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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23050 del 29 maggio 2013
«Non è invocabile la revisione, ex art.630, comma primo, lett. a) c.p.p., della sentenza di applicazione della pena sul presupposto dell'intervenuta successiva sentenza di assoluzione all'esito di giudizio ordinario nei confronti del coimputato non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27013 del 11 luglio 2007
«Sussiste l'inconciliabilità dei fatti posti a fondamento di due diverse sentenze che legittima la richiesta di revisione ex art. 630, comma primo, lett. a), c.p.p., qualora il giudice di appello minorile affermi la responsabilità del minore per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8135 del 28 febbraio 2002
«In tema di revisione, il concetto di inconciliabilità fra sentenze irrevocabili di cui all'art. 630, comma 1, lett. a), c.p.p., non deve essere inteso in termini di contraddittorietà logica tra le valutazioni effettuate nelle due decisioni, ma con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8462 del 18 settembre 1997
«L'art. 630 comma 1 lett. a) c.p.p., che autorizza la richiesta di revisione qualora i fatti stabiliti a fondamento della sentenza di condanna non possano conciliarsi con quelli stabiliti in un'altra sentenza irrevocabile, si riferisce agli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 381 del 15 gennaio 1993
«La situazione d'incompatibilità fra giudicati prevista nell'art. 630, primo comma, lettera a) c.p.p. può eccezionalmente sorgere anche fra sentenze emesse nello stesso procedimento quando il fatto incompatibile con la sentenza irrevocabile di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8237 del 28 agosto 1993
«In tema di revisione, la sola indicazione di una nuova posizione, assunta rilevante, da parte di una persona che ha già reso dichiarazioni utilizzate per la pregressa affermazione della responsabilità e quindi ritrattate, impone al giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2626 del 13 settembre 1994
«In tema di revisione, nel caso di sentenza di condanna per una pluralità di reati ricorre l'ipotesi di revisione «parziale» solo ove l'istanza investa in modo esaustivo almeno una delle condanne riportate, tanto cioè da comportare rispetto al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26000 del 13 giugno 2013
«La revisione della sentenza di patteggiamento, richiesta per la sopravvenienza o la scoperta di nuove prove, implica il riferimento alla regola di giudizio dell'assenza delle condizioni per il proscioglimento ex art. 129 c.p.p., sicché deve...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14255 del 26 marzo 2013
«In tema di revisione, agli effetti dell'art. 630 lett. c) c.p.p., una perizia può costituire prova nuova se basata su nuove acquisizioni scientifiche idonee di per sé a superare i criteri adottati in precedenza e, quindi, suscettibili di fornire...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4355 del 1 febbraio 2012
«È inammissibile la richiesta di revisione della sentenza di condanna fondata su nuovi accertamenti scientifici ove manchi la riconosciuta affidabilità tecnica degli stessi, difettando la natura di "prova nuova". (In motivazione la Corte ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14216 del 12 aprile 2002
«Per addivenire ad un giudizio di revisione di una sentenza di condanna divenuta irrevocabile sono necessarie «nuove prove», ai sensi dell'art. 630, lett. c) c.p.p., e non dei meri elementi di prova, come la chiamata in correità o in reità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 649 del 10 marzo 1997
«Con riferimento al caso di revisione previsto dall'art. 630, lett. c) c.p.p., per «nuove prove», dimostrative che il condannato deve essere prosciolto a norma degli artt. 529, 530 e 531 c.p.p., devono intendersi le prove costituite da elementi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3020 del 14 settembre 1994
«Poiché, una volta divenuta irrevocabile la sentenza di condanna, lo stato di privazione della libertà in regime di arresti domiciliari, nel quale si trovi l'imputato, si trasforma automaticamente in espiazione di pena, ne deriva che in detta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4266 del 2 febbraio 2006
«La revoca della sentenza di condanna per abolitio criminis, disposta in sede esecutiva ai sensi dell'art. 673 c.p.p., non comporta il venir meno della illiceità civile del fatto cui la condanna si riferiva, per cui è da escludere che la revoca...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8030 del 18 febbraio 2003
