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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21647 del 8 novembre 2005
«La ripetibilità, tuttavia, è condizionata dal contenuto della prestazione e dalla possibilità concreta di ripetizione, secondo le regole degli artt. 2033 e ss. c.c., operando altrimenti, ove ne sussistano i presupposti, in mancanza di altra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13829 del 23 luglio 2004
«La ripetizione d'indebito oggettivo, di cui all'art. 2033 c.c., rappresenta un'azione restitutoria, non risarcitoria, a carattere personale, che riflette l'obbligazione insorta tra il solvens ed il destinatario del pagamento privo di causa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1690 del 12 marzo 1984
«La proponibilità dell'azione di ripetizione d'indebito oggettivo non è esclusa dall'avere il solvens effettuato il pagamento non già nell'erronea consapevolezza dell esistenza dell'obbligazione, ma, al contrario, nella convinzione di non essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1734 del 25 gennaio 2011
«Proposta domanda di ripetizione di indebito, l'attore ha l'onere di provare l'inesistenza di una giusta causa delle attribuzioni patrimoniali compiute in favore del convenuto, ma solo con riferimento ai rapporti specifici tra essi intercorsi e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22872 del 10 novembre 2010
«In tema di ripetizione di indebito oggettivo, la prova dell'inesistenza della "causa debendi" (nella specie, relativa al pagamento al lavoratore di compensi non pattuiti) incombe sulla parte che propone la domanda, trattandosi di elemento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18483 del 9 agosto 2010
«Colui che agisce per la ripetizione di un indebito allega la dazione senza causa della somma di denaro non come adempimento di un negozio giuridico ma come spostamento patrimoniale privo di causa e può, conseguentemente, assolvere l'onere della...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9604 del 21 luglio 2000
«In tema di ripetizione d'indebito, deve ritenersi operante il normale principio dell'onere della prova gravante sul creditore istante, il quale è, pertanto, tenuto a dimostrare sia l'avvenuto pagamento, sia la mancanza di una causa che lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7586 del 1 aprile 2011
«In tema di ripetizione d'indebito oggettivo, l'espressione "domanda" di cui all'art. 2033 c.c. non va intesa come riferita esclusivamente alla domanda giudiziale ma ha valore di atto di costituzione in mora, che, ai sensi dell'art. 1219 c.c., può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4745 del 4 marzo 2005
«Nell'ipotesi d'azione di ripetizione d'indebito oggettivo, ex art. 2033 .c.c., il debito dell' accipiens ; a meno che egli, non sia in mala fede, produce interessi solo a seguito della proposizione di un'apposita domanda giudiziale, non essendo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1581 del 28 gennaio 2004
«Nell'ipotesi di azione di ripetizione di indebito oggettivo, ex art. 2033 c.c., in parziale deroga rispetto a quanto previsto sia dall'art. 1282 che all'art: 1224 c.c., il debito dell'accipiens, pur avendo ad oggetto una somma di denaro liquida...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11969 del 4 novembre 1992
«La natura degli interessi dovuti in sede di ripetizione di indebito di una somma di denaro non esclude l'applicabilità dell'art. 1224 c.c., ancorché ad essi deve attribuirsi natura corrispettiva, atteso che la messa in mora dell'accipiens, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9018 del 26 agosto 1993
«Colui che, avendo pagato per evitare l'esecuzione forzata minacciata in base ad un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo successivamente revocato con sentenza pronunciata in seguito a giudizio di opposizione, chiede la restituzione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6245 del 24 novembre 1981
«Qualora venga acclarata la mancanza di una causa acquirendi — tanto nel caso di nullità, annullamento, risoluzione o rescissione di un contratto, quanto in quello di qualsiasi altra causa che faccia venir meno un vincolo originariamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 469 del 7 febbraio 1975
«La disciplina delle obbligazioni derivanti, a carico delle parti, dalla declaratoria di nullità di un negozio dalle stesse stipulato va desunta, quanto alle reciproche restituzioni, dai principi propri della ripetizione dell'indebito oggettivo....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2784 del 30 dicembre 1970
«La dichiarazione di invalidità di un contratto che abbia avuto esecuzione, legittima l'azione di ripetizione d'indebito quando si chieda la restituzione della prestazione obiettivamente non dovuta, e non già quando si chieda il corrispettivo del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24418 del 2 dicembre 2010
