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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14899 del 6 luglio 2011
«La provvigione dovuta al mediatore non rientra tra le spese del contratto di compravendita e nelle altre accessorie che l'art. 1475 c.c. pone, salvo diverso accordo, a carico del compratore, atteso che essa scaturisce non dal contratto in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8237 del 13 agosto 1990
«Per «spese del contratto di compravendita», che l'art. 1475 c.c. pone in via generale a carico del compratore, devono intendersi tutte quelle che siano necessarie per la conclusione del contratto e siano, perciò, con questo in stretto rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11756 del 6 settembre 2000
«Nelle vendite a catena di autoveicoli, il principio dell'autonomia di ciascuna vendita, pur non consentendo di trasferire automaticamente nei confronti del primo venditore l'azione risarcitoria esercitata da taluno dei successivi compratori, che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4805 del 3 settembre 1982
«Nel caso in cui il venditore sia convenuto in giudizio dal compratore unitamente ad un terzo che pretende di avere diritti sulla cosa venduta, la partecipazione del primo al processo, qualora contro di lui non sia proposta azione di rivalsa, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28984 del 10 dicembre 2008
«Nel caso in cui i beni mobili oggetto di vendita in sede fallimentare risultino affetti da vizi redibitori, non è configurabile la garanzia prevista dall'art. 1490 cod. civ., neppure se la vendita abbia avuto luogo ad offerte private, ma solo una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3137 del 12 maggio 1981
«La disposizione contenuta nell'art. 1492, comma terzo c.c., la quale preclude al compratore l'azione di risoluzione del contratto se la cosa affetta da vizi sia stata da lui trasformata, è espressione di un principio generale secondo cui non può...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2565 del 25 marzo 1988
«In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, e per il caso in cui l'azione di riduzione del prezzo sia accordata al compratore non in via esclusiva (art. 1492 terzo comma c.c.), ma in via concorrente con l'azione di risoluzione (art. 1492...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7863 del 19 luglio 1995
«Il giudice di merito che ha regolarmente acquisito al processo l'accertamento tecnico preventivo può trarre elementi di prova anche dalle indagini effettuate dal consulente tecnico al di fuori dei limiti dell'incarico ricevuto se queste indagini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3425 del 8 marzo 2001
«In tema di vendita, l'azione per la riduzione del prezzo e quella per il risarcimento del danno, non coperto dalla prima, spettanti al compratore a norma degli artt. 1492 e 1494 c.c., sono entrambe finalizzate a ristabilire il rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8336 del 17 agosto 1990
«In tema di vendita, e con riguardo alla responsabilità del venditore per vizi alla stregua dell'art. 1494 c.c., l'interessato può chiedere, in alternativa ovvero in cumulo con le azioni tese all'adempimento del contratto in via specifica ed alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10922 del 24 maggio 2005
«In tema d'interpretazione della domanda, il giudice ha il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione dando al rapporto dedotto in giudizio il nomen iuris anche in difformità rispetto alla prospettazione formulata dalle parti, purché...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12401 del 28 maggio 2007
«Gli interessi legali previsti dall'art. 1499 c.c. prescindendo sia dalla mora che dalla liquidità, vanno ricondotti nella categoria (residuale rispetto a quelle degli interessi moratori e corrispettivi) degli interessi compensativi, preordinati ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5913 del 20 aprile 2001
«Il conduttore di immobile urbano adibito a uso non abitativo, che ai sensi dell'art. 39 della legge 27 luglio 1978, n. 392, ha esercitato il diritto di riscatto del bene, alienato a un terzo in violazione del suo diritto di prelazione, e che ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1805 del 20 maggio 1976
«Ai sensi dell'art. 1503 secondo comma c.c., il venditore riscattante, al fine di non decadere dal diritto di riscatto, nel caso di rifiuto del compratore di ricevere le somme dovutegli, deve effettuare offerta reale delle somme medesime, e,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 754 del 18 marzo 1971
«Un vizio è apparente, agli effetti dell'art. 1511 c.c. in relazione all'art. 1495 dello stesso codice, quando è di facile percezione ed è sufficiente una normale diligenza per constatarlo, in rapporto alle particolari circostanze della vendita ed...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6196 del 22 ottobre 1986
