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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9850 del 4 novembre 1981
«La differenza tra i documenti cui si riferisce l'art. 479 c.p. (falsità ideologica in atti pubblici) e quelli cui si riferisce l'art. 480 dello stesso codice (falsità ideologica in certificati o autorizzazioni amministrative) risiede in ciò: che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 865 del 16 febbraio 1981
«...i. Essa costituisce, quindi, una attestazione di fatto rientrante nella sfera di attività compiuta direttamente dal pubblico ufficiale che la redige non un'attestazione di verità o di scienza dello stesso pubblico ufficiale. La falsificazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41205 del 10 dicembre 2002
«Ne consegue che le false dichiarazioni del privato, in ordine alla conclusione dei lavori entro il termine previsto dalla legge per l'applicabilità del condono edilizio, non costituiscono atti idonei ad indurre i competenti organi comunali al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 844 del 1 febbraio 1993
«Il medico convenzionato che, nel redigere un documento attestante la continuazione di una malattia, apponga una data di rilascio diversa dalla data effettiva, commette il reato di cui all'art. 480 c.p. (falsità ideologica commessa dal pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27699 del 20 maggio 2010
«In tema di opere soggette a presentazione di denuncia di inizio attività (DIA), assume la qualità di persona esercente un servizio di pubblica necessità e risponde, quindi, del reato di falsità ideologica in certificati, il progettista che, nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36778 del 7 novembre 2006
«In tema di reati di falso, il certificato di morte redatto dal medico necroscopico, delegato dell'ufficiale dello stato civile, è atto pubblico, siccome proveniente da un pubblico ufficiale che attesta fatti di sua diretta percezione (effettività...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9578 del 20 marzo 2006
«Integra il reato di cui all'art. 481 c.p. (falso ideologico commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità), la condotta del legale che autentichi la firma apocrifa del cliente, apposta in calce ad un atto di rinuncia agli atti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8303 del 9 marzo 2006
«In tema del reato di falsità ideologica in certificato commesso da persona esercente un servizio di pubblica necessità, il direttore dei lavori che attesti la conformità degli interventi edilizi nella certificazione presentata per il rilascio di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10341 del 2 dicembre 1983
«La proposta di ricovero, richiesta dalla legge nel procedimento amministrativo per il ricovero coatto degli infermi di mente, è diretta a far fede dei fatti in esso dichiarati; né vale ad escludere la sua funzione probatoria la necessità della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38349 del 24 ottobre 2011
«Integra il reato di falsità materiale commessa dal privato (art. 482 c.p.), la condotta di colui che esponga sul parabrezza della propria autovettura una fotocopia del permesso rilasciatogli per l'accesso a zona con traffico limitato, in quanto la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7783 del 27 agosto 1985
«Ne consegue che, anche quando il reato di cui all'art. 476 cpv. c.p. sia commesso da un privato o da un pubblico ufficiale fuori dell'esercizio delle sue funzioni, la qualità di fede privilegiata dell'atto costituisce un'aggravante che, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5357 del 6 novembre 1983
«In tema di falsità in foglio firmato in bianco, quando l'agente sia del tutto sfornito del diritto di riempire il documento per averne acquistato il possesso in modo illegittimo, o quando, pur avendone acquistato legittimamente il possesso, non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6978 del 15 luglio 1981
«L'abusivo riempimento di un assegno bancario o di una cambiale è punito ai sensi dell'art. 486 c.p. in quanto la loro equiparazione quoad poenam agli atti pubblici è stabilita limitatamente alle falsità materiali, come risulta dal fatto che l'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2832 del 12 gennaio 1981
«Il criterio distintivo fra il reato di cui all'art. 486 c.p. e quello di cui all'art. 488 c.p. consiste nel fatto che il primo esige nel soggetto attivo il possesso di un documento che importi l'obbligo o la facoltà di riempirlo, mentre il secondo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4400 del 1 aprile 1980
«Il delitto di falsità materiale previsto dall'art. 488 c.p. si verifica non solo quando colui che commette la falsità sia del tutto sfornito del diritto di riempire il foglio in bianco per averne acquistato il possesso in modo illegittimo, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8938 del 8 luglio 1977
