-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5389 del 7 giugno 1997
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1172 del 7 febbraio 1992
«La prova del dolo del delitto di tentato omicidio deve essere desunta attraverso un processo logico inferenziale analogo a quello utilizzato nel procedimento indiziario da fatti esterni oggettivi, aventi un sicuro valore sintomatico che, con...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4845 del 16 maggio 1985
«Il delitto di tentato omicidio concorre sia con il delitto di violenza a pubblico ufficiale che con quello di resistenza ogni qualvolta la violenza, esorbitando dai limiti propri dei reati contro la pubblica amministrazione, è rivolta all'offesa...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7455 del 26 giugno 1992
«Per il principio di territorialità della legge penale di cui al secondo comma dell'art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato anche quando l'azione o l'omissione che lo costituisce si sia ivi realizzata soltanto in...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47614 del 12 dicembre 2003
«...europea del 1957 di un soggetto condannato per tentato omicidio, ancorché per la configurazione di tale delitto secondo l'ordinamento italiano siano richiesti elementi costitutivi non del tutto analoghi a quelli previsti dall'ordinamento rumeno).»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11055 del 2 dicembre 1993
«L'elemento materiale del reato di attentato contro i diritti politici del cittadino, previsto dall'art. 294 c.p., consiste in una condotta esplicantesi in violenza, minaccia o inganno che si traduce nell'impedimento all'esercizio di un diritto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31735 del 12 agosto 2010
«I reati di sequestro di persona, rapina e tentato omicidio possono concorrere tra loro non sussistendo alcun rapporto di consunzione o sussidiarietà tra gli stessi, attesa la diversità dei beni giuridici tutelati che, da un lato, non consente di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7196 del 17 giugno 1994
«In tema di rapina, la violenza, consistita nel porre taluno in stato d'incapacità d'intendere e di agire, non può ritenersi assorbita nell'elemento costitutivo del delitto di tentato omicidio trattandosi di condotta relativa alla commissione di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7630 del 23 febbraio 2004
«L'inidoneità degli atti, valida per l'integrazione della figura del delitto tentato, deve essere considerata nella sua potenzialità in quanto casualmente atta a conseguire il risultato progettato e prescinde dal contemporaneo inserimento di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3405 del 24 marzo 1992
«L'inesistenza dell'oggetto materiale del reato acquista rilevanza giuridica ed esclude la sussistenza del delitto tentato soltanto quando esso sia inesistente in rerum natura oppure sia assoluta ed originaria, e non anche quando si sia in presenza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 721 del 21 gennaio 1989
«La inidoneità degli atti, valida per integrare la figura del delitto tentato, deve essere, invero, considerata sotto il profilo potenziale, dal punto di vista dell'attitudine causale a conseguire il risultato prestabilito, indipendentemente da...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9624 del 1 ottobre 1988
«L'azione è inidonea, ed il reato è, quindi impossibile, quando in concreto è assolutamente inadeguata ed inefficiente ai fini della realizzazione del presupposto criminoso; l'inidoneità degli atti, valida ad escludere la figura del delitto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7570 del 11 giugno 1999
«La facoltà di arresto in flagranza da parte del privato (così come l'obbligo di arresto da parte di ufficiali o agenti di polizia giudiziaria) non giustifica, di per sè, l'uso di armi contro persone che, dopo aver tentato di consumare un delitto,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1611 del 12 ottobre 1996
«In materia di individuazione dei limiti di pena, anche per quanto riguarda la individuazione dei termini massimi di durata della custodia cautelare, in caso di ricorrenza di circostanze aggravanti, la pena per il delitto tentato deve essere...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 535 del 19 gennaio 1989
«...nel reato commesso. (Nella specie, la dichiarazione di abitualità era stata emessa sulla base di 15 condanne per furto aggravato e una per tentato furto aggravato, riportate dall'imputato che era stato ritenuto colpevole di furto aggravato).»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19908 del 28 aprile 2004