«La verifica nei modi stabiliti dall'art. 696 c.p.c., consentita al venditore e al compratore dall'art. 1513 c.c., in caso di divergenza sulla qualità e condizione della cosa, non richiede il requisito dell'urgenza, necessario per l'accertamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3415 del 8 aprile 1999
«La compravendita immobiliare sottoposta alla condizione del pagamento del prezzo si inquadra nella figura della compravendita con riserva di proprietà e il trasferimento del relativo diritto si realizza col pagamento dell'ultima rata del prezzo;...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5324 del 13 maggio 1991
«Con riguardo alla vendita di un bene mobile, con riserva di proprietà, che può essere validamente stipulata anche verbalmente, l'atto scritto è necessario solo ai fini dell'opponibilità della detta riserva di proprietà ai creditori del compratore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 813 del 28 gennaio 1983
«Nella compravendita di merci regolata, quanto al pagamento del prezzo, con l'apertura di credito documentale, confermato o irrevocabile, ha luogo una delegazione obbligatoria costituita da un triplice rapporto e, precisamente, da un rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21641 del 8 novembre 2005
«In tema di società per azioni, il primo comma dell'art. 2437 c.c. (nel testo anteriore alle modifiche introdotte dal D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6, applicabile nella specie ratione temporis) attribuisce il diritto di recesso al socio dissenziente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8327 del 1 settembre 1997
«Le disposizioni degli artt. 1537, 1538 c.c. sulla disciplina della vendita a corpo e a misura regolano i rapporti tra alienante ed acquirente quando sorga contestazione sul prezzo del fondo in rapporto alla sua superficie e non anche quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7711 del 2 agosto 1990
«Poiché l'oggetto della vendita a misura è costituito da un'unica entità economica, il calcolo del prezzo in rapporto alla quantità del venduto non ne comporta una differenziazione in rapporto alle unità in eccesso o in difetto, sicché il patto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5845 del 14 giugno 1990
«Il conferimento ad un istituto di credito del mandato continuativo ad eseguire operazioni speculative in borsa mediante lo strumento del cosiddetto «riporto staccato» - e cioè allo scoperto, regolandosi in contanti solo la differenza fra i prezzi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6771 del 15 giugno 1991
«Nel contratto di permuta l'oggetto, che deve essere determinato (e determinabile) a norma dell'art. 1346 c.c., è costituito dai beni che vengono scambiati e non dall'utilità che le parti conseguono con lo scambio. Tale utilità considerata in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11196 del 17 luglio 2003
«Il contratto estimatorio (la cui funzione va ravvisata nella promozione della vendita della merce da parte dell' accipiens ) può essere stipulato con gli edicolanti (i quali solamente pongono in vendita le pubblicazioni dell'editore)...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9 del 4 gennaio 1974
«Il contratto estimatorio si differenzia dal mandato a vendere in quanto nel primo l' accipiens , senza vendere per conto del tradens , si obbliga a vendere la merce ai prezzi determinati da costui ed a corrispondergli detti prezzi ovvero a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1259 del 5 febbraio 1988
«Nel contratto di somministrazione di energia elettrica il cosiddetto impegno di potenza, che si sostanzia nell'obbligo del somministrante di predispone e mantenere l'impianto in guisa di tenere a disposizione dell'utente una determinata quantità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10285 del 16 luglio 2002
«Con riguardo al contratto di somministrazione (nella specie, di energia elettrica), l'errore di fatturazione nel quale sia in corso il somministrante nell'indicazione del corrispettivo nella relativa bolletta, attenendo non alla formazione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5144 del 9 giugno 1997
«Nell'ambito di un rapporto contrattuale scaturente da un negozio di somministrazione continuata di energia elettrica, incombe sull'ente erogatore, convenuto per il risarcimento del danno (e tenuto alla esecuzione della propria prestazione secondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10620 del 5 novembre 1990
«Con riguardo a contratto di somministrazione (nella specie, di energia elettrica), la facoltà del somministrante di sospendere le proprie prestazioni, in caso di mancato pagamento dei corrispettivi alle previste scadenze, ai sensi degli artt. 1460...»