«L'accordo tra emittente e prenditore di non riempire e negoziare l'assegno prima di una certa data, in quanto nullo, non è suscettibile di produrre gli effetti giuridici in esso contemplati e, cioè, di obbligare il prenditore ad utilizzare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11915 del 12 marzo 2004
«Integra il reato di falsità materiale in atto pubblico (art. 476 c.p.) - anche nell'ipotesi che il fatto sia stato commesso prima dell'introduzione nel codice penale dell'art. 491 bis, ad opera dell'art. 3 della legge 23 dicembre 1993, n. 547 - la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22578 del 11 giugno 2010
«Non integra il reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.), l'esposizione sulla propria auto della fotocopia di un permesso di parcheggio riservato agli invalidi, qualora si tratti di fotocopia, come nella specie, realizzata in bianco e nero, che,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1978 del 27 febbraio 1982
«Colui che — pur non avendo materialmente falsificato un titolo di credito — abbia per primo fatto uso del medesimo, d'intesa con l'autore materiale della falsificazione od essendo comunque consapevole della falsità, deve rispondere del reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43341 del 29 novembre 2005
«Ai fini dell'integrazione del reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.), è necessario che l'agente non abbia concorso nella falsità o che non si tratti di concorso punibile; ne deriva che sussiste il reato in questione quando la falsificazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16687 del 29 novembre 1989
«Ne consegue che la lesione o messa in pericolo dell'interesse tutelato si realizzano soltanto quando l'eliminazione di un documento, non riproducibile nella stessa forma, natura o condizione, fa venir meno la prova di un determinato accadimento o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31742 del 21 luglio 2004
«Ai fini della configurabilità dell'elemento soggettivo del delitto di cui all'art. 490 c.p. (soppressione, distruzione e occultamento di atti veri), è necessaria la consapevolezza di frustrare la funzione probatoria dell'atto distrutto, occultato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9080 del 3 luglio 1989
«Esso è un atto ricognitivo dell'autenticità, espresso dal pubblico ufficiale in forma anticipata e benché strumentale rispetto al giudizio valutativo ed al conseguente ed eventuale provvedimento di nomina e benché privo di ogni connotato volitivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12109 del 3 dicembre 1987
«Il fine specifico di procurare a sé o ad altri un vantaggio è richiesto quale componente essenziale dell'elemento psicologico del reato di cui all'art. 490 c.p., solo quando il documento si identifica in una scrittura privata, in quanto il falso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3518 del 17 aprile 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui agli artt. 476 e 490 c.p. non occorre alcun dolo specifico, essendo sufficiente la consapevolezza che l'atto soppresso non sarà in condizioni di adempiere alla funzione di prova che gli è propria,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4946 del 28 maggio 1984
«Ai fini dell'ipotizzabilità del reato di falso per soppressione è sufficiente un'azione idonea cosciente e volontaria; non hanno invece alcuna rilevanza le modalità di realizzazione dell'azione medesima, poiché la scelta di queste, fra le tante...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9209 del 11 ottobre 1997
«In tema di falso documentale, il timbro del protocollo apposto sulla corrispondenza pervenuta ad un ufficio pubblico ha natura di atto pubblico; ed infatti, posto che il registro di protocollo è indiscutibilmente atto di fede privilegiata, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8816 del 15 giugno 1990
«Nella dichiarazione dei redditi, infatti, quando essa sia stata già presentata all'ufficio delle imposte e controllata con apposita attestazione protocollare, nonché liquidata dai funzionari dell'ufficio, coesistono due atti: l'uno di natura...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12872 del 25 settembre 1989
«Il delitto di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, di cui all'art. 490 c.p., allorché concerna cambiali od altri titoli di credito trasmissibili per girata od al portatore, deve ritenersi incluso nel provvedimento di amnistia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3763 del 22 marzo 1988
«Il delitto di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, di cui all'art. 490 c.p., allorché concerna cambiali od altri titoli di credito trasmissibili per girata od al portatore, deve ritenersi incluso nel provvedimento di amnistia...»