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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 480 del 20 gennaio 1992
«Quando l'impugnante abbia rinunziato ad uno o più motivi di gravame, automaticamente il parametro del giudizio è ristretto ai superstiti, essendo inibito al giudice di prendere cognizione di quei capi e punti della decisione sui quali ha fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20029 del 14 maggio 2014
«In tema di revisione, il concetto di inconciliabilità fra sentenze irrevocabili di cui all'art. 630, comma primo, lett. a), c.p.p., non deve essere inteso in termini di mero contrasto di principio tra due sentenze, bensì con riferimento ad una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 52965 del 19 dicembre 2014
«È inammissibile la richiesta di revisione di sentenza di condanna pronunciata all'esito di processo celebrato durante la vigenza di disciplina successivamente dichiarata incostituzionale anche sulla base del richiamo a principi affermati dalla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10965 del 13 marzo 2015
«In tema di estradizione per l'estero, il divieto di pronuncia favorevole ove si abbia motivo di ritenere che l'estradando verrà sottoposto ad atti persecutori o discriminatori ovvero a pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti o comunque...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41836 del 7 ottobre 2014
«In materia di estradizione per l'estero, l'autenticità dei titoli giustificativi della relativa domanda è garantita dal carattere ufficiale e pubblico della richiesta proveniente dallo Stato estero, alla quale siano state allegate le copie degli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25909 del 18 giugno 2015
«In tema di mandato di arresto europeo, è inammissibile il ricorso per cassazione avverso la decisione con cui la Corte d'appello ha rifiutato la consegna a norma dell'art. 18, lett. r), della L. n. 69/2005, stabilendo l'esecuzione in Italia della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 52054 del 15 dicembre 2014
«Il regime di detenzione differenziato previsto dall'art. 41 bis della legge 26 luglio 1975 n. 354, anche dopo la modifica normativa ad opera della legge 15 luglio 2009 n. 94, ha conservato la sua natura di istituto caratterizzato da finalità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16648 del 21 aprile 2015
«In materia di mandato di arresto europeo emesso dal giudice italiano, non trova applicazione la disciplina sulla inutilizzabilità degli atti prevista per le rogatorie all'estero dall'art. 729 c.p.p., con conseguente validità dei provvedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1595 del 14 gennaio 2015
«Nel giudizio di rinvio è precluso il rilievo di ogni nullità, anche assoluta, verificatesi nei precedenti giudizi, ivi compreso quello di legittimità, in virtù della disposizione contenuta nell'art. 627, comma quarto, c.p.p.. (La Suprema Corte ha,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23052 del 29 maggio 2013
«L'obbligo di uniformarsi, nella valutazione del materiale probatorio, alla sentenza di annullamento con rinvio pronunciata della Corte di Cassazione sussiste, ai sensi dell'art. 627 comma terzo c.p.p., solo per il giudice del rinvio e non anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5087 del 7 maggio 1991
«La procedura camerale posta in essere nel giudizio di appello, in esito all'accordo intervenuto tra le parti in ordine alla rinuncia ad alcuni motivi di gravame ed all'accoglimento di altri - con conseguente, nuova statuizione sulla pena - deve...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11311 del 25 novembre 1992
«Il giudice di appello non ha poteri di cognizione e di decisione più ampi di quelli del giudice di primo grado, secondo il dettato dell'art. 597. Ne deriva che per ripristinare il corso ordinario del procedimento per decreto allorquando il Gip,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33752 del 2 agosto 2013
«Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può, senza incorrere nel divieto di "reformatio in peius", confermare la pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1133 del 28 gennaio 1998
«Le disposizioni di cui all'art. 597 terzo comma c.p.p. (divieto di reformatio in peius) e 597 quarto comma (obbligo di diminuzione della pena complessiva irrogata, in caso di accoglimento di appello relativo a circostanze o a reati concorrenti)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10101 del 24 settembre 1994
«Il principio secondo cui il divieto di reformatio in peius, ai sensi dell'art. 597 comma quarto c.p.p., deve riferirsi alla pena nelle sue componenti e non solo a quella complessiva, per quanto concerne il reato continuato, presuppone tuttavia che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3370 del 27 gennaio 2012
