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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46452 del 17 dicembre 2008
«L'applicazione dell'aumento di pena per effetto della recidiva rientra - fatti salvi i casi di operatività obbligatoria di cui all'art. 99, comma quinto, c.p. - nell'esercizio dei poteri discrezionali del giudice e richiede adeguata motivazione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8579 del 3 agosto 1988
«In virtù della nuova formulazione dell'art. 99 c.p. così come introdotta dall'art. 9 del d.l. 11 aprile 1974, convertito in L. 7 giugno 1974, l'esistenza e la quantità del disvalore della recidiva devono essere accertate in concreto dal giudice,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2031 del 17 marzo 1983
«In base alla normativa sulla recidiva introdotta con la “novella” n. 220 del 1974, il giudice ha la facoltà di escludere la recidiva, che nonostante la particolare natura di qualificazione giuridica inerente alla persona del colpevole, riceve nel...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20798 del 24 maggio 2011
«La recidiva è circostanza aggravante ad effetto speciale quando comporta un aumento di pena superiore a un terzo e pertanto soggiace, in caso di concorso con circostanze aggravanti dello stesso tipo, alla regola dell'applicazione della pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35852 del 6 ottobre 2010
«La recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale è circostanza aggravante a effetto speciale e rileva ai fini della determinazione del tempo necessario alla prescrizione del reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5335 del 28 maggio 1996
«La necessità di contestazione puntuale dei singoli tipi di recidiva sussiste tutte le volte che il giudice, con riferimento alla medesima, debba praticare un correlativo aumento della pena e comunque in ogni ipotesi in cui dalla sussistenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10931 del 4 novembre 1991
«La recidiva, costituendo una circostanza aggravante del reato, non può produrre l'effetto dell'inasprimento della pena se non quando ne risulti puntualmente contestato il tipo correlativo.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3152 del 16 marzo 1987
«La recidiva non è compresa nelle circostanze aggravanti che rendono il reato di truffa perseguibile d'ufficio, in quanto essa, inerendo esclusivamente alla persona del colpevole, non incide sul fatto-reato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38625 del 3 novembre 2010
«La recidiva non è configurabile nel caso in cui il delitto, per il quale sia già intervenuta sentenza di condanna, rappresenti elemento costitutivo del reato successivamente contestato. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19976 del 26 maggio 2010
«È illegittima, dopo l'entrata in vigore della L. n. 251 del 2005, l'applicazione dell'aumento di pena per recidiva in caso di condanna per reato contravvenzionale, e ciò anche se il fatto è antecedente all'entrata in vigore della novella,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36131 del 3 ottobre 2007
«Ai fini del riconoscimento della recidiva aggravata infraquinquennale il calcolo dei cinque anni va effettuato considerando come dies a quo non già la data di commissione dell'ultimo delitto antecedente a quello espressivo della recidiva, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 26556 del 28 luglio 2006
«La disposizione di cui all'art. 4 della legge n. 251 del 2005, (che ha modificato l'istituto della recidiva disponendo l'aumento di un terzo della pena solo nel caso in cui un soggetto, dopo essere stato condannato per un delitto non colposo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24023 del 30 maggio 2003
«La circostanza che il terzo comma dell'art. 99 c.p., nel prevedere l'aumento di pena per effetto della recidiva reiterata, faccia riferimento al recidivo che commette un altro reato, non suffraga la tesi secondo cui in tanto la recidiva reiterata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3011 del 8 novembre 2000
«La recidiva — in quanto costituisce uno status personale dell'imputato ed una circostanza aggravante del reato — può essere presa in considerazione, ad ogni effetto giuridico, solo se dichiarata dal giudice di merito. Detto principio opera anche...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43768 del 25 ottobre 2013
«In tema di applicazione della continuazione, il giudice della cognizione, che, in sede di applicazione della continuazione, individui il reato più grave in quello al suo esame e i reati satelliti in quelli giudicati con sentenza irrevocabile, non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9636 del 9 marzo 2011
