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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 953 del 30 gennaio 1996
«La falsa denuncia, fatta ad una stazione di carabinieri, dello smarrimento di un libretto di risparmio, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. Ciò perché tale denuncia, richiesta dall'art. 6 della legge 30 luglio 1951, n. 948 (recante...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40374 del 29 ottobre 2008
«Integra il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), la condotta di colui che, in qualità di legale rappresentante di una società a responsabilità limitata, attesti falsamente - in sede di dichiarazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13556 del 31 marzo 2008
«Integra il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p. ) la condotta di colui che attesti falsamente il possesso dei requisiti morali richiesti, ex art. 5, commi secondo e quarto D.L.vo n. 114 del 1998, per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10699 del 14 dicembre 1979
«L'uso della scrittura privata falsa, richiesta dall'art. 485 c.p. per la consumazione del reato, consiste in una qualsiasi attività diretta a realizzare gli effetti giuridici che essa è capace di produrre. Perché si realizzi un uso penalmente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1720 del 16 gennaio 2009
«Integra il delitto di falso in scrittura privata - e non quello di falso in titoli di credito ex art. 491 c. p. - l'apposizione di una falsa firma di girata su un assegno già posto all'incasso e protestato, in quanto con il protesto si esaurisce...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 38605 del 18 ottobre 2007
«In tema di falso per alterazione di titoli di credito, l'oggetto della tutela penale è costituito dall'affidamento dei terzi sugli elementi apparenti del titolo; ne consegue che la contraffazione della data di emissione di un assegno bancario,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8495 del 17 ottobre 1983
«L'erede testamentario, che sopprima il testamento olografo, risponde del reato punito dall'art. 490 c.p. L'erede infatti, abbia o meno accettato l'eredità, non ha diritto di distruggere il testamento stesso, del quale non ha potere esclusivo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6436 del 11 luglio 1983
«La disposizione dell'art. 493 c.p. non dilata l'area degli atti pubblici (sono tali solo quelli formati nell'esercizio di una pubblica funzione) ma equipara quelli redatti da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio agli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 477 del 16 gennaio 1988
«Non è configurabile il delitto di ricettazione nel caso in cui il reato presupposto, nella specie di falso in assegno, non sia punibile per mancanza di querela. Ciò anche, per la operatività dell'art. 2, terzo comma, c.p. (successione di legge più...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7758 del 17 agosto 1982
«Il reato di falso in assegni è diventato perseguibile a querela della persona offesa, a seguito dell'entrata in vigore della L. 24 novembre 1981, n. 689. L'art. 493 bis c.p. infatti, nel prevedere la perseguibilità a querela per le ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24699 del 31 maggio 2004
«È configurabile il reato di cui all'art. 495 c.p. nella condotta di chi, in sede di formazione di un atto pubblico di compravendita immobiliare, attesti falsamente al notaio rogante di essere coniugato in regime di separazione dei beni, nulla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4639 del 7 maggio 1993
«Le «altre qualità proprie o dell'altrui persona», cui fa riferimento l'art. 495 c.p., sono soltanto quelle che servono a completare lo stato e l'identità della persona ai fini della sua identificazione. Restano, perciò, fuori della tutela penale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4531 del 13 aprile 1988
«In caso di falsa dichiarazione o attestazione sull'identità o su qualità proprie o di altri, fatta a un pubblico ufficiale in un atto pubblico o destinata ad essere riprodotta in atto pubblico, per la concessione della diminuzione di pena prevista...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4726 del 4 giugno 1986
«L'art. 7 del D.P.R. 3 maggio 1957, n. 686, nel regolare gli adempimenti dei concorrenti e della commissione al termine delle prove scritte nei concorsi per l'assunzione agli impieghi dello Stato, dispone tra l'altro che il candidato, dopo aver...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7232 del 24 maggio 1990
«Nel reato di falsa dichiarazione a pubblico ufficiale di qualità personali proprie in relazione ai precedenti penali (art. 495, comma primo e terzo, n. 2, c.p.), il dolo consiste nella coscienza e volontà di alterare una qualità della propria...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35447 del 11 settembre 2009
