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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 8 marzo 2006
«I giudici di merito lo avevano condannato escludendo la rilevanza della pur ipotizzabile incapacità di volere e la Corte ha ritenuto tale motivazione non contraddittoria, osservando che la esistenza di un impulso non può essere considerata come...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4385 del 24 aprile 1982
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato va compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro processo non è pertanto mai vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13010 del 2 ottobre 1989
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato deve essere compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro procedimento non è vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8771 del 5 agosto 1992
«Anche un seminfermo di mente può essere dunque capace di agire sia con dolo d'impeto che con dolo di proposito, e l'unica ipotesi in cui è riscontrabile incompatibilità tra la circostanza aggravante e la diminuente è quella in cui la malattia che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8936 del 5 marzo 2001
«Ai fini del differimento facoltativo dell'esecuzione della pena per infermità fisica, il grave stato di salute va inteso come patologia implicante un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose, eliminabili o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 6 marzo 2000
«Ai fini della concessione del rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica, è necessario che le condizioni patologiche siano tali da rendere obiettivamente impossibile fronteggiarle in ambiente carcerario, a nulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 542 del 5 aprile 1995
«Ne consegue che allorché il condannato è affetto da grave infermità fisica per malattia la cui prognosi può essere infausta, la domanda di detenzione domiciliare deve essere considerata previa valutazione dell'aspettativa di vita del condannato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5949 del 4 dicembre 1999
«In tema di rinvio dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica, ai sensi dell'art. 147, comma 1, n. 2, c.p., pur sussistendo il dovere, per il giudice, di tener conto, indipendentemente dalla compatibilità o meno dell'infermità con le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 104 del 10 marzo 1992
«In tema di rinvio dell'esecuzione della pena, ai sensi dell'art. 147 n. 2 c.p., poiché la ratio ispiratrice della norma, in relazione ai referenti di rango costituzionale, è costituita dal divieto di trattamento disumano del condannato (art. 27...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 432 del 5 aprile 1995
«L'amnistia impropria fa cessare l'esecuzione della condanna e le pene accessorie, ma non estingue gli altri effetti penali, tra cui quello della condanna ai fini della recidiva, della dichiarazione di abitualità a delinquere, e della revoca...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5443 del 27 maggio 1993
«Pertanto, l'imputato non è tenuto a pagare la sanzione pecuniaria sostitutiva disposta per un reato estinto per effetto di amnistia e l'omesso versamento non costituisce reato. (Fattispecie relativa all'applicazione dell'amnistia impropria di cui...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9567 del 13 settembre 1995
«Ai fini del computo della pena per l'applicazione dell'amnistia di cui al D.P.R. 12 aprile 1990 n. 75 si deve aver riguardo al massimo della pena edittale stabilita per ciascun reato consumato o tentato, mentre per le attenuanti alle quali tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49540 del 31 dicembre 2003
«In tema d'impedimento del difensore per concomitanza di altro impegno professionale, questi ha l'onere di prospettare, in modo tempestivo e motivato, le ragioni che gli impediscono di presenziare, nonché di fornire specifica ragione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47437 del 11 dicembre 2003
«In tema di estinzione del reato, la declaratoria di falsità documentale, dovendo essere adeguatamente motivata, va emessa solo se le risultanze processuali siano tali da consentire di affermare che essa sia stata positivamente accertata, sulla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4383 del 8 aprile 1999
«In tema di assegno bancario, la tesi della emissione del titolo in una data diversa da quella che appare sullo stesso deve essere rigorosamente provata, in quanto, fino a dimostrazione del contrario, avrà vigore la prova derivante dal dato formale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5486 del 18 maggio 1991
