-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19651 del 21 maggio 2007
«In tema di delitti contro il patrimonio, la causa di non punibilità per fatti in danno dei congiunti non trova applicazione nei casi in cui siano commessi con violenza fisica, consistente in qualsiasi atteggiamento di coartazione della libertà...»
-
Cassazione civile, sentenza n. 2580 del 3 luglio 1975
«L'obbligo delle parti di depositare il proprio fascicolo prima dell'udienza di discussione, dopo il ritiro di esso in sede di rimessione della causa al collegio — obbligo che comprende quello di includere nel fascicolo i documenti in precedenza...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 28348 del 18 dicembre 2013
«La servitù consistente nel diritto di mantenere i rami di un albero protesi per un metro all'interno del fondo del vicino non osta all'esercizio da parte del proprietario confinante del suo diritto, a norma dell'art. 896 cod. civ., di costringere...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14718 del 29 dicembre 1999
«In tema di falso documentale, le attestazioni contenute nel «memoriale di servizio giornaliero» dell'Arma dei Carabinieri, rivestendo il significato di ordine di servizio, ed essendo, successivamente, destinate ad attestare la effettiva esecuzione...»
-
Corte costituzionale, sentenza n. 314 del 12 luglio 1995
«È giustificata la pena edittale minima di mesi sei di reclusione comminata dall'art. 336 c.p. per la violenza o minaccia a pubblico ufficiale, sia in sé considerata che in rapporto a quella, sensibilmente più lieve, prevista dall'art. 610 c.p. per...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34880 del 14 settembre 2007
«Ai fini della consumazione del reato di cui all'art. 336 c.p., l'idoneità della minaccia posta in essere per costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri deve essere valutata con un giudizio ex ante tenendo conto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12188 del 29 marzo 2005
«Quando il comportamento di aggressione all'incolumità fisica del pubblico ufficiale non sia diretta a costringere il soggetto a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell'ufficio, ma sia solo espressione di volgarità...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 95 del 8 gennaio 1998
«L'idoneità della violenza o minaccia ad intimidire ed a costringere un pubblico ufficiale deve essere verificata in relazione alla singola fattispecie e l'indagine in concreto deve necessariamente svolgersi nell'ambito delle seguenti coordinate:...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1049 del 27 settembre 1972
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 336 c.p. è necessaria la coscienza e la volontà di usare la violenza o la minaccia per il fine, propostosi dall'agente, di costringere il pubblico ufficiale a fare un atto contrario ai propri doveri o...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26569 del 2 luglio 2008
«Integra il reato previsto dall'art. 340 c.p. la condotta di colui che turbi la regolarità di un servizio giornalistico trasmesso in diretta dalla RAI, ponendosi alle spalle della giornalista e spintonando le persone intervistate, così da...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10534 del 26 ottobre 1988
«Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni si differenzia da quello di cui all'art. 610 c.p., che contiene egualmente l'elemento della violenza o della minaccia alla persona, non nella materialità del fatto che può essere identica in...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11024 del 20 dicembre 1996
«L'attenuante della provocazione ha carattere di specialità rispetto ai motivi di particolare valore morale o sociale e non può concorrere con gli stessi.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8148 del 22 luglio 1992
«In tema di ipotesi attenuata prevista dall'art. 56, terzo comma, c.p., si ha recesso volontario dall'azione delittuosa quando la prevalenza dei motivi di desistenza su quelli di persistenza nella condotta criminosa si sia verificata al di fuori di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23801 del 24 maggio 2004
«In tema di concussione, non è necessario che l'atto intimidatorio rifletta la specifica competenza del soggetto, essendo sufficiente che la qualità soggettiva del pubblico ufficiale lo agevoli e lo renda credibile e idoneo a costringere o indurre...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4161 del 19 aprile 1995
«In tema di concussione, qualora sia contestato l'abuso della qualità di pubblico ufficiale, non è necessario ai fini della configurabilità del reato che l'atto intimidatorio rifletta la specifica competenza del soggetto attivo essendo, sufficiente...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2019 del 3 marzo 1993