«Integra il reato di cui all'art. 496 c.p. (false dichiarazioni sull'identità o su qualità personali proprie o di altri) - e non quello di cui all'art. 495 c.p. (falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4415 del 29 gennaio 2008
«È configurabile il reato di cui all'art. 405 c.p. e non l'illecito, attualmente depenalizzato, previsto dall'art. 25 della legge 21 novembre 1967 n. 1185, nel caso di falsa attestazione circa l'assenza di precedenti penali contenuta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11596 del 14 marzo 2008
«Non integra gli estremi del reato di false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali (art. 496 c.p.) la condotta di colui che in sede di autocertificazione allegata alla domanda di ammissione per l'aggiudicazione di un appalto pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44090 del 23 ottobre 2014
«E configurabile lo stato di quasi flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia purché: a) il singolo episodio lesivo risulti non isolato ma quale ultimo anello di una catena di comportamenti violenti o in altro modo lesivi; b) l'episodio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10643 del 9 dicembre 1996
«Il concetto clinico di malattia richiede il concorso del requisito essenziale di una riduzione apprezzabile di funzionalità, a cui può anche non corrispondere una lesione anatomica, e di quello di un fatto morboso in evoluzione, a breve o lunga...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4049 del 20 marzo 1989
«In tema di lesioni personali, ai fini dell'integrazione dell'aggravante ex art. 583, primo comma, n. 2 del c.p., il concetto di «apprezzabilità» del danno permanente, sia esso organico che funzionale, va definito essenzialmente sotto l'aspetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2595 del 20 gennaio 2003
«In tema di responsabilità penale per morte o lesioni costituenti conseguenza non voluta di un delitto doloso (art. 586 c.p.), si deve ritenere configurabile il reato solo a condizione che sussista un coefficiente di riferibilità psicologica, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2955 del 28 marzo 1997
«La responsabilità ai sensi dell'art. 586 c.p. — norma che disciplina l'ipotesi di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto — non si può considerare oggettiva, riguardando casi in cui la condotta delittuosa di base ha in sè insito il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13076 del 22 dicembre 1987
«La responsabilità prevista dall'art. 586 c.p. per l'evento non voluto costituisce responsabilità a titolo di colpa, conformemente alla lettera e al sistema del codice. Ne deriva che, qualora l'evento non voluto si concreti nella lesione in danno...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5283 del 9 maggio 1978
«I delitti di omicidio colposo e di lesioni colpose commessi con azione unica sono unificati dal terzo comma dell'art. 589 c.p. soltanto agli effetti della pena rimanendo per il resto ciascuno di detti reati autonomo e distinto. (Fattispecie in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16464 del 22 aprile 2008
«Nell'accertamento della colpa del reato di omicidio colposo conseguente allo scontro tra più veicoli non può trovare applicazione la presunzione di concorso di colpa a carico di ciascuno dei conducenti posta dall'art. 2054, comma secondo, c.c.,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3871 del 17 marzo 1990
«Il secondo comma dell'art. 589 c.p. (omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro) non integra un reato autonomo, bensì un'aggravante...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44650 del 7 dicembre 2005
«In materia antinfortunistica devono ritenersi destinatari delle disposizioni di prevenzione coloro che presiedono direttamente o per delega alla organizzazione aziendale; non sono invece responsabili dell'incidente derivante dalla mancanza o dalla...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32925 del 29 luglio 2004
«La specificazione dei doveri che incombono sul lavoratore ai sensi dell'art. 6 del D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547 implica che al lavoratore non è riconosciuta alcuna autonomia decisionale o iniziativa personale in ordine alla prevenzione infortuni,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3516 del 30 gennaio 2001
«Il committente risponde penalmente degli eventi dannosi subiti dai dipendenti dell'appaltatore quando si sia ingerito nell'esecuzione dell'opera mediante una condotta che abbia determinato o concorso a determinare l'inosservanza di norme di legge,...»