiente vigilato dalla forza pubblica, un provvedimento restrittivo della libertà personale, fugga, eludendo il controllo degli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31995 del 29 luglio 2003
«Il reato di evasione non è a dolo specifico, essendo sufficiente, per la sussistenza dell'elemento soggettivo, la consapevolezza e volontà del reo di usufruire di una libertà di movimento vietata dal precetto penale, voluta anche unicamente come...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7842 del 5 luglio 2000
«Il dolo del reato di evasione per abbandono del luogo degli arresti domiciliari è generico, essendo necessaria e sufficiente — in assenza di autorizzazione — la volontà di allontanamento nella consapevolezza del provvedimento restrittivo a proprio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12763 del 22 dicembre 1988
«Al fine della sussistenza del dolo nel delitto di evasione commesso dal detenuto inottemperante all'obbligo di rientro dal permesso concessogli ai sensi dell'art. 30, L. 26 luglio 1975, n. 354 (cosiddetto ordinamento penitenziario), è sufficiente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14037 del 3 aprile 2015
«Il delitto di evasione dagli arresti domiciliari ha natura istantanea e si consuma nel momento in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo di esecuzione della misura, con la conseguenza che, per l'eventuale applicabilità di cause di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25976 del 7 luglio 2010
«Il delitto di evasione, che è reato istantaneo con effetti permanenti, si consuma nel momento stesso in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo della detenzione o degli arresti domiciliari. Ne consegue che l'effetto permanente cessa quando...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5823 del 11 giugno 1982
«Il reato di evasione, anche quando consiste nel mancato rientro alla scadenza di un permesso, non costituisce reato permanente, bensì istantaneo con effetti permanenti, che si consuma nel momento e nel luogo del mancato rientro.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10605 del 24 novembre 1981
«Il reato di evasione è delitto di danno, a carattere commissivo e permanente e, mentre il suo momento consumativo coincide con l'illegittima conquista della libertà da parte di chi se ne trovi legalmente privato, lo stato di consumazione perdura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3504 del 17 aprile 1981
«Il reato di evasione si consuma con la completa sottrazione alla vigilanza degli agenti, senza che sia necessaria la fuoriuscita del detenuto dal recinto dello stabilimento penitenziario.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3052 del 14 aprile 1983
«Il reato di evasione, anche nell'ipotesi del tentativo, non può assorbire come aggravante quello di resistenza a pubblico ufficiale, che tutela un differente bene giuridico.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35533 del 25 settembre 2007
«Integra il delitto di evasione, e non una mera inosservanza del provvedimento cautelare, il mancato raggiungimento del luogo di detenzione da parte della persona sottoposta alla misura coercitiva degli arresti domiciliari.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22014 del 22 giugno 2006
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che, destinatario di un provvedimento coercitivo, si allontani dalla propria abitazione alla vista delle forze dell'ordine che verbalmente lo hanno dichiarato in arresto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10082 del 15 marzo 2005
«Integra gli estremi del reato di evasione (art. 385 c.p.) la condotta del detenuto agli arresti domiciliari che si allontani dal luogo in cui è autorizzato a svolgere l'attività lavorativa, considerato che detta autorizzazione non sospende il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 16 gennaio 2003
«Integra il reato di evasione la condotta della persona ristretta agli arresti domiciliari che, autorizzata dal giudice a svolgere attività lavorativa, rientri nella propria abitazione con trenta minuti di ritardo, rispetto all'orario stabilito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 781 del 13 marzo 1997
«La condotta di colui che, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari ed autorizzato ad assentarsi ai sensi dell'art. 284 comma terzo c.p.p., si assenta per ragioni diverse da quelle per le quali è stata concessa l'autorizzazione non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6617 del 6 giugno 1994
«All'imputato agli arresti domiciliari con modalità esecutive che gli consentono di allontanarsi dalla propria abitazione per adempiere le finalità per cui l'allontanamento è stato autorizzato che faccia ritorno con ritardo nella sua abitazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9388 del 4 settembre 1992
«Integra gli estremi del delitto di evasione, di cui all'art. 385 comma terzo c.p., la condotta di colui il quale, trovandosi agli arresti domiciliari, se ne allontani, anche se per breve tempo, recandosi nella via antistante l'abitazione propria,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13113 del 2 ottobre 1990
«L'art. 385 terzo comma c.p. nel punire l'allontanamento dell'imputato, sottoposto agli arresti domiciliari, dalla propria abitazione configura un'autonoma fattispecie delittuosa equiparata al delitto di evasione di cui ai precedenti commi soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4830 del 2 febbraio 2015
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari, agli effetti dell'art. 385 cod. pen. deve intendersi per abitazione il luogo in cui la persona conduce la propria vita domestica e privata con esclusione di ogni altra appartenenza (aree condominiali,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44504 del 17 dicembre 2010
«Integra il delitto di evasione dagli arresti domiciliari il trasferimento di residenza effettuato dal detenuto senza darne comunicazione e senza aver ottenuto la necessaria autorizzazione da parte degli organi di vigilanza. (Fattispecie relativa...»