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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13519 del 26 marzo 2009
«Il delitto di omissione di atti d'ufficio è un reato di pericolo la cui previsione sanziona il rifiuto non già di un atto urgente, bensì di un atto dovuto che deve essere compiuto senza ritardo, ossia con tempestività, in modo da conseguire gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2351 del 23 febbraio 1998
«In materia di omissione di atti d'ufficio, l'ipotesi prevista dall'art. 328 cpv. c.p. è diretta a disciplinare esclusivamente i rapporti tra la pubblica amministrazione e i soggetti ad essa esterni, fornendo a questi ultimi uno specifico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10219 del 29 settembre 1998
«In tema di omissione di atti d'ufficio, ai fini dell'art. 328, comma secondo, c.p., la richiesta del privato deve atteggiarsi sostanzialmente come una diffida, non potendosi assegnare il valore di una formale richiesta alla mera segnalazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20118 del 17 maggio 2001
«In tema di qualificazione soggettiva degli addetti ai servizi postali, la trasformazione dell'amministrazione postale in ente pubblico economico attuata con il D.L. 1 dicembre 1993, n. 487 convertito con modificazioni nella L. 29 gennaio 1994, n....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3983 del 17 aprile 1996
«Requisito necessario per la sussistenza del delitto di calunnia è l'idoneità della falsa denuncia a determinare l'inizio di un procedimento penale o, comunque, di indagini da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del denunciato. Il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4439 del 8 febbraio 2005
«In tema di elusione dei provvedimenti del giudice riguardanti l'affidamento di minori (art. 388, secondo comma, c.p.), premesso che detta elusione non postula necessariamente un contegno contrassegnato dall'uso di scaltrezza o da una subdola...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1512 del 14 febbraio 1995
«Poiché lo scopo della norma di cui al comma 3 dell'art. 388 c.p. consiste nella conservazione della situazione determinatasi nel processo esecutivo o cautelare a favore di uno o più soggetti in seguito al pignoramento o all'adozione di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43512 del 9 dicembre 2010
«Il reato di falso ideologico in atto pubblico è configurabile anche in relazione agli atti "interni", a condizione che gli stessi siano tipici o si inseriscano in un "iter" procedimentale prodromico all'adozione di un atto finale destinato ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10031 del 22 novembre 1996
«Il reato di falsità ideologica in atti pubblici è configurabile anche con riguardo ad atti dispositivi o negoziali della pubblica amministrazione qualora questi, oltre a contenere una manifestazione di volontà, si riferiscono ad una precisa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6246 del 17 febbraio 2004
«In tema di falsità ideologica in atto pubblico (art. 479 c.p.), ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo è sufficiente il dolo generico, e cioè la volontarietà e la consapevolezza della falsa attestazione, mentre non è richiesto né...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2091 del 12 ottobre 1995
«In tema di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.), sussistono i gravi indizi di colpevolezza di cui all'art. 273 c.p.p., che consentono l'adozione delle misure cautelari, quando taluni funzionari comunali, per bilanciare le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35845 del 6 ottobre 2010
«Integra il delitto di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), la condotta di coloro che, in qualità rispettivamente di proprietario e di tecnico, attestino falsamente, nella comunicazione e nella allegata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46011 del 28 novembre 2003
«Risponde di omicidio colposo per inosservanza del regolamento per la disciplina dei servizi in economia dell'ANAS, approvato con il D.P.R. 423/1980, il capo-centro di manutenzione di una sezione che ometta l'adozione delle procedure d'urgenza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3455 del 2 febbraio 2005
«In tema di infortuni sul lavoro, poiché le norme di prevenzione mirano a tutelare il lavoratore anche in ordine ad incidenti che possano derivare da sua negligenza, imprudenza e imperizia, la responsabilità del datore di lavoro e, in generale, del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6686 del 4 maggio 1993
«Anche i terzi, quando si trovino esposti ai pericoli derivanti da un'attività lavorativa da altri svolta nell'ambiente di lavoro, devono ritenersi destinatari delle misure di prevenzione. Sussiste, pertanto, un cosiddetto rischio aziendale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2825 del 2 aprile 1983
