-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8327 del 1 settembre 1997
«Le disposizioni degli artt. 1537, 1538 c.c. sulla disciplina della vendita a corpo e a misura regolano i rapporti tra alienante ed acquirente quando sorga contestazione sul prezzo del fondo in rapporto alla sua superficie e non anche quando...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11279 del 28 ottobre 1995
«Nella vendita a misura, in cui la determinazione della estensione dell'immobile non è in funzione della individuazione dell'oggetto del contratto ma criterio di determinazione del prezzo complessivo, il promittente compratore ha diritto di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8384 del 13 ottobre 1994
«Poiché il contratto preliminare è regolato non solo dalle sue clausole, quale quella sull'ammontare del prezzo dovuto, ma anche dalle norme integrative della disciplina del contratto, tra le quali quella dell'art. 1538 c.c. (a norma del quale, se...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7711 del 2 agosto 1990
«Poiché l'oggetto della vendita a misura è costituito da un'unica entità economica, il calcolo del prezzo in rapporto alla quantità del venduto non ne comporta una differenziazione in rapporto alle unità in eccesso o in difetto, sicché il patto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2337 del 23 giugno 1976
«Per distinguere la vendita a misura da quella a corpo bisogna attenersi al criterio fondamentale per cui la vendita a misura è caratterizzata dalla circostanza della determinazione dei confini attraverso la misurazione, mentre la vendita a corpo è...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25250 del 3 dicembre 2007
«In tema di compravendita di immobili, la pattuizione di una vendita a corpo, con la conseguente fruibilità dei rimedi speciali di cui all'art. 1538 c.c., non esclude l'esperibilità della generale azione di risoluzione contrattuale, né di quella di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22038 del 22 novembre 2004
«In tema di vendita immobiliare a corpo, l'individuazione del bene alienato va compiuta in base alla complessiva ed oggettiva descrizione fattane dai contraenti, ivi compresa la misura del fondo che — essendo, ai sensi dell'art. 1538 c.c.,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19600 del 29 settembre 2004
«Ai sensi dell'art. 1538 c.c. nella vendita a corpo — a differenza di quella a misura disciplinata dall'art. 1537 c.c. — il prezzo pattuito è determinato con riguardo all'immobile nella sua entità globale indipendentemente dalle effettive...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12573 del 22 settembre 2000
«L'art. 1538 c.c., nel disporre che nelle vendite di immobili a corpo deve tenersi conto della superficie soltanto ai fini dell'eventuale diminuzione o integrazione del prezzo, non vincola il giudice a precisi canoni di interpretazione ed a...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7720 del 7 giugno 2000
«Nella vendita «a corpo» ex art. 1538 c.c. l'irrilevanza della estensione del fondo vale soltanto in relazione alla determinazione del prezzo ex art. 1537 c.c. (ma nei limiti dello stesso art. 1538, comma primo, c.c.), non ai fini della...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3985 del 18 aprile 1998
«Costituisce vendita a corpo e non a misura quella in cui il prezzo pattuito non abbia alcuna stretta relazione con l'estensione dell'immobile, ancorché essa sia stata indicata tra le parti nel contratto soltanto ai fini di una migliore...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12791 del 27 dicembre 1993
«Mentre nella vendita a misura, in cui il prezzo è determinato in base alle effettive dimensioni dell'immobile, il compratore ha diritto ad una riduzione di esso se la misura effettiva risulti inferiore a quella indicata nel contratto, nella...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7594 del 9 luglio 1991
«Anche nella vendita immobiliare a corpo, la menzione nel contratto della misura dell'immobile, costituisce, nella previsione dell'art. 1538 c.c., un elemento cui la norma stessa, ricorrendo determinati presupposti di carattere oggettivo (scarto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3042 del 30 marzo 1987
«Nel caso di vendita di un immobile a corpo, anziché a misura, l'irrilevanza dell'estensione del fondo vale soltanto in relazione alla determinazione del prezzo, secondo il diverso regime di cui agli artt. 1537 e 1538 c.c., ma non alla...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 827 del 29 gennaio 1983
«Nell'ipotesi di vendita «a corpo» si può far luogo alla revisione del prezzo, ai sensi dell'art. 1538 c.c., solo quando la considerazione dell'estensione dell'immobile così come enunciata in contratto abbia concorso a determinare il regolamento...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5295 del 28 maggio 1998
