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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 434 del 11 gennaio 2012
«La mancata assunzione delle prove ammesse e non revocate comporta una nullità a regime intermedio della sentenza, da considerarsi sanata ove non eccepita subito dopo la chiusura del dibattimento.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11765 del 24 marzo 2011
«La nullità d'ordine generale e a regime intermedio, che vizia l'ordinanza di revoca di una misura cautelare non preceduta dalla richiesta del parere del pubblico ministero, non può essere fatta valere dal pubblico ministero con la proposizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4131 del 24 novembre 1993
«Sulla revoca dell'indulto condizionato l'art. 674 c.p.p. nulla dispone in relazione al tipo di procedimento che deve essere adottato dal giudice dell'esecuzione competente a provvedere in tutti quei casi in cui la revoca stessa non sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3396 del 18 marzo 1998
«Una volte acquisite a norma dell'art. 238 bis c.p.p., le sentenze irrevocabili sono valutabili entro i limiti indicati dagli artt. 187 e 192, comma terzo, c.p.p. Pertanto, il giudice, perché tali sentenze assurgano a dignità di prova nel processo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38812 del 19 novembre 2002
«Il potere del giudice di revocare l'ammissione di prove “superflue” in base alle risultanze dell'istruttoria dibattimentale (art. 495, comma 4, c.p.p.) è ben più ampio di quello riconosciuto all'inizio del dibattimento (art. 190, comma 1, c.p.p.)...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45450 del 9 dicembre 2008
«In tema di prove testimoniali, la mancata citazione per l'udienza dei testimoni già ammessi dal giudice non può, per ciò solo, comportare la decadenza dalla prova, salvo che il giudice, ritenendo la stessa superflua, non provveda motivatamente a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5976 del 19 giugno 1997
«Qualora la parte rinunci all'assunzione di una prova già, su sua richiesta, ammessa, detta rinuncia non vincola il giudice, il quale deve comunque valutare se la prova in questione sia divenuta o meno superflua e provvedere, quindi, in caso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33300 del 4 settembre 2001
«L'ordinanza applicativa di misure cautelari personali, pur se formalmente viziata da inosservanza di norme processuali stabilite a pena di inutilizzabilità, in tanto va annullata in quanto si accerti che la fonte di prova illegittimamente indicata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40317 del 10 novembre 2006
«Anche in assenza di una rinuncia del P.M. all'espletamento dell'esame dell'imputato, ritualmente ammesso e fissato, è legittima la revoca dell'ordinanza di ammissione, allorché l'imputato stesso non sia comparso all'udienza stabilita per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34076 del 8 agosto 2003
«In tema di valutazione delle dichiarazioni rese ex art. 210 c.p.p., il giudizio di credibilità del dichiarante e di attendibilità delle dichiarazioni deve essere l'esito di una motivata valutazione autonoma del giudicante e non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 855 del 27 gennaio 1996
«Il divieto di assumere come testimoni le persone menzionate nell'art. 210, comma 1, c.p.p. permane anche dopo che sia intervenuta nei loro confronti sentenza irrevocabile di condanna. (A sostegno del principio di cui in massima, la S.C. ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31945 del 3 agosto 2007
«Deve ritenersi ammissibile la testimonianza, ai sensi dell'art. 197 bis c.p.p., dell'imputato di corruzione attiva in un procedimento connesso, qualora nei suoi confronti sia stata pronunciata sentenza non impugnabile di non luogo a procedere per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3799 del 28 gennaio 1997
«In caso di istanza di revoca o sostituzione della custodia cautelare in cercere proposta dall'imputato o dall'indagato e fondata sulle sue gravi condizioni di salute, se il giudice non ritiene di accogliere la stessa sulla base degli atti, anche a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1379 del 7 giugno 1996
«Qualora il giudice, non ritenendo di accogliere in base agli atti la richiesta di revoca o di sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, fondata sull'incompatibilità delle condizioni di salute dell'indagato con lo stato di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4273 del 13 aprile 1994
«Correttamente viene esclusa la revoca per abolitio criminis, ai sensi dell'art. 673 c.p.p. della condanna per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti quando, anche dalla sola motivazione della sentenza di condanna, risulti che, secondo il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2088 del 17 giugno 1996
