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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14401 del 26 ottobre 1989
«Ai fini della consumazione del delitto di estorsione sono sufficienti, da un lato, il conseguimento del possesso della cosa o del denaro o del titolo, in cui si sostanzia il profitto ingiusto realizzato mediante violenza o minaccia e, dall'altro,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17420 del 18 dicembre 1989
«Il momento consumativo del furto coincide con l'acquisita disponibilità, anche se per un breve periodo, dell'oggetto conseguente allo spossessamento del detentore, non essendo concepibile il possesso del bene da parte di un altro soggetto senza il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6949 del 9 maggio 1989
«Sebbene la norma di cui all'art. 633 c.p. (invasione di terreni o edifici) intenda tutelare non la proprietà in senso giuridico civilistico, bensì la posizione di fatto tra soggetto e bene, tuttavia si impone pur sempre, nel caso della imputazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9324 del 5 luglio 1989
«È ravvisabile la rapina impropria quando l'autore del fatto rivolge la sua azione di violenza o di minaccia non già contro il detentore del bene sottratto bensì contro persone diverse che, con la propria presenza, costituiscono ostacolo al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10757 del 27 luglio 1990
«In tema di reato continuato l'espressione «la più grave delle violazioni» non può essere limitata alla sola ipotesi in cui le più violazioni lesive del medesimo bene-interesse si differenziano per il titolo del reato, ma deve comprendere tutti gli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10814 del 27 luglio 1990
«Ai fini del dolo specifico richiesto dall'art. 633 c.p., trattandosi di fattispecie contraddistinta da illiceità speciale, in relazione all'interesse pubblico tutelato, concretantesi nella inviolabilità del patrimonio immobiliare, occorrono non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12199 del 6 settembre 1990
«La sospensione condizionale della pena non può essere applicata, quando l'imputato non è stato identificato con certezza, in ordine alle sue generalità. In tal caso infatti non potendosi verificare se i dati dichiarati corrispondono con quelli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14713 del 14 novembre 1990
«A seguito della modifica apportata all'art. 62 n. 4 c.p. dalla L. 7 febbraio 1990, n. 19, la circostanza attenuante del danno economico di speciale tenuità è applicabile ad ogni tipo di delitto, indipendentemente dalla natura giuridica del bene...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15913 del 29 novembre 1990
«Nel caso in cui il testimone, prima di rendere la sua deposizione, non sia stato avvertito della facoltà di astenersi dal deporre nel procedimento a carico di un proprio congiunto, beneficia della causa di non punibilità prevista dall'art. 384 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1703 del 8 febbraio 1990
«Se è vero che la sentenza penale straniera, non avente efficacia giuridica in Italia perché non formalmente riconosciuta, non può assumere rilievo quale precedente penale ostativo alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5272 del 9 aprile 1990
«Il contegno attuoso post factum dell'imputato, il quale con una lunga opera di modernizzazione abbia agito in modo da ridurre l'incidenza degli infortuni sul lavoro, certamente apprezzabile e producente al fine di beneficiare delle attenuanti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 635 del 30 marzo 1990
«L'applicazione dell'indulto con la sentenza di condanna è connotata da un carattere di essenziale provvisorietà, ed, essendo l'impugnazione ammissibile solo in ordine alla concessione o al diniego del beneficio, è sempre possibile, in sede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7259 del 24 maggio 1990
«Il bene giuridico tutelato dall'art. 319 c.p. è costituito dai principi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione indicati nell'art. 97, comma primo, della Costituzione. La contrarietà ai doveri d'ufficio può riguardare la condotta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7379 del 29 maggio 1990
«È inammissibile il concorso delle due ipotesi di rapina, propria e impropria, le quali si comportano rispetto alla tutela dello stesso bene come mezzi diversi per un medesimo scopo. In conseguenza se si usa violenza o minaccia per sottrarre una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7598 del 31 maggio 1990
«Posto che nel delitto di furto titolare del bene giuridico offeso è il detentore della cosa che dalla sua sfera di possesso viene fatta passare nell'altrui signoria, nel caso di furto di oggetti contenuti in cassette di sicurezza la qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8050 del 1 giugno 1990