«Lo schema contrattuale astratto del contratto di riporto di borsa è costituito non soltanto dal paradigma normativo fissato dal codice civile, ma anche dalle disposizioni in tema di contratti di borsa e dagli usi ad essi relativi. (Principio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5845 del 14 giugno 1990
«Il conferimento ad un istituto di credito del mandato continuativo ad eseguire operazioni speculative in borsa mediante lo strumento del cosiddetto «riporto staccato» - e cioè allo scoperto, regolandosi in contanti solo la differenza fra i prezzi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3727 del 15 novembre 1969
«Nel contratto di riporto la consegna dei titoli adempie alla funzione di fornire, mediante l'instaurazione di una nuova situazione di fatto, una maggiore tutela agli interessi in conflitto ed in particolare di dare al riportatore la possibilità di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10256 del 20 ottobre 1997
«È legittima la permuta di cosa presente (con conseguente effetto traslativo immediato della proprietà) con una cosa futura ovvero soltanto generica (abbisognevole, pertanto, di individuazione nell'ambito del relativo genus ), la cui proprietà...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28479 del 22 dicembre 2005
«Il contratto con cui una parte cede all'altra la proprietà di un'area edificabile, in cambio di un appartamento sito nel fabbricato che sarà realizzato sulla stessa area a cura e con mezzi del cessionario, integra gli estremi del contratto di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5494 del 12 aprile 2001
«Avuto riguardo al contratto atipico improntato alla specie do ut facias (cessione di terreno in cambio della costruzione di un edificio con coevo affidamento all'altro contraente dell'appalto per la costruzione delle unità abitative) qualora,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11643 del 21 novembre 1997
«Il contratto avente ad oggetto la cessione di un'area edificabile in cambio di un appartamento sito nel fabbricato che sarà realizzato a cura e con, i mezzi del cessionario può integrare tanto gli estremi della permuta tra un bene esistente ed un...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8118 del 20 luglio 1991
«Il contratto con il quale il proprietario di un'area fabbricabile trasferisce questa ad un costruttore in cambio di parti dell'edificio che l'acquirente si impegna a realizzare sull'area medesima, deve qualificarsi come permuta di cosa presente...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2167 del 12 aprile 1979
«L'azione di riduzione del prezzo, prevista dall'ultimo comma dell'art. 1492 c.c., in tema di vendita, è applicabile, a norma dell'art. 1555 c.c., anche al contratto di permuta, dal momento che devono ritenersi compatibili, con quest'ultimo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2137 del 6 aprile 1982
«Il contratto, estimatorio si differenzia dal contratto di agenzia perché, mentre quest'ultimo ha per oggetto la prestazione di un'attività professionale diretta a promuovere in una data zona contratti nell'interesse del committente, e non per...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9 del 4 gennaio 1974
«Il contratto estimatorio si differenzia dal mandato a vendere in quanto nel primo l' accipiens , senza vendere per conto del tradens , si obbliga a vendere la merce ai prezzi determinati da costui ed a corrispondergli detti prezzi ovvero a...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1469 del 22 febbraio 1999
«La concessione di vendita, pur presentando aspetti che, per qualche verso, l'avvicinano al contratto di somministrazione, non consente, tuttavia, di essere inquadrato in uno schema contrattuale tipico, trattandosi, invece, di un contratto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 742 del 2 febbraio 1980
«Nel contratto di somministrazione, caratterizzato dal fatto che il somministrante è tenuto ad effettuare diverse prestazioni, tra loro connesse, ma autonome, la pluralità di dette prestazioni, richiesta dalla stessa funzione e finalità del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3511 del 4 agosto 1977
«Nella somministrazione, il rinvio che l'art. 1561 c.c. fa all'art. 1474 dello stesso codice ha carattere integrativo della pattuizione, e non sostitutivo della volontà dei contraenti, dettando criteri particolari di applicazione della disciplina...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4228 del 15 novembre 1976
«A norma dell'art. 1569 c.c., non è necessario, per poter considerare il contratto di somministrazione a tempo determinato e, quindi, per escludere il diritto di ciascuna delle parti al recesso ad nutum , che la durata del contratto sia stata...»