«In tema di reato continuato, il limite di aumento, ex art. 81 c.p., non inferiore ad un terzo della pena stabilita per il reato più grave, previsto dalla legge nei confronti dei soggetti ai quali sia stata applicata la recidiva reiterata, non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40029 del 27 giugno 2013
«La recidiva qualificata, ritenuta in relazione ad un reato per il quale è intervenuta successivamente la dichiarazione di estinzione di "ogni effetto penale", è inidonea ad integrare la causa impeditiva della estinzione della pena per decorso del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20850 del 25 maggio 2011
«La disapplicazione della norma incriminatrice di cui all'art. 14, comma quinto-quater, D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286, conseguente all'efficacia diretta nell'ordinamento interno della Direttiva 2008/115/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27985 del 8 luglio 2009
«In tema di revoca della patente per il reato di guida in stato di alterazione da stupefacenti, ai fini della realizzazione della condizione di "recidiva nel biennio", rileva non già la data del passaggio in giudicato della sentenza relativa al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27846 del 3 agosto 2006
«In tema di misure alternative alla detenzione, la previsione di cui all'art. 47-ter, comma primo bis, L. n. 354 del 1975, come sostituita dall'art. 7, comma quarto, L. n. 251 del 2005 — che preclude la detenzione domiciliare ai condannati cui sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3435 del 29 settembre 1994
«Il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), pur costituendo delitto contro la pubblica amministrazione, è connotato nella sua esplicazione tipica da violenza o minaccia alla persona. Conseguentemente, ai fini della recidiva...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7302 del 23 giugno 1994
«Perché possa configurarsi la recidiva, occorre che il nuovo reato sia commesso dopo che la precedente condanna sia divenuta irrevocabile, non essendo sufficiente che esso giunga a definitiva consumazione dopo tale momento. All'uopo è sufficiente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37759 del 13 settembre 2013
«Non esiste incompatibilità tra gli istituti della recidiva e della continuazione, potendo quest'ultima essere riconosciuta anche tra un reato già oggetto di condanna irrevocabile ed un altro commesso successivamente alla formazione di detto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19544 del 27 aprile 2004
«In presenza dei presupposti richiesti dall'art. 81 c.p., la continuazione è configurabile anche tra un reato oggetto di condanna irrevocabile e un altro commesso successivamente ad essa, congiuntamente alla recidiva o disgiuntamente da essa.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 53590 del 23 dicembre 2014
«Per "reati della stessa indole" ai sensi dell'art. 101 c.p. devono intendersi non soltanto quelli che violano una medesima disposizione di legge, ma anche quelli che, pur essendo previsti da testi normativi diversi, presentano nei casi concreti -...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36949 del 14 settembre 2015
«Alla dichiarazione di abitualità nel reato può provvedere il giudice della cognizione anche d'ufficio. (In motivazione, la Corte ha precisato che non vi è contraddizione nella valutazione operata dal giudice, che, oltre a dichiarare il colpevole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39567 del 25 settembre 2014
«In relazione al delitto di trasferimento fraudolento di valori, colui che si rende fittiziamente titolare di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le norme in materia di prevenzione patrimoniale o di contrabbando, o di agevolare la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13085 del 20 marzo 2014
«Ai fini della configurabilità del concorso in detenzione o porto illegale di armi, è necessario che ciascuno dei compartecipi abbia la disponibilità materiale di esse e si trovi pertanto in una situazione di fatto, tale per cui possa comunque, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11592 del 12 marzo 2013
«In tema di concorso di persone nel reato, a fronte ad un quadro che si profila certo sul coinvolgimento dell'indagato ma equivoco sul reale contributo causale da questi offerto, in caso di non univocità degli indizi raccolti a suo carico, qualora...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24895 del 26 giugno 2007
«Ai fini della configurabilità del concorso di persone nel reato, il contributo concorsuale assume rilevanza non solo quando abbia efficacia causale, ponendosi come condizione dell'evento lesivo, ma anche quando assuma la forma di un contributo...»