«Il condannato ha il diritto o l'interesse di rifiutare o far revocare la sospensione condizionale concessa per condanna a pena non ostativa alla reiterazione del beneficio, e ciò sia perché in tal modo egli conserva la possibilità di ottenere per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8238 del 6 giugno 1990
«La circostanza attenuante comune prevista dall'art. 62, n. 6, seconda ipotesi, c.p. (elisione o attenuazione delle conseguenze del reato), è di natura soggettiva e trova fondamento nella minore capacità a delinquere del colpevole, il quale, per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10932 del 4 novembre 1991
«Integra il reato di furto aggravato ex artt. 624 e 61, n. 7, c.p., la sottrazione di acque pubbliche derivate da pozzi — escavati nei propri terreni senza preventiva autorizzazione ex art. 95, R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 — e distribuite a terzi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1219 del 19 dicembre 1991
«Il fatto che le precedenti condanne non costituiscono un ostacolo normativo alla reiterazione del beneficio della sospensione condizionale della pena non esclude che di esse il giudice di merito, possa tener conto come indici rivelatori della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2439 del 23 febbraio 1991
«In tema di appropriazione di denaro della P.A. mediante falso, la distinzione tra peculato e truffa non va ravvisata nella precedenza cronologica dell'appropriazione rispetto al falso o viceversa, ma nel modo in cui il pubblico ufficiale viene in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3242 del 3 ottobre 1991
«La liberazione condizionale e la riabilitazione sono istituti diversi che operano in tempi e con finalità diversi: la prima costituisce una delle cause di estinzione della pena; la seconda elimina gli effetti penali della condanna ed ha, perciò,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 383 del 16 gennaio 1991
«La concessione o il diniego del beneficio della sospensione condizionale della pena sono rimessi alla valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale, nell'esercizio del relativo potere, deve formulare la prognosi di ravvedimento di cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5404 del 17 maggio 1991
«In tema di ricettazione, colui che viene trovato in possesso di un oggetto rubato e non sa fornire una plausibile giustificazione sul modo in cui l'ha ottenuto, può venire legittimamente ritenuto responsabile del delitto di cui all'art. 648 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5428 del 17 maggio 1991
«È da escludersi l'applicabilità del condono alla pena irrogata per il delitto di rapina pluriaggravata, anche se in sede di comparazione le concesse attenuanti generiche siano ritenute prevalenti sulle aggravanti, trattandosi di reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5633 del 27 maggio 1991
«Nell'ambito del rito previsto dall'art. 599, quarto comma, c.p.p. — verificandosi una sorta di temporanea devoluzione alle parti del potere discrezionale di graduazione della pena — non è consentito al giudice di procedere ex officio a rettifica,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6939 del 28 giugno 1991
«In tema di impugnazione, il giudice di appello — come espressamente impone l'art. 605 nuovo c.p.p., fuori dell'ipotesi dell'art. 604 stesso codice (sentenze di annullamento) — emette sentenze che confermano o riformano in tutto o in parte quelle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7847 del 24 luglio 1991
«Il condono della pena non è applicabile al delitto di rapina aggravata, essendo tale reato compreso tra le esclusioni oggettive dal beneficio (art. 8, n. 36 D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865). Né rileva il risultato del giudizio di comparazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10009 del 19 ottobre 1992
«È illegittima la mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, qualora il giudizio relativo alla prognosi non favorevole per il futuro sia stato fondato soltanto sul comportamento post factum dell'imputato. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11642 del 4 dicembre 1992
«Il mancato esercizio di un potere discrezionale, quale quello attribuito dall'art. 597, quinto comma c.p.p. al giudice d'appello, che può applicare d'ufficio la sospensione condizionale della pena, la non menzione della condanna ed una o più...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1556 del 23 aprile 1992
«Non è configurabile il reato di ragion fattasi, sibbene quello di estorsione, concorrente con quello di associazione per delinquere, allorché si sia in presenza di una organizzazione specializzata in realizzazione di crediti per conto altrui, la...»