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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14641 del 23 giugno 2009
«È valida la notificazione dell'atto di citazione introduttivo del giudizio di merito susseguente ad un procedimento cautelare effettuata non alla parte personalmente, ma nel domicilio da questa eletto nel corso del procedimento cautelare presso il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8427 del 18 agosto 1990
«Con riguardo a domanda di separazione personale, proposta nei confronti di coniuge straniero, la sussistenza o meno della giurisdizione del giudice italiano va riscontrata in base al criterio di collegamento di cui all'art. 4 primo comma (prima...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5773 del 22 dicembre 1989
«La causa di separazione fra coniugi, entrambi di nazionalità italiana, spetta alla cognizione del giudice italiano, in forza del principio dell'assoggettamento del cittadino alla giurisdizione italiana, mentre non rileva l'ubicazione all'estero...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5293 del 1 dicembre 1989
«La domanda di separazione personale, proposta dal marito, cittadino italiano, nei confronti della moglie, anch'essa munita di cittadinanza italiana per effetto del matrimonio, introduce una controversia fra cittadini italiani, e, pertanto,...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 16957 del 4 agosto 2011
«Ai fini dell'individuazione del tribunale competente per territorio sulla domanda di separazione personale dei coniugi, tale luogo deve essere identificato con l'ultima residenza comune dei coniugi, non potendosi ricorrere al foro subordinato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25339 del 21 luglio 2006
«In tema di legittima difesa a seguito delle modifiche apportate dalla legge 13 febbraio 2006 n. 59 all'art. 52 c.p., si è stabilita per legge la proporzionalità nel caso di violazione del domicilio da parte dell'aggressore a cui si contrappone,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11610 del 23 marzo 2011
«La presunzione di proporzionalità della reazione difensiva armata in caso di violazione di domicilio, prevista dal secondo comma dell'art. 52 c.p., opera anche nell'ipotesi di legittima difesa putativa incolpevole.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19375 del 6 maggio 2013
«In tema di legittima difesa, la presunzione di proporzionalità a favore della reazione di difesa in luoghi di domicilio o ad esso equiparabili, prevista dal comma secondo dell'art. 52 cod. pen, come modificato dalla L. n. 59 del 2006, non opera...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12489 del 26 marzo 2007
«In tema di legittima difesa, la legge 13 febbraio 2006, n. 59 ha stabilito la presunzione della sussistenza del requisito della proporzione tra offesa e difesa, quando sia configurabile la violazione di domicilio dell'aggressore, ossia l'effettiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 26159 del 8 luglio 2010
«Ai fini dell'integrazione dell'esimente dello stato di necessità (art. 54 c.p.) è necessario che il pericolo di un danno grave alla persona sia attuale ed imminente o, comunque, idoneo a fare sorgere nell'autore del fatto la ragionevole opinione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42259 del 28 ottobre 2004
«In tema di reati di falso, configura l'ipotesi criminosa di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione) il trasferimento dell'impronta genuina su di un documento originariamente privo della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 542 del 5 aprile 1995
«La detenzione domiciliare, al pari di altre misure alternative alla detenzione in carcere, ha come finalità il reinserimento sociale del condannato e come presupposto, nel caso previsto dall'art. 47 ter n. 2 della L. 26 luglio 1975, n. 354...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10955 del 12 settembre 1978
«Il fine di procurarsi un vantaggio, nel delitto di falsità in titoli di credito, previsto e punito dagli artt. 485 e 491 c.p., può riguardare qualsiasi utilità patrimoniale o non patrimoniale, legittima o illegittima, e qualsiasi aspetto delle...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 21370 del 15 ottobre 2011
«Il domicilio individua il luogo ove la persona ha stabilito il centro principale dei propri affari e interessi, sicché riguarda la generalità dei rapporti del soggetto, non solo economici, ma anche morali, sociali e familiari. Affinché possa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13243 del 11 giugno 2014
«L'elezione di domicilio è un atto giuridico unilaterale che spiega efficacia indipendentemente dal consenso o accettazione del domiciliatario. Ne consegue che, fino a quando non intervenga la revoca dell'elezione, la facoltà del soggetto, nei cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19328 del 29 settembre 2015