«I beni giuridici protetti dall'art. 317 c.p. sono identificabili nell'imparzialità e nel buon andamento della pubblica amministrazione, che vengono vulnerati quando i pubblici ufficiali, o gli incaricati di un pubblico servizio, si valgono della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6113 del 25 maggio 1994
«Al fine di stabilire l'esatta qualificazione giuridica tra concussione e corruzione, non è di per sé decisivo l'eventuale vantaggio che deriva al privato dalla accettazione della illecita proposta del pubblico ufficiale: ciò che conta è sempre e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8894 del 7 marzo 2011
«Integra il tentativo di concussione la condotta del pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, compia atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere o indurre la vittima ad estinguere una posizione debitoria...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23684 del 3 giugno 2015
«Quando il comportamento aggressivo nei confronti del pubblico ufficiale non sia diretto a costringere il soggetto a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell'ufficio, ma sia solo espressione di volgarità ingiuriosa e di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32705 del 23 luglio 2014
«Ai fini della consumazione del reato di cui all'art. 336 c.p., l'idoneità della minaccia posta in essere per costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri deve essere valutata con un giudizio "ex ante", tenendo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4392 del 30 gennaio 2014
«È configurabile l'esimente della reazione ad atti arbitrari nel caso dell'agente di polizia che, dopo la richiesta (subito adempiuta) di declinare le generalità rivolta ad un soggetto in auto, tenti con violenza di costringere quest'ultimo ad...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 756 del 26 gennaio 1996
«In tema di resistenza a pubblico ufficiale, la violenza o la minaccia deve risultare un mezzo potenzialmente idoneo ad opporsi all'atto che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio sta compiendo, anche se il colpevole non sia...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5188 del 28 aprile 1987
«Il delitto di favoreggiamento personale può manifestarsi in qualsiasi modo, positivo o negativo, purché idoneo a raggiungere lo scopo e cioè abbia la potenzialità di deviare in maniera apprezzabile le indagini, sì da metterle su una falsa...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11453 del 18 marzo 2016
«È configurabile il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza o minaccia alle persone, in presenza di una delle seguenti condizioni relative alla condotta di esazione violenta o minacciosa di un...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3934 del 27 gennaio 2017
«In tema di estorsione, la costrizione, che deve seguire alla violenza o minaccia, attiene all'evento del reato, mentre l'ingiusto profitto con altrui danno si atteggia a ulteriore evento, sicché si configura il solo tentativo nel caso in cui la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13261 del 17 novembre 1999
«Poiché nel delitto di atti di libidine violenti la violenza viene in considerazione, secondo lo schema del reato complesso, in quanto elemento costitutivo della condotta, nel caso in cui il comportamento dell'agente, isolatamente considerato,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21915 del 21 settembre 2017
«Il principio della scissione degli effetti della notificazione per il notificante e il destinatario - che trova fondamento nell'esigenza di non far ricadere sul notificante incolpevole le conseguenze negative del ritardo nel compimento di attività...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 871 del 25 gennaio 1979
«La coscienza e volontà di costringere taluno, mediante violenza o minaccia, a fare, tollerare od omettere qualcosa con la consapevolezza dell'illegittimità di tale costrizione, rappresenta l'elemento differenziale della violenza privata rispetto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10676 del 21 ottobre 1980
«Per violenza, ai fini del delitto di cui all'art. 610 c.p., deve intendersi non solo quella fisica (violenza in senso proprio), che si esplica direttamente sulla vittima, ma anche quella impropria che si esplica attraverso l'uso di mezzi anomali...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 70 del 6 gennaio 1981
«Per la sussistenza del delitto di violenza privata non è necessario che la condotta dell'agente sia diretta a conseguire un fine illecito. Infatti, per tale reato il dolo consiste nella coscienza e volontà di costringere altri, mediante violenza o...»