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p., della revoca di una sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis è tenuto ad interpretare il giudicato e a renderne esplicito il contenuto e i limiti, desumendo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20693 del 22 maggio 2001
«Nell'ipotesi in cui vi sia stata sentenza di condanna irrevocabile per più reati unificati dalla continuazione ad una pena complessiva ostativa alla concessione della sospensione condizionale della pena, e successivamente intervenga una revoca...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 928 del 20 giugno 1998
«L'istituto della revoca della sentenza per abolitio criminis derivante da abrogazione o da declaratoria di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, quale previsto dall'art. 673 c.p.p., non può trovare applicazione con riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 23 marzo 1998
«In tema di revoca della sentenza di condanna per abolizione del reato, qualora il reato abrogato riguardi un solo capo di condanna, legittimamente il giudice della esecuzione revoca la sentenza limitatamente a tale capo, atteso che nell'economia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4873 del 16 novembre 1996
«Il principio del ius superveniens più favorevole trova nel giudicato un limite invalicabile, sì che il giudice dell'esecuzione può tenere conto di una dichiarazione di illegittimità costituzionale sopravvenuta al giudicato solo allorché essa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5480 del 12 luglio 1996
«detta operatività nel caso in cui essa richieda, da parte del giudice dell'esecuzione, non un riscontro meramente ricognitivo dell'intervenuta perdita di efficacia della norma incriminatrice applicata nel giudizio di cognizione, ma una indagine...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1477 del 3 giugno 1995
«L'art. 673 c.p.p. prevede la revoca della sentenza di condanna solo nei casi di abrogazione o di dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, mentre gli effetti dell'oblazione e della concessione in sanatoria — secondo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2680 del 1 settembre 1994
«Concorrendo una causa estintiva della pena, quale l'indulto o la grazia, con l'intervenuta abolitio criminis, il giudice dell'esecuzione dovrà sempre procedere alla revoca della sentenza di condanna perché essa si fonda sul presupposto che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2079 del 23 agosto 1994
«Il presupposto della revoca della sentenza per abolizione del reato, a norma dell'art. 673 c.p.p. è che l'abrogazione della norma incriminatrice sia intervenuta successivamente al passaggio in giudicato della sentenza. Infatti se detta abrogazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1759 del 30 maggio 1995
«Il giudice dell'esecuzione, ove rigetti per motivi di merito l'istanza di revoca per sopravvenuta abolitio criminis della sentenza di condanna esecutiva, deve adottare la procedura camerale prevista dall'art. 666, comma terzo, c.p.p. e non già...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 3106 del 13 settembre 1994
«A norma dell'art. 673 c.p.p. — revoca della sentenza per abolizione del reato — il giudice dell'esecuzione deve procedere ad un'interpretazione del giudicato, di cui si chiede la revoca, al fine di verificare se la fattispecie, definita in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 550 del 26 marzo 1997
«L'istanza di revoca della sentenza per abolizione del reato prevista dall'art. 673 c.p.p. non costituisce un mezzo di impugnazione che consenta la rivisitazione del giudizio di merito, non essendo permesso, al giudice dell'esecuzione adito ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2138 del 8 giugno 1994
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p, della revoca di una precedente sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne esplicito il contenuto ed i limiti,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1819 del 7 giugno 1994
«Il giudice dell'esecuzione, per accertare se il fatto concreto per cui sia intervenuta sentenza di condanna abbia perduto rilevanza penale per abolizione del reato (art. 673 c.p.p.), deve innanzi tutto interpretare il giudicato e renderne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4602 del 7 gennaio 1994
«L'art. 673 c.p.p. (Revoca della sentenza per abolizione del reato), al pari degli altri articoli dello stesso capo che disciplinano specifiche materie di competenza del giudice dell'esecuzione, non contiene un espresso riferimento all'art. 666...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1995 del 26 novembre 1993
«Il giudice dell'esecuzione può revocare la sentenza di condanna, ormai in giudicato, solo nel caso di abolitio criminis, previsto dall'art. 673, primo comma, c.p.p. (abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma...»