«In tema di separazione personale dei coniugi, l'allontanamento dal domicilio coniugale, in quanto violazione dell'obbligo coniugale di convivenza, può costituire causa di addebito della separazione, a meno che sia avvenuto per giusta causa, che...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 16544 del 2 luglio 2013
«In tema di nomina dell'amministratore di sostegno, la competenza per territorio spetta al giudice tutelare del luogo in cui la persona interessata abbia stabile residenza o domicilio; pertanto le risultanze anagrafiche non assurgono a dato...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 19017 del 16 settembre 2011
«Qualora non ricorra il requisito della volontarietà dello spostamento della dimora abituale o del domicilio del soggetto destinatario dell'amministrazione di sostegno, la competenza a decidere della revoca e della nomina di un nuovo amministratore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8045 del 2 marzo 2005
«Nel novero delle norme integratrici della legge penale, cui è applicabile il principio di retroattività della legge più favorevole, ai sensi dell'art. 2, comma terzo, c.p., debbono ricomprendersi tutte quelle che intervengano nell'area di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45207 del 8 novembre 2013
«Ai fini delle notificazioni nel procedimento per il riconoscimento di una sentenza penale straniera, è irrilevante l'elezione di domicilio effettuata nel giudizio svolto dinanzi all'Autorità Giudiziaria estera, trovando invece applicazione le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16313 del 12 maggio 2006
«L'estensione al tentativo delle circostanze previste per il corrispondente delitto consumato comporta un problema di semplice compatibilità logico-giuridica, che va verificata in concreto tenuto conto della tipologia dell'aggravante contestata....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5580 del 15 novembre 1995
«Ai fini dell'applicazione dell'ultimo comma dell'art. 240 c.p. — in base al quale la confisca obbligatoria prevista dal comma 2 della medesima disposizione non si applica a quelle cose che appartengono a persona estranea al reato quando la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9205 del 1 marzo 2004
«Per la configurazione dell'ipotesi delittuosa del peculato d'uso di cui all'art. 314, comma secondo c.p., è necessario che la durata dell'appropriazione non superi il tempo di utilizzazione della cosa sottratta, così da comportare una sottrazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34471 del 12 settembre 2007
«Integra il delitto di rifiuto di atti d'ufficio il medico della guardia medica che, posto telefonicamente al corrente della grave sintomatologia riferita da una paziente, non si rechi al di lei domicilio per l'effettuazione di un accurato esame...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9368 del 19 ottobre 1985
«L'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere scrimina nei limiti in cui esso è riconosciuto, dovendosi verificare, per l'applicabilità della scriminante, una convergenza di norme in conflitto. Ne consegue che tra la prescrizione imposta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14037 del 3 aprile 2015
«Il delitto di evasione dagli arresti domiciliari ha natura istantanea e si consuma nel momento in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo di esecuzione della misura, con la conseguenza che, per l'eventuale applicabilità di cause di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13113 del 2 ottobre 1990
«L'art. 385 terzo comma c.p. nel punire l'allontanamento dell'imputato, sottoposto agli arresti domiciliari, dalla propria abitazione configura un'autonoma fattispecie delittuosa equiparata al delitto di evasione di cui ai precedenti commi soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 8604 del 3 marzo 2011
«L'allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari integra il delitto di evasione e non può equipararsi alla violazione di una "prescrizione inerente agli obblighi imposti" con la misura cautelare (art. 276 c.p.p.), in quanto la permanenza nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29679 del 16 luglio 2008
«In tema di reato di evasione, non può ravvisarsi, in caso di allontanamento dall'abitazione in cui il soggetto è in stato di restrizione domiciliare, la causa di giustificazione dello stato di necessità per asserito deterioramento dei rapporti con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1837 del 7 luglio 1992
«La condotta di chi, essendo agli arresti domiciliari, si allontani dal domicilio assegnatogli, è equiparabile all'evasione solo quoad poenam, cosicché non è applicabile l'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 385. Il terzo comma di questo...»