«Integra il delitto tentato di propaganda sovversiva di cui all'art. 272 c.p. l'invio, a fini di pubblicazione, a un quotidiano di larga diffusione nazionale di un volantino contenente la rivendicazione dell'omicidio di una personalità di primo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11344 del 10 maggio 1993
«In tema di attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280 c.p., aggiunto dall'art. 2 della L. 6 febbraio 1980, n. 15), caratterizzandosi la detta figura di reato essenzialmente per la presenza delle summenzionate finalità e non per...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10233 del 19 ottobre 1988
«Il concetto di attentato alla vita ed alla incolumità della persona di cui all'art. 280 c.p., introdotto col d.l. 15 dicembre 1979, n. 625, prescinde dalla verificazione dell'evento, tanto è vero che nella ipotesi in cui si realizzino morte o...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7931 del 6 luglio 1988
«Il delitto di attentato per finalità terroristiche o di eversione, previsto dall'art. 280 c.p., richiede che alla volontà di attentare alla vita o all'incolumità di una persona si aggiunga il dolo specifico di agire nell'ambito di ideologie che...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«...delinquenziale di cui si fa parte e che volutamente si approvano e si eseguono (violazione degli artt. 241 e 283 c.p.), concorre sia con il delitto di cospirazione che con quelli di attentato all'integrità dello Stato o alla Costituzione.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4932 del 5 giugno 1986
«La riconosciuta natura eversiva di una associazione (nella specie «Ordine Nero») non può trasformare, per ciò solo, un delitto di strage comune in quella politica prevista dall'art. 285 c.p.»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 marzo 1970
«Il delitto di attentato contro l'integrità dello Stato, enunciato dalla legge nella ipotesi astratta di «un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero» (art. 241 c.p.), si...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11290 del 9 dicembre 1993
«.... Pertanto, il reato è correlato ad un duplice dolo specifico, in rapporto al fine dell'attentato ed all'intento di cagionare determinati nocumenti. Ma tali obiettivi criminosi, secondo il significato letterale della norma, risultano...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4906 del 7 aprile 1989
«Con esso, come per tutti i delitti di attentato alla personalità dello Stato, il legislatore ha voluto reprimere la formazione di organizzazioni mirate a quel fine anticipandone la punibilità (da ciò la classificazione fra i reati cosiddetti a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8244 del 15 ottobre 1983
«Il delitto di tentato omicidio e di violenza a pubblico ufficiale concorrono tra loro, essendo evidente la loro diversa oggettività e la diversità dei beni tutelati dalle rispettive norme incriminatrici.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14342 del 16 aprile 2012
«Il dolo eventuale non è compatibile con il delitto tentato. (In applicazione del principio, la Corte ha cassato la sentenza impugnata che aveva configurato un tentativo di lesioni, pur ravvisando l'elemento psicologico nella sola finalità...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1639 del 28 aprile 1995
«Nel delitto tentato il dolo deve essere diretto, in quanto soltanto da tale specie di elemento psicologico, non realizzandosi alcun evento, è possibile dedurre l'inequivoca direzione degli atti concretizzati dall'agente verso l'evento non...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16612 del 12 aprile 2013
«Ai fini della sussistenza del delitto tentato, occorre che, sulla base di una valutazione ex ante, gli atti compiuti, anche se meramente preparatori o solo parziali, siano idonei ed univoci, ossia diretti in modo non equivoco a causare l'evento...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9365 del 13 agosto 1998
«In materia di delitto tentato l'idoneità di un atto criminoso, ai fini della sussistenza della ipotesi di cui all'art. 56 c.p., consiste nella sua capacità causale e, cioè, nella sua suscettibilità a produrre l'evento che rende consumato il...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14964 del 27 marzo 2004
«...ravvisato un pericolo per il corretto svolgimento dell'attività giudiziaria vera e propria, avendo il procedimento di cui alla legge 30 luglio 1990 n. 217 natura accessoria rispetto al processo, quanto un attentato alla fede pubblica documentale.»