«Attesa l'ampia formulazione dell'art. 299, comma 4 ter, c.p.p., in base alla quale è attribuito al giudice «in ogni stato e grado del procedimento», il potere di disporre accertamenti sulle condizioni di salute dell'imputato, non è censurabile il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8854 del 30 luglio 1998
«Alla luce delle disposizioni della legge 24 dicembre 1993, n. 537, il cui art. 10, comma sesto, prevede che «la costruzione e la gestione delle autostrade è l'oggetto principale della Soc. Autostrade spa», si devono ribadire le finalità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10258 del 27 agosto 1999
«In tema di prova documentale, le sentenze, come qualsiasi atto valutativo, possono considerarsi documenti, ed essere utilizzati come prova, solo per i fatti documentali in esse rappresentati (ad esempio, il fatto che un certo imputato sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1061 del 6 febbraio 1997
«L'art. 234 c.p.p., in tema di prova documentale, ricomprende, genericamente, nella nozione di documento tutto ciò che è caratterizzato dal requisito della scrittura e, quindi, anche le sentenze non irrevocabili e le ordinanze di custodia cautelare...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4790 del 10 maggio 1996
«Ai fini della concessione o del diniego delle circostanze attenuanti generiche è sufficiente che il giudice di merito prenda in esame quello, tra gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9950 del 5 agosto 1999
«In tema di assegno bancario, la prova che l'emittente aveva avuto conoscenza della revoca dell'autorizzazione da parte dell'istituto di credito non può essere desunta dal verbale di protesto, che, di per sé, è idoneo a dimostrare soltanto che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3068 del 4 ottobre 1994
«In tema di acquisizione di atti da altri procedimenti, le prescrizioni dell'art. 238 comma primo c.p.p. sono applicabili soltanto in sede dibattimentale. Ne consegue che le limitazioni da esse imposte non operano nel procedimento in materia di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11488 del 25 marzo 2010
«Le sentenze divenute irrevocabili, acquisite ai sensi dell'art. 238-bis c.p.p., costituiscono prova dei fatti considerati come eventi storici, mentre le dichiarazioni in esse riportate restano soggette al regime di utilizzabilità previsto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39358 del 21 ottobre 2008
«In tema di prova documentale, le sentenze pronunciate dal giudice tributario, se non definitive, non hanno efficacia vincolante nel giudizio penale ; diversamente, una volta divenute irrevocabili, sono acquisibili agli atti del dibattimento e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5618 del 12 maggio 2000
«Il principio di prova, contenuto nel giudicato penale acquisito ai sensi dell'art. 238 bis c.p.p., va considerato alla stregua del criterio valutativo fissato dall'art. 192 comma 3 c.p.p., ma ha come oggetto non solo il “fatto” direttamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12595 del 1 dicembre 1998
«Il giudicato penale formatosi nei confronti di taluno per un certo fatto non vincola il giudice chiamato a rivalutare lo stesso fatto in relazione alla posizione di altri soggetti imputati quali concorrenti nel medesimo reato; il che comporta, tra...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10107 del 25 settembre 1998
«È legittima l'utilizzazione, ai fini della prova dei fatti accertati, di una sentenza (nella specie di un giudice dell'udienza preliminare), divenuta irrevocabile nel corso del giudizio, a nulla rilevando che al momento dell'acquisizione non lo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5894 del 17 giugno 1997
«In tema di prove, le risultanze di un precedente giudicato penale acquisite ai sensi dell'art. 238 bis c.p.p., devono essere valutate alla stregua della regola probatoria di cui all'art. 192, comma terzo, c.p.p., ovvero come elemento di prova la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5513 del 4 giugno 1996
«Non è consentito dedurre in modo automatico la sussistenza della calunnia a carico dell'accusatore dall'intervenuto proscioglimento nel merito per il reato di cui un soggetto era stato coscientemente incolpato e il giudicato, sia pure definitivo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 29 luglio 1995
«Una volta acquisite ai sensi dell'art. 238 bis c.p.p., le sentenze irrevocabili sono valutabili entro i limiti ben precisi indicati dagli artt. 187 e 192 comma 3 stesso codice. Pertanto il giudice, perché tali sentenze, assimilate alle...»