«L'azione di ripetizione di indebito, proposta dal cliente di una banca, il quale lamenti la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi anatocistici maturati con riguardo ad un contratto di apertura di credito bancario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16612 del 19 giugno 2008
«In tema di azione di ripetizione, l'indebito oggettivo opera non solo quando l'originaria causa di pagamento sia venuta meno, ma anche quando essa manchi fin dall'origine; ai sensi degli artt. 2033 e 2935 c.c., la prescrizione del diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7651 del 13 aprile 2005
«Qualora con sentenza sia dichiarata la nullità del titolo sulla base del quale è stato effettuato un pagamento, la domanda di restituzione dà luogo a un azione di ripetizione di indebito oggettivo il cui termine di prescrizione inizia a decorrere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14215 del 3 ottobre 2002
«L'azione generale di arricchimento ha come presupposto che la locupletazione di un soggetto a danno dell'altro sia avvenuta senza giusta causa, per cui, quando questa sia invece la conseguenza di un contratto o comunque di un altro rapporto, non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11997 del 25 maggio 2009
«Per la sussistenza della frequenza e sistematicità di reiterate assegnazioni di un lavoratore allo svolgimento di mansioni superiori, il cui cumulo sia utile all'acquisizione del diritto alla promozione automatica ex art. 2103 c.c., non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1505 del 11 febbraio 1995
«La tolleranza, da parte del datore di lavoro, di precedenti mancanze — dello stesso o di altro lavoratore — non implica acquiescenza preclusiva della possibilità di un licenziamento per un'eguale infrazione successiva, atteso anche il presumibile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13824 del 9 giugno 2010
«In tema di espropriazione forzata, la dichiarazione di nullità del decreto di trasferimento dell'immobile pignorato, in accoglimento dell'opposizione agli atti esecutivi, facendo venir meno il trasferimento coattivo, e quindi la causa del prezzo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10015 del 9 ottobre 1998
«La parziale inesecuzione del contratto fa sorgere, invero, il diritto dell'acquirente alla ripetizione di parte del prezzo (obbligazione, questa, che si configura come debito di valuta e non di valore), rimedio ammissibile anche in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4375 del 20 novembre 1976
«L'art. 2926 c.c., ove dispone che il terzo proprietario di bene mobile, assegnato al creditore procedente in esito ad esecuzione forzata, ha sessanta giorni per ripetere dall'assegnatario in buona fede la somma corrispondente al credito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2287 del 6 febbraio 2004
«Il momento iniziale di decorrenza del termine di prescrizione va individuato in quello in cui, a seguito dell'altrui condotta, si verifica la lesione concreta della sfera giuridica. (Nel caso di specie, la S.C. ha ritenuto che la corte di merito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11919 del 7 agosto 2003
«La disposizione dettata dal secondo comma dell'art. 2945 c.c., intesa a non far correre la prescrizione nel tempo richiesto per la realizzazione del diritto in via giurisdizionale, non può trovare applicazione quando lo stesso creditore, dopo aver...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2936 del 14 marzo 1995
«L'azione del conduttore che agisce per la ripetizione delle somme che assume di avere versato in eccedenza rispetto al canone legale è soggetta ai medesimi principi che regolano la domanda di ripetizione di indebito ed è, pertanto, soggetta alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3424 del 27 novembre 1995
«Il provvedimento col quale il giudice competente rinnova la misura cautelare disposta da giudice dichiaratosi incompetente è soggetto a riesame: invero tale provvedimento non si traduce in semplice ripetizione di quello a suo tempo adottato, ma...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 155 del 10 gennaio 2012
«È legittima la notificazione dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare, quando la rilevata mancanza delle persone abilitate a ricevere il piego non sia stata riferita dall'ufficiale giudiziario, o dall'agente postale, mediante l'utilizzo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9047 del 15 giugno 1999
«Deve infatti trovare applicazione la norma transitoria, di cui ai commi 3 e 5 dell'art. 6 della suddetta legge, la quale prevede che, se la parte interessata lo richieda, si debba far luogo a parziale rinnovazione del dibattimento, al fine di...»