«La circostanza aggravante di cui agli artt. 589 comma secondo e 590 comma terzo c.p. sussiste non solo per la violazione di specifiche norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, ma anche per l'omessa adozione di ogni idonea misura a...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15226 del 17 aprile 2007
«In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, il soggetto cui siano stati affidati i compiti del servizio di prevenzione e protezione, quali previsti dall'art. 9 D.L.vo 19 settembre 1994 n. 626, ancorché sia privo di poteri decisionali e di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3273 del 7 marzo 1990
«Chi coinvolge nel proprio lavoro pericoloso un'altra persona, in base a un rapporto non di lavoro subordinato, ma di amicizia e riconoscenza, è egualmente tenuto alla adozione di tutte le necessarie cautele antinfortunistiche e, in caso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2274 del 14 febbraio 1989
«In tema di responsabilità per colpa, il produttore di una elettrocoperta risponde della morte di una bambina, rimasta ustionata per eccessivo calore, quando si accerti che il predetto manufatto era privo di dispositivo idoneo a provocare la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41939 del 21 dicembre 2006
«In tema di lesioni colpose, il nesso causale tra ambiente di lavoro insalubre ed affezioni morbose contratte dal lavoratore sussiste non solo quando emerge con certezza che l'adozione delle norme precauzionali avrebbe scongiurato il prodursi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6360 del 18 febbraio 2005
«In tema di infortuni sul lavoro non occorre, per configurare la responsabilità del datore di lavoro, che sia integrata la violazione di specifiche norme dettate per la prevenzione degli infortuni essendo sufficiente che l'evento dannoso si sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3226 del 6 marzo 1990
«Per la configurazione dell'aggravante di cui al terzo comma dell'art. 590 c.p., non occorre che sia integrata la violazione di norme specifiche dettate per prevenire infortuni sul lavoro, essendo sufficiente che l'evento dannoso si sia verificato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19883 del 6 ottobre 2015
«La diligenza esigibile dalla P.A. nel compimento dei propri atti, ivi compresa l'adozione di provvedimenti amministrativi, va valutata col criterio dettato dagli artt. 1176, comma 2, c.c., applicabile anche alle ipotesi di responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 18189 del 29 luglio 2013
«La questione relativa all'attribuzione al giudice ordinario penale o civile della "potestas iudicandi" su di una determinata controversia non pone un problema di riparto di giurisdizione, cioè di delimitazione della giurisdizione ordinaria nei...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 2062 del 11 febbraio 2003
«All'esperibilità del regolamento preventivo di giurisdizione, la quale è preclusa dal momento in cui la causa viene discussa e trattenuta per la decisione di merito, non è di ostacolo il fatto che la causa sia stata riservata per l'adozione di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11351 del 11 novembre 1998
«Il regolamento di giurisdizione è proponibile nel giudizio di merito finché non sia stata pronunciata sentenza, e dunque anche qualora, nel giudizio possessorio, esaurita la fase volta all'adozione dei provvedimenti immediati, la causa sia...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8744 del 26 giugno 2001
«L'eccezione di difetto di giurisdizione fondata sull'esistenza di clausola compromissoria per arbitrato internazionale ai sensi della Convenzione di New York del 1958, non richiede l'adozione di formule sacramentali né la proposizione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4274 del 16 maggio 1990
«Il decreto, con cui il capo dell'ufficio giudiziale procedente neghi l'autorizzazione a procedere alla notificazione per pubblici proclami, ex art. 150 c.p.c., non è impugnabile con ricorso per cassazione, ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3420 del 14 febbraio 2014
«Le dimissioni del giudice di pace sono efficaci, con conseguente cessazione dalle funzioni, solo dal momento in cui sia intervenuta l'accettazione delle stesse da parte della P.A., da adottarsi, previa deliberazione del Consiglio Superiore della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14376 del 8 luglio 2005
«Con riguardo agli atti costitutivi di garanzia per debito altrui (nella specie, costituzione di pegno su titoli da parte di una società a garanzia delle obbligazioni contestualmente assunte da altra società del medesimo gruppo in dipendenza di...»