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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8377 del 24 luglio 1992
«In materia di patteggiamento, la Corte di cassazione, qualora adotti una decisione che comporti l'annullamento per illegalità della pena concordata dalle parti ed applicata dal giudice, deve annullare senza rinvio, perché l'art. 620, lettera l),...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29965 del 24 luglio 2007
«Il provvedimento con il quale il Gip, preso atto della revoca da parte del P.M. del consenso precedentemente prestato al patteggiamento, dispone la restituzione degli atti al medesimo non è abnorme, nè sotto il profilo strutturale, nè sotto quello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10366 del 29 settembre 1994
«In tema di richiesta di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari, dall'interpretazione sistematica degli artt. 447, comma 1 e 127 c.p.p. si desume che il difetto di notifica del provvedimento di fissazione dell'udienza alla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36084 del 6 ottobre 2005
«In tema di conversione del ricorso per cassazione in appello, il presupposto della conversione è costituito dalla pertinenza dei due mezzi di impugnazione alla «stessa sentenza», da intendersi come unica statuizione del giudice, della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13277 del 17 novembre 1999
«In tema di patteggiamento va escluso che il giudice del dibattimento abbia l'obbligo di vagliare immediatamente il dissenso espresso del P.M. e di accogliere la richiesta dell'imputato nell'ipotesi in cui il dissenso dell'accusa risulti infondato....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10461 del 1 settembre 1999
«In tema di patteggiamento, poiché il giudice è tenuto a delibare la correttezza del computo svolto dal richiedente (computo che include anche la determinazione della diminuzione conseguente al rito), lo stesso, nell'applicare la pena concordata,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7822 del 26 febbraio 2010
«L'art. 449, comma 4, c.p.p., pur stabilendo, nel nuovo testo introdotto dall'art. 2, comma 1, lett. c), del D.L. 23 maggio 2008 n. 92, conv. con modif. in legge 24 luglio 2008 n. 125, che il pubblico ministero, in presenza delle condizioni ivi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5781 del 31 gennaio 1996
«È abnorme, e pertanto ricorribile per cassazione, il provvedimento con il quale il giudice per le indagini preliminari, richiesto di fissare l'udienza preliminare, disponga invece la restituzione degli atti al pubblico ministero sull'assunto che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10231 del 10 ottobre 1995
«L'art. 12 bis del D.L. 8 giugno 1992, n. 306, convertito con modificazione in L. 7 agosto 1992, n. 356, nel prevedere, con riguardo ai reati concernenti le armi e gli esplosivi, il giudizio direttissimo «anche fuori dei casi previsti dagli artt....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2199 del 30 luglio 1998
«Non sussiste incompatibilità a partecipare al giudizio direttissimo del giudice che abbia convalidato l'arresto ed applicato una misura cautelare nei confronti dell'imputato. Infatti, secondo il codice di rito, lo stesso giudice che ha proceduto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5791 del 9 giugno 1993
«Nel giudizio direttissimo le parti non hanno l'onere di specificare le circostanze sulle quali si intendono escutere i testimoni. Invero la specifica formulazione dell'art. 451 c.p.p. che prevede la «presentazione», al dibattimento, senza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6196 del 27 maggio 1995
«In materia probatoria, il potere suppletivo del giudice non trova preclusioni nel comportamento delle parti (quali la carenza di attività probatoria, le decadenze in cui queste siano incorse e lo stesso accordo sul rito) ma solo nella non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11625 del 4 dicembre 1992
«In tema di giudizio immediato, l'art. 453, primo comma, c.p.p., si limita a porre la condizione oggettiva che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata sui fatti dai quali emerge l'evidenza della prova e non impone uno specifico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26305 del 27 maggio 2004
«Il termine di novanta giorni previsto dall'art. 454 comma 1 c.p.p. per la richiesta di giudizio immediato da parte del P.M. ha carattere tassativo per quanto attiene al compimento delle indagini, pur se limitatamente a quelle investigazioni da cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24793 del 6 giugno 2003
«Ai sensi dell'art. 454, comma 2, c.p.p. il pubblico ministero che richiede il giudizio immediato ha l'obbligo di trasmettere al giudice tutti gli atti relativi al procedimento senza poter operare alcuna selezione di sorta, ma tale obbligo non può...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1504 del 12 maggio 1990