«L'incidente di esecuzione non può essere utilizzato per far valere vizi afferenti il procedimento di cognizione e la sentenza che lo ha concluso, ostandovi le regole che disciplinano la cosa giudicata, la quale si forma anche nei confronti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2538 del 13 giugno 1998
«La disposizione dell'art. 666, comma settimo, c.p.p., circoscritta alle ordinanze pronunciate nel procedimento di esecuzione si pone come norma eccezionale, e pertanto non è estensibile per analogia, rispetto al principio generale fissato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39731 del 30 novembre 2006
«Il nuovo testo dell'articolo 606, comma 1, lettera e), del c.p.p., come modificato dalla legge 20 febbraio 2006, n. 46, che ha «attratto» nell'area del vizio di motivazione la «contraddittorietà» della stessa, ha ampliato l'orizzonte conoscitivo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6282 del 29 maggio 2000
«In materia di stupefacenti, la valutazione in ordine alla destinazione della droga (se al fine dell'uso personale o della cessione a terzi), ogni qualvolta la condotta non appaia indicare l'immediatezza del consumo, è effettuata dal giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3560 del 23 gennaio 2014
«È inammissibile il motivo di ricorso per cassazione riferito alla mancanza di motivazione in ordine ad una questione non proposta con la richiesta di riesame cautelare depositata con riserva di motivi, né con la memoria presentata all'udienza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16532 del 24 aprile 2007
«Il controllo della Corte di cassazione sui vizi di motivazione della sentenza di merito, sotto il profilo della manifesta illogicità, non può estendersi al sindacato sulla scelta delle massime di esperienza del quale il giudice abbia fatto uso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5270 del 6 maggio 1998
«In tema di attendibilità intrinseca delle dichiarazioni rese da collaboranti, l'interesse a collaborare — che può animare il collaborante, in considerazione della possibilità di beneficiare delle misure previste dalle leggi speciali sui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3256 del 22 gennaio 2013
«In tema di reati sessuali, è legittima la valutazione frazionata delle dichiarazioni della parte offesa e l'eventuale giudizio di inattendibilità, riferito ad alcune circostanze, non inficia la credibilità delle altre parti del racconto, sempre...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40731 del 22 ottobre 2009
«Il riconoscimento diretto dell'imputato operato dal giudice mediante l'esame dei fotogrammi, estratti dalla registrazione TV a circuito chiuso durante una rapina, può costituire indizio che concorre, con altri elementi di prova, a completare il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7252 del 27 marzo 2014
«Lo stato di insolvenza richiesto ai fini della pronunzia dichiarativa del fallimento dell'imprenditore non è escluso dalla circostanza che l'attivo superi il passivo e che non esistano conclamati inadempimenti esteriormente apprezzabili. In...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9935 del 15 maggio 2015
«In pendenza di un procedimento di concordato preventivo, sia esso ordinario o con riserva, ai sensi dell'art. 161, sesto comma, legge fall., il fallimento dell'imprenditore, su istanza di un creditore o su richiesta del P.M., può essere dichiarato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14481 del 9 luglio 2005
«In tema di valore probatorio della quietanza nei confronti della curatela fallimentare, dalla anteriorità, con atto di data certa, della quietanza al fallimento non può ricavarsi anche la certezza della effettività del pagamento quietanzato,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13089 del 24 giugno 2015
«La regola secondo la quale il curatore, che subentri in un contratto stipulato dal fallito contenente una clausola compromissoria, non può disconoscere tale clausola, ancorché configuri un patto autonomo, e, se il fallimento sia stato dichiarato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25609 del 21 dicembre 2015
«Nel giudizio promosso dalla curatela per il recupero di un credito del fallito, quando il convenuto abbia chiesto la compensazione di un controcredito in forma di eccezione riconvenzionale e il giudice di primo grado ne abbia dichiarato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 518 del 13 gennaio 2006
«Ai sensi dell'art. 56 legge fall., la compensazione dei reciproci debiti e crediti nei confronti del fallito (o dell'impresa in liquidazione coatta amministrativa) è ammissibile anche se i crediti non siano scaduti prima del fallimento (o della...»