«Allorché la data del commesso reato, rilevante ai fini dell'applicazione di una causa di estinzione, sia incerta, occorre riferirsi a quella — tra le molteplici date possibili — che sia più favorevole per l'imputato. (Fattispecie in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8903 del 2 ottobre 1997
«Pertanto, nell'ipotesi in cui sia precisata soltanto l'epoca dell'accertamento, il giudice, qualora non emerga dagli atti la prova del permanere della condotta - in applicazione del principio in dubio pro reo, esplicazione di quello più ampio del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5565 del 20 febbraio 1995
«Ai fini della revoca dell'indulto, ai sensi dell'art. 4, D.P.R. 22 dicembre 1990, n. 394, nel caso di condanna per delitto commesso entro i cinque anni dall'entrata in vigore del medesimo decreto del Presidente della Repubblica, deve ritenersi —...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16022 del 6 aprile 2004
«In tema di sospensione della prescrizione, sono cause della stessa la sospensione del procedimento ed il rinvio o la sospensione del dibattimento disposti per impedimento dell'imputato o del suo difensore, ovvero su loro richiesta (sempre che non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3852 del 24 aprile 1997
«Alla causa di interruzione della prescrizione per i reati tributari, prevista dalla seconda parte dell'art. 9 della L. 7 agosto 1982 n. 516, non si applica il principio della tassatività degli atti interruttivi, per cui assume efficacia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7093 del 16 giugno 1994
«Siffatta conclusione è sorretta dall'interpretazione logico-sistematica della norma; come, infatti, una riapertura dei termini, per effettuare gli adempimenti di legge, disposta al momento della loro scadenza, comporterebbe implicitamente, se non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2867 del 18 gennaio 2008
«L'atto di fissazione della data di udienza dibattimentale da parte del giudice non ha efficacia interruttiva della prescrizione, poiché esso non è compreso nell'elenco degli atti espressamente previsti dall'art. 160, comma secondo, c.p., da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8615 del 10 marzo 2006
«L'avviso di conclusione delle indagini preliminari previsto dall'art. 415 bis c.p.p. è da annoverare fra gli atti interruttivi della prescrizione del reato non in base ad una (vietata) interpretazione estensiva «in malam partem» dell'art. 160...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15403 del 31 marzo 2004
«Il rinnovo della citazione a giudizio ai sensi dell'art. 143 disp. att. c.p.p. (effettuato, nella fattispecie, a causa di un rinvio d'ufficio), presuppone che il rapporto processuale si sia regolarmente instaurato in forza del decreto di citazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1736 del 23 settembre 2000
«L'atto interruttivo della prescrizione rileva per tutti coloro ai quali il reato viene addebitato in una fase del procedimento, in quanto denota la persistenza nello Stato di un interesse alla punizione di colui che risulterà, all'esito delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11829 del 30 novembre 1995
«L'efficacia interruttiva, ai fini della prescrizione, del decreto di citazione a giudizio — o di altro atto ugualmente efficace — deriva dalla stessa emissione o dal compimento di specifica attività, senza alcuna necessità, nel primo caso, di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 575 del 18 gennaio 1996
«Il termine «prima dell'apertura del dibattimento», entro il quale il controventore ai sensi dell'art. 162 c.p. può chiedere di essere ammesso all'oblazione, deve essere considerato di natura assolutamente perentoria, perché la ratio legis si fonda...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8893 del 3 agosto 1995
«Il sistema delineato dagli artt. 162 c.p., 577 c.p.p. e 141 att. non consente una diversa conclusione, dacché la domanda di oblazione può essere proposta (e comunque riproposta in ipotesi dispersione o mancato reperimento di esso) fino a quando...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7645 del 2 marzo 2006
«Nel caso in cui l'imputato, nel corso dell'istruttoria dibattimentale, abbia presentato istanza di oblazione subordinata ad una diversa e più favorevole qualificazione giuridica del fatto, dalla quale discenda la possibilità di essere ammesso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 39196 del 17 ottobre 2003
«L'oblazione facoltativa prevista dall'art. 162-bis c.p. è applicabile anche alle contravvenzioni attribuite alla competenza del giudice di pace e sanzionate con l'ammenda ovvero con la permanenza domiciliare o con il lavoro di pubblica utilità,...»