«Il proscioglimento per uno dei motivi di merito previsti dall'art. 129 c.p.p. non può essere pronunciato dal G.I.P. (giudice delle indagini preliminari) investito da parte del P.M. della richiesta di giudizio immediato, in quanto l'art. 455 c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5403 del 11 maggio 1995
«In tema di falsità documentale, deve escludersi che una scrittura privata o un altro documento ab origine non costituente atto pubblico possa essere considerato tale in virtù del solo suo collegamento funzionale ad un atto amministrativo, per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 39645 del 22 novembre 2002
«La sentenza della Corte costituzionale n. 120 del 16 aprile 2002, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 458, comma 1, c.p.p., nella parte in cui non prevedeva che il termine per la richiesta di giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26303 del 10 luglio 2002
«In tema di richiesta di giudizio abbreviato, da parte dell'imputato, al quale sia stato notificato il decreto di giudizio immediato, ricorre l'ipotesi della decadenza prevista dall'art. 458, comma 1 c.p.p. solo nel caso di intempestivo deposito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9435 del 31 agosto 1994
«A seguito del provvedimento che dispone il giudizio abbreviato, anche nell'ipotesi di trasformazione del rito prevista dall'art. 458 comma secondo c.p.p., è preclusa la possibilità di contestazioni suppletive o di modificazione dell'imputazione da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3785 del 2 aprile 1992
«L'evento del reato di patrocinio infedele va identificato con il nocumento arrecato al patrocinato (senza che, peraltro, sul piano soggettivo, assuma rilievo la volontà specifica di nuocere alla parte).»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18 del 25 ottobre 1995
«Ai sensi dell'art. 37 c.p.p., il giudice può essere ricusato soltanto dalla parte, per cui è da escludere un'autonoma parallela legittimazione del difensore il quale, pur potendo validamente proporre l'atto di ricusazione, deve avere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6458 del 11 febbraio 2008
«La revoca del decreto penale adottata al di fuori del caso in cui sia impossibile la sua notificazione per irreperibilità dell'imputato è atto radicalmente estraneo al sistema processuale e come tale abnorme ed immediatamente ricorribile per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3009 del 4 luglio 1994
«Il difensore dell'imputato, pur essendo autonomamente legittimato all'opposizione a decreto penale di condanna in virtù dell'art. 461, comma 1, c.p.p., non è legittimato a richiedere il giudizio abbreviato. Ciò perché le norme riguardanti la detta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4220 del 8 settembre 1997
«A norma dell'art. 461 c.p.p., la dichiarazione di opposizione deve contenere, a pena di inammissibilità, l'indicazione degli estremi del decreto penale opposto, della data e del giudice che lo ha emesso, o comunque gli elementi necessari per una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9914 del 4 marzo 2003
«L'opposizione a decreto penale di condanna può essere proposta oltre che nella cancelleria del Gip che ha emesso il decreto anche in quella dell'ufficio giudiziario in cui si trovano la parte o il suo difensore, atteso che con il termine opponente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 762 del 3 maggio 1994
«La previsione, di cui all'art. 461 c.p.p., dell'oralità dell'atto di opposizione, da presentare personalmente mediante dichiarazione in cancelleria, non esclude affatto l'applicabilità di tutte le regole, vigenti in tema di impugnazioni, tra le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2019 del 24 settembre 1994
«Nel procedimento di esecuzione conseguente a richiesta di terzo di dissequestro e restituzione di somme confiscate a seguito di condanna, la omessa spedizione dell'avviso di udienza al condannato nei cui confronti il provvedimento risulti emesso,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4062 del 4 dicembre 1991
«Nel caso di opposizione al decreto penale di condanna, né l'art. 464, primo comma, c.p.p., né alcun'altra disposizione prevedono che il decreto col quale il Gip fissa il termine, entro il quale il P.M. deve esprimere il consenso al rito abbreviato...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 47923 del 15 dicembre 2009
«È legittima, ai sensi dell'art. 99, comma primo, c.p.p., la proposizione della domanda di oblazione da parte del difensore dell'imputato, anche se non munito di procura speciale. (Fattispecie in tema di opposizione a